Ho visto il nuovo Hamilton Ventura Dune creato sulla base della collaborazione attivata dal Brand con Legendary Entertainment e Warner Bros. Pictures per il film di fantascienza Dune – Parte Due (in uscita nelle sale). L’ho guardato con attenzione e mi è venuta una riflessione storica semiseria che condivido con voi.
Provate a pensare. Quando comparvero i primi orologi alcuni secoli fa, a molte persone saranno sembrati degli oggetti fantascientifici. Macchine in grado di misurare il tempo e di tradurlo in qualcosa di visibile, concreto, tangibile. Oggetti ancora più incredibili una volta miniaturizzati e portati dalla torre al tavolo, dal tavolo alla tasca, dalla tasca al polso. Insomma, fin dalle origini l’orologio ha portato con sé un’idea di futuro, di progresso, di scienza. O di fantascienza, appunto.
L’origine degli Hamilton Ventura Dune
Riflessione stramba? Non so. Però andate al cinema a vedere la pellicola, che è un piccolo capolavoro di fantascienza, e forse anche a voi gli Hamilton Ventura Dune nati da questa collaborazione sembreranno gli orologi giusti al posto giusto. Anche perché la loro stessa genesi è interessante per spiegare questa collocazione tra presente e futuro.
Prima di Dune – Parte Due, ogni volta che Hamilton era stata coinvolta nella realizzazione di un orologio per un film aveva operato sostanzialmente in tre modi: utilizzando pezzi della collezione corrente, cercando nei propri ricchi archivi o creando referenze del tutto nuove. Per gli Hamilton Ventura Dune, invece, il processo creativo è stato diverso, guidato in un certo senso dalla produzione cinematografica.
È stato il regista Denis Villeneuve a chiedere al Brand di lavorare in sinergia con il responsabile degli oggetti di scena del film, Doug Harlocker. L’obiettivo era quello di mettere a fattor comune la visione della produzione e l’esperienza di Hamilton per realizzare un pezzo destinato a un mondo che sfida le regole degli orologi tradizionali.
I designer di Hamilton hanno lavorato senza informazioni pregresse su quella che avrebbe dovuto essere la funzione del dispositivo da polso. Si sono lasciati ispirare dal romanzo che ha dato origine al film e dal film stesso e hanno creato un pezzo che, alla fine, si è dimostrato perfettamente in linea con lo spirito del libro e della pellicola. Così in linea che sia Harlocker sia il regista Villeneuve lo hanno approvato personalmente. Quel dispositivo è stato battezzato Desert Watch in onore del paesaggio che caratterizza il pianeta della storia, Arrakis. Da esso, è nato l’Hamilton Ventura Dune destinato a noi Terrestri.
L’estetica e il film
Già la scelta del modello Ventura è stata una dichiarazione d’intenti, visto che si tratta dell’orologio da sempre più “futuristico” di Hamilton. La cassa di design fece innamorare anche Elvis Presley e nel 1957, con il suo movimento elettromeccanico, divenne il primo orologio elettrico al mondo. Di lì a poco, nel 1965, sarebbe uscito il romanzo Dune di Frank Herbert.
Poi, forse per sottolineare il legame forte di questa collaborazione, il Marchio ha creato ben due orologi ispirati al film, entrambi in edizione limitata. Lanciati in concomitanza con l’uscita di Dune – Parte Due, sono l’Hamilton Ventura XXL Bright Dune Limited Edition (in 3.000 esemplari) e l’Hamilton Ventura Edge Dune Limited Edition (in 2.000 esemplari). Se la loro estetica è ispirata alla collazione simbolo del Brand, le variazioni sul tema sono audaci.
L’estetica di entrambe le referenze è totalmente nera, con tocchi di blu luminoso sul quadrante. Quello del Ventura XXL Bright Dune, se attivato premendo un pulsante, s’illumina e diventa blu. Quello del Ventura Edge Dune ha un display digitale dello stesso colore, ispirato agli occhi dei Fremen, la popolazione protagonista del film. Il display imita gli elementi in rilievo che caratterizzano l’oggetto di scena. Le linee blu luminose sul quadrante del Ventura Bright riproducono invece quelle presenti nel design del quadrante del Desert Watch del film.
Sia il Ventura XXL Bright Dune, sia il Ventura Edge Dune hanno un calibro al quarzo. Il primo, la cui cassa ha design più leggero, ha l’affissione dell’ora tramite lancette. Il secondo ha un look più robusto, da tool watch, con il quadrante e le proporzioni più simili al Desert Watch, e ha l’affissione digitale. Entrambi hanno una confezione speciale, quasi una capsula spaziale con all’interno misteriose scritte in alfabeto Fremen.
La strategia del Brand per gli Hamilton Ventura Dune
I due Hamilton Ventura Dune dimostrano ancora una volta che il marchio è molto attivo nel settore cinematografico. Non è solo un fattore di product placement. Ogni volta che un orologio compare all’interno di un film, genera un potenziale nuovo pubblico per il Marchio. E non c’è dubbio che con un film come Dune – Parte Due, così come con l’ultimo Indiana Jones, questo potenziale sia enorme, vista la dilagante passione per la fantascienza e il successo di Dune del 2021.
Per questo motivo non ho dubbi che Hamilton riuscirà a vendere tutti i 5.000 esemplari in pochissimo tempo. Credo che molti fan pagherebbero volentieri per orologi come questi, anche alla luce del prezzo: 1.845 euro per l’Hamilton Ventura XXL Bright Dune, 2.595 euro per l’Hamilton Ventura Edge Dune. È vero, si tratta di due orologi al quarzo e a qualcuno certi prezzi potranno sembrare eccessivi. Non dimentichiamo però che il prezzo è dato anche dal fatto che si tratta di esemplari legati a questo capitolo della saga che non saranno più prodotti. E che, soprattutto, si tratta di orologi pensati per diventare a breve oggetti da collezione. L’esclusività, intesa come non riproducibilità, si paga. È marketing, non fantascienza.