Attualità

Blancpain Ladybird Colors tra flashback e complicazioni

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L’uscita dei nuovi Blancpain Ladybird Colors sono l’occasione per rievocare esperienze personali irripetibili. Ringraziamo Elena Introna per aver condiviso i suoi ricordi con noi. E con voi

Amarcord

Negli anni ’90 del secolo scorso, durante uno dei molti viaggi in Svizzera per visitare le aziende orologiere, io e il collega-marito Disma Sutti dormimmo nella Vallée de Joux a Le Chenit, non distante da Le Brassus, nell’albergo che era stato prenotato per noi da Audemars Piguet.

L’Hôtel La Lande era vecchiotto rispetto al più moderno Hôtel de France, che nei primi anni Duemila fu acquistato da Audemars Piguet e trasformato nell’Hôtel des Horlogers, recentemente costruito ex novo. Ma per noi il La Lande era senz’altro più in carattere con l’idea che avevamo dell’offerta alberghiera in montagna.

Il gestore era un burbero militare in pensione, nipote di Betty Fiechter. Se gli eri simpatico ti invitava nella sua cantina a bere un bicchiere di buon vino rosso, accompagnato dal formaggio locale, e ti raccontava aneddoti del passato (e ne aveva molti). In caso contrario meglio che il soggiorno non fosse troppo lungo.

In quell’occasione conoscemmo l’allora Ceo di Audemars Piguet, Stephen Urquhart. L’uomo che poi prese e mantenne a lungo le redini di Omega, dopo un breve passaggio in Blancpain, era di casa al La Lande. E quell’aperitivo in cantina, condito da ricordi, resta uno dei molti momenti belli nella mia carriera di Direttore responsabile della rivista Orologi da polso.

Una lady di ferro

Tra le chiacchiere di quella sera, si parlò tanto anche di Betty Fiechter, che nel 1915, a 19 anni, era andata a lavorare da Blancpain. Efficiente e precisa, divenne a poco a poco il braccio destro di Frédéric-Emile Blancpain, che la nominò responsabile dell’azienda. Nel 1932 Frédéric Emile morì, senza lasciare eredi, e Betty divenne proprietaria dell’impresa con un collega. Seppe affrontare da sola le crisi economiche, l’apertura di nuovi mercati come quello americano e la Seconda Guerra Mondiale.

Vendeva non solo gli orologi Blancpain, ma anche quelli con la marca Rayville da lei inventata con l’acronimo di Villeret, il paese dove era nata la famiglia Blancpain e gli affari erano fiorenti. Negli anni ’60 portò la produzione Blancpain a superare i 100.000 orologi all’anno. Betty morì nel 1971 quando, già da dieci anni, l’azienda era entrata a far parte del Gruppo Ssih (Société Suisse pour l’Industrie Horlogère), da cui nacque in seguito il Gruppo Smh, quindi Swatch Group.

Il nipote ci raccontò di questa donna che dirigeva la Maison con pugno di ferro (non però nel tradizionale guanto di velluto). I dipendenti la temevano e si sfogavano scrivendo sui muri dei bagni le loro proteste, ricche di invettive, ma lei non se ne preoccupava.

A metà anni ’50 Blancpain lanciò un orologio femminile, il Ladybird, che custodiva il movimento rotondo più piccolo dell’epoca, il calibro R550: 11,85 mm di diametro ma un’autonomia di 40 ore. Betty si interessava anche dell’evoluzione tecnologica e amava le novità.

La collezione Blancpain Ladybird Colors

E arriviamo ai giorni nostri. Nel 60° anniversario del Ladybird, festeggiato nel 2016, arrivò un esemplare in edizione limitata con movimento automatico, calibro 6150, un altro exploit della tecnica. Poi, nel 2021, ecco il Ladybird Colors, presentato in una collezione con cinturini colorati. Aveva la cassa impreziosita con diamanti e montava il calibro di manifattura 1153 – variazione, senza datario, del più celebre calibro 1150. E come quello ultrapiatto, di 3,25 mm di spessore, nonostante i due bariletti che assicuravano una carica superiore ai 4 giorni.

Siamo nel 2023 e il Ladybird si avvicina allegramente ai settant’anni. Oggi torna in una nuova versione che fa uscire di scena la precedente di due anni fa e la sostituisce. Simile nell’aspetto, se ne differenzia per la presenza a ore 6 dei piccoli secondi o delle fasi di luna, per un totale di 10 referenze.

Il Blancpain Ladybird Colors rimane sempre un bell’orologio dedicato alla donna di oggi: dinamica, dai gusti raffinati e di buona cultura, che ama gli abiti eleganti ma apprezza anche la tecnica. Le proporzioni studiate, lo spessore sottile (meno di un centimetro) e il diametro di 34,90 mm ne fanno un modello molto femminile. Cassa, anse, lunetta, corona e fibbia, in oro bianco o rosa, sono impreziosite con diamanti, impiegati anche nella grafica del quadrante.

Dal fondello in vetro zaffiro si vede il movimento meccanico a carica automatica. Il Ladybird Colors del 2023 è equipaggiato con il Calibro 1163, rigorosamente di manifattura, fornito di un’apprezzabile autonomia di 100 ore. Pregevole la massa oscillante in oro (coordinato nel colore a quello della cassa), traforata con un elegante motivo circolare che richiama il decoro del quadrante.

Inedite versioni con fasi di luna

Nei Ladybird Colors 2023, fa la sua comparsa anche una complicazione tradizionalmente legata all’universo femminile: le fasi di luna, che appaiono per la prima volta in collezione. Anche in questo caso le referenze sono cinque, in oro rosso oppure bianco, mentre il movimento automatico acquista il modulo della complicazione e diventa Calibro 1163L.

Da ammirare, nell’indicazione delle fasi lunari a ore 6, il disegno della Luna che sembra nato dalla fantasia di un bambino: sul cielo blu con stelle dorate, la luna d’oro ha un viso tondo, occhi chiusi e lunghissime ciglia. Una rappresentazione tutta femminile del nostro satellite in cui appare perfino il vezzo di un neo sulle labbra, a forma di stellina. Un dettaglio simile ai nevi finti che dame e cicisbei si dipingevano sul volto incipriato, com’era di moda nel XVIII secolo, a evocare forse le origini settecentesche della Manifattura.

Infine un accenno anche ai cinturini in pelle di alligatore che, cromaticamente, si abbinano agli indici in cifre romane e tengono conto del metallo della cassa. Riguardo alle versioni con le fasi di luna, i colori sono il blu notte e il turchese sia per le casse in oro bianco sia per quelle in oro rosso, con l’aggiunta di un verde foresta per quest’ultimo. Per gli automatici solo tempo il colore lilla e quello turchese si abbinano alle casse in oro bianco; il blu, il verde pavone e il verde foresta si uniscono all’oro rosso.

Blancpain Ladybird Colors: i prezzi

A titolo informativo, a questo punto devo aggiungere l’informazione relativa ai prezzi. Il nuovi Blancpain Ladybird Colors automatici costano 33.300 euro, indifferentemente dal metallo della cassa. Mentre le versioni con fasi di luna costano tutte 35.500 euro.

Per quanto il grande pubblico identifichi ancora oggi Blancpain soprattutto con orologi dedicati a una clientela maschile (alfiere di questa produzione è la collezione Fifty Fathoms, nata qualche anno prima del Ladybird), non è che abbia proprio ragione. In questo caso i dettagli sui quadranti in madreperla e le dimensioni della cassa indicano che non si tratta di un esemplare maschile ridotto in misure adatte ai polsi femminili. Il Ladybird vive sempre – e da sempre – di vita propria.