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Top Time B01 Deus (e Triumph): la passione di Breitling per le moto

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Breitling li ha appena presentati a Wheels & Wave. E non poteva scegliere un contesto migliore. Perché il festival che in questi giorni trasforma Biarritz in una capitale open air – fra gare di surf, corse in moto, sessioni di skate, concerti rock, food track internazionale -, celebra lo stesso stile di vita libero e anticonvenzionale cui è dedicata da sempre la collezione Top Time. In particolare i due nuovi cronografi Top Time B01 Deus e Top Time B01 Triumph, lanciati nella città basca, dimostrano proprio l’amore di Breitling per le due ruote. Non a caso il Marchio è sponsor della manifestazione. E lo sarà anche il prossimo autunno: quando, per la seconda volta, Wheels & Wave farà tappa anche in Italia. A Lido di Camaiore, dal 6 all’8 ottobre: surfisti e motociclisti sono avvisati.

La storia dei Top Time

Ma non divaghiamo. La collezione Top Time nasce negli anni Sessanta su un’idea di Willy Breitling, che voleva creare dei “cronografi ultramoderni”, innovativi nel design e nella meccanica, per un pubblico di “professionisti giovani e attivi”. Nella rilettura contemporanea voluta dal Ceo Georges Kern, l’estetica neo-vintage – o modern-rétro, come lui stesso la definisce –, di grande tendenza, nasconde movimenti di nuova concezione. Come nel caso dei due nuovi cronografi Top Time B01 Deus e Top Time B01 Triumph, che (come il nome lascia intendere) montano per la prima volta il calibro di manifattura B01. Per intenderci, Breitling qui ha realizzato la stessa operazione effettuata di recente sui Top Time Classic Cars.

Un minimo di cronistoria. Entrambi i nuovi cronografi si basano su partnership già attive. Una con Deus ex Machina, Brand australiano che dal 2006 realizza moto custom e abbigliamento sportivo: non un semplice marchio ma una filosofia di vita “per spiriti liberi”, con una propria cultura e una propria estetica. L’altra con Triumph Motorcycle, la Factory inglese fondata nel 1902 e diventata nel tempo il simbolo del motociclismo made in Britain. Universalmente nota anche come protagonista di tanti Tourist Trophy nonché di film con Marlon Brando e Steve McQueen, che l’hanno resa un mito per intere generazioni.

I precedenti Top Time Deus e Triumph

I nuovi Top Time B01 Deus e Triumph sono anche il seguito ideale di altri omonimi esemplari, in tiratura limitata, usciti negli ultimi anni. La prima versione del Top Time Deus, infatti, è arrivata sul mercato nel 2021. Era un bel cronografo Panda bicompax, con quadrante argenté dai contatori stondati neri, i dettagli rossi e arancioni, la lancetta dei secondi centrali a saetta, il motto “In benzin veritas” a personalizzare il réhaut con scala tachimetrica, il cinturino racing in pelle marrone. All’interno era equipaggiato dal calibro Breitling 23 (base Eta 7753) con certificazione di cronometro del Cosc.

Una seconda versione del Top Time Deus ha poi visto la luce nel dicembre 2022 ed è tuttora in vendita. Simile al predecessore nell’impostazione grafica e tecnica, se ne discosta dal punto di vista cromatico, con l’azzurro cielo a sostituire il nero. Un look molto apprezzato dai collezionisti e dagli addetti ai lavori: tant’è che i 2000 esemplari della serie limitata sono andati in gran parte esauriti (ne sono rimasti pochi: gli interessati si affrettino…). E la stessa cosa era successa con i precedenti 1.500 esemplari della prima versione millesimata, letteralmente “bruciati” in pochi giorni. Inequivocabile segno di un prodotto e di una collaborazione ben riusciti.

