Una decina di giorni fa, a New York, Longines ha presentato i nuovi Mini DolceVita. Piccoli, femminilissimi orologi di forma, capaci di tradurre l’eleganza classica con un linguaggio estetico attuale. O, meglio, di interpretare uno stile intramontabile con un gusto fresco e curatissimo. Esemplari che risultano quindi eclettici passe-partout, perfetti con qualsiasi outfit e in qualsiasi situazione, ventiquattr’ore al giorno, sette giorni su sette. E in più sono declinati in 11 referenze, così da rispecchiare l’individualità e la personalità di ogni donna. Ma, prima di passarli in rassegna, facciamo un passo indietro per inquadrarli nel giusto contesto.
Un po’ di storia
C’è da dire infatti che gli orologi “di forma” non sono proprio un’invenzione contemporanea: vantano invece un’antica tradizione. Nascono ai primi del Novecento, quando i grandi gioiellieri entrano nel mondo delle lancette e studiano le linee geometriche da adattare al polso: l’ovale, il rettangolo, il carré, e dalla loro unione il tonneau, il coussin, fino al galbé che migliora la vestibilità… Fin dall’inizio gli esemplari da polso, quasi sempre di forma, sono un simbolo di modernità, rappresentano l’avanguardia. Tant’è che i benpensanti in un primo momento non ne colgono il valore e li sottovalutano: ci vorranno decenni prima che le loro vendite superino quelle dei modelli da tasca. Ma il tempo darà loro ragione e l’Art Déco ne decreterà il trionfo.
Da parte sua Longines mette a punto i primi modelli quadrati e rettangolari fin dal primo decennio del secolo scorso, come testimoniano i registri conservati negli Archivi della Casa a Saint-Imier. Negli anni Venti la tendenza si trasforma in un vero e proprio boom e si sviluppa in molteplici variazioni sul tema, dalle quali scaturisce nel 1927 l’antenato della collezione DolceVita. Quest’ultima, che prende nome dall’art-de-vivre del Belpaese ben ritratta nel film di Federico Fellini, è lanciata nel 1997 e collegata due anni dopo al claim: Elegance is an attitude. Da allora rimane in catalogo con numerose referenze, per lui e per lei. E, rinnovata nel 2015, diventa un successo internazionale.
L’arrivo del Mini DolceVita
Articolata negli ultimi anni in diverse versioni, spesso con un occhio alla moda (come nel caso della collaborazione con YVY), la collezione DolceVita oggi conosce un totale restyling che ne cambia completamente le dimensioni. Più piccola, meno allungata, la cassa ora misura 21,5 per 29 mm, ed è quindi in grado di vestire anche i polsi più esili. È importante sottolineare però che il trend della taglia small/extrasmall non riguarda solo le signore dalle braccine sottili e delicate. Piuttosto, è un fenomeno estetico affermatosi a partire dal 2010 in poi – un po’ come reazione agli eccessi dell’oversize d’inizio Millennio e un po’ per compiacere e assecondare il mercato orientale.
Una moda, quella degli orologi mignon, che piace un po’ a tutte e che sta bene a tutte. Perché ribadisce la femminilità di ciascuna, indipendentemente dalla propria conformazione fisica (ma anche dal genere e dall’orientamento, mi verrebbe da dire, per non essere accusata di discriminazione). E perché rimanda a certi esemplari del passato, discreti e graziosi (ma non per questo leziosi): dal gusto perbene, molto ladylike – o ancora meglio dadame, come direbbero i francesi. Il Mini DolceVita insomma è un orologio inclusivo e un po’ rétro, anzi modern-retro. Quindi attualissimo, di tendenza. Hip, scriverebbero sui giornali di moda…
Un orologio in 11 versioni
Per entrare nel dettaglio, a dispetto delle mutate proporzioni, la cassa del Mini DolceVita mantiene sempre il segno distintivo dei lunghi brancard, lucidi in alcune referenze e incastonati di diamanti in altre. Ma se si esclude la cornice esterna, si nota che il quadrante sembra quasi quadrato, soprattutto nelle versioni decorate dal motivo Cosmo, in cui il giro delle ore è riportato in una doppia circonferenza concentrica, con i piccoli secondi posti in un contatore anch’esso circolare. In alternativa, i numeri romani si trovano all’esterno della minuteria a chemin-de-fer, mentre i piccoli secondi in un contatore sempre rettangolare. In ogni caso, il gioco di forme geometriche inscritte una nell’altra risulta comunque estremamente piacevole.
Un’ulteriore distinzione è infine data dalla presenza del bracciale in acciaio o del cinturino in pelle di alligatore. Il mio favorito – per quanto possa valere quest’affermazione – è il primo: originalissimo nella forma delle maglie “a cioccolatino”, ha una struttura flessibile ed estremamente confortevole. Quasi un pezzo di gioielleria, che avvolge il polso come una fascia metallica. Invece, per chi ama il colore, da segnalare le versioni monocromatiche con il cinturino coordinato al quadrante. Dalle definizioni suggestive: rosa fiori di ciliegio, blu sereno, verde mente o bianco avorio. Tutti gli orologi della collezione Mini DolceVita sono animate da un movimento al quarzo. Il prezzo è compreso fra i 4.350 e i 1.800 euro, proprio per accontentare le esigenze di ciascuna…