Invece, riguardo al Top Time Triumph, il lancio ufficiale è avvenuto a febbraio dello scorso anno. Anche quello era un cronografo a due contatori, con quadrante spazzolato soleil blu ghiaccio e totalizzatori neri a contrasto. Sempre animato dal calibro Breitling 23 e sempre con certificato di cronometria rilasciato dal Cosc. Rispondeva a un’operazione di co-branding che vedeva in parallelo la produzione di una Triumph Speed Twin dedicata alla Casa di Grenchen, numerata in 270 esemplari associati ad altrettanti orologi. Esisteva però anche una serie con quadrante Zorro (come lo chiamano i fan della Marca), a mascherina, per i non-acquirenti della cafè racer. Chi fosse interessato ad approfondire l’argomento, può trovare la recensione completa a questo link.

I Top Time B01 Deus e Triumph di oggi

Ed eccoci finalmente ai nuovi modelli, che vanno a completare la gamma dedicata ai motorsport, alle quattro e alle due ruote. Il Top Time B01 Deus ritorna alla sobrietà del bianco e nero, ma nella variante Reverse Panda – e non più bicompax: ora a tre contatori. Anche il réhaut è diventato bianco, pur con i dettagli rossi/arancioni e il motto del preparatore australiano a decorare la scala tachimetrica. La cassa in acciaio mantiene l’aspetto vintage dei precedenti, con la sottile lunetta lucida e i pulsanti a pompa. E si allaccia al polso con un cinturino racing in pelle traforata o, in alternativa, con un bracciale in acciaio a maglia milanese che ne accentua il gusto anni Sessanta. La presenza di uno o dell’altro ovviamente influisce sul prezzo: ci vogliono 7.550 euro per la referenza con cinturino, 7.950 per quella con bracciale.

Caratteristiche, queste ultime, che si ritrovano anche nel Top Time B01 Triumph. Che per il resto è molto simile al precedente dello scorso anno. Stessa tonalità blu ghiaccio del quadrante – ispirato alla rara referenza 815 di un Breitling Top Time degli anni Settanta, ma anche alla Triumph Thunderbird 6T del 1951, la moto resa famosa dall’indimenticabile Marlon Brando ne Il Selvaggio (uscito nelle sale proprio 70 anni fa, nel 1953). Stessa configurazione “Zorro” del quadrante, dalla finitura satinata “a papillon” che si rileva visivamente solo in determinate angolazioni. E una leggera differenza soltanto nella scala tachimetrica sul réhaut. I prezzi sono identici a quelli del Top Time B01 Deus.

Il calibro B01

Del resto, come accennavo prima, la principale novità dei nuovi Top Time Deus e Triumph sta nella meccanica. Entrambi sono appunto equipaggiati dal calibro B01 di manifattura. Sul Giornale degli Orologi lo abbiamo descritto in lungo e in largo diverse volte, quindi evito di ripetere quanto già illustrato altrove. Mi limito però a sintetizzarne le particolarità principali.

Concepito ex novo nel 2009, è fornito di 70 ore di autonomia, il che permette sostanzialmente di non indossarlo per quasi tre giorni e poi ritrovarlo ancora funzionante. Per lo smistamento delle funzioni cronografiche si serve di una ruota a colonne a innesto verticale, il sistema più raffinato e che comporta maggiori costi di produzione (dev’essere interamente rifinita a mano) e nelle operazioni di manutenzione. D’altra parte consente anche un avvio più morbido e preciso delle misurazioni. Privo per intenderci di quegli innaturali “salti” della lancetta dei secondi crono al momento dello start.

Oltretutto Breitling non solo sottopone il calibro B01 a una serie infinita di esami e di controlli qualità per ottenere la certificazione Cosc. Ma, come fa di recente per tutti i movimenti in-house, li espone a prove di invecchiamento accelerato che equivalgono a 16 anni di utilizzo. E comprendono – cito letteralmente la cartella stampa –: “Test di resistenza agli urti (circa 60mila urti a 500g), test sulla corona (oltre 100mila giri della corona), carica della massa oscillante (3.456.000 giri) e test dei pulsanti del cronografo (circa 5.840 attivazioni della funzione avvio/arresto/stop)”. Breitling è così sicura del calibro B01 da offrire una garanzia di 5 anni (contro i consueti 2 dei calibri di forniture esterne). Il che la dice lunga sulla qualità e sulle prestazioni…