Negli ultimi anni ne abbiamo viste di tutti i colori. Di casse in vetro zaffiro, intendo: un materiale ad alte prestazioni ormai diffuso in orologeria, seppur appannaggio del segmento più alto del mercato. E che ora esordisce in un’inedita sfumatura: il fucsia. Lo si vede per la prima volta nell’RM 07-02 Automatic Sapphire, l’uscita più recente dell’arcinota linea femminile di Richard Mille.
Una collezione articolata in diversi modelli e molteplici varianti, e associata proprio all’uso di coloratissimi materiali high-tech. Pensate per esempio all’RM 07-04 Automatic Sport, con la cassa in Quartz Tpt declinata in blu cobalto, verde caraibi, panna, malva e rosa salmone (più una nera in Carbon Tpt). Oppure all’RM 07-01 Coloured Ceramics, con la cassa appunto in ceramica nei toni del lavanda, rosa cipria e azzurro polvere (e prima ancora del lilla, rosa pastello e azzurro pastello).
Da quei precedenti, il nuovo RM 07-02 Automatic Sapphire si distingue – come scrivevo sopra – proprio per la cassa in vetro zaffiro. Che esiste in fucsia, in rosa e in verde, anche in versione incastonata. Un po’ come se Richard Mille, e la Direttrice artistica Cécile Guenat, volessero offrire alle signore esemplari modernissimi, sia nella scelta materica sia in quella cromatica. Preziose trasparenze che non trovano equivalenti sul mercato delle lancette.
A proposito di zaffiro
Allora, vediamo di scoprirne di più su questo particolare tipo di vetro – o meglio di cristallo, vista la struttura fisica che lo compone. In particolare, per quello della cassa degli RM 07-01 Automatic Sapphire Richard Mille si è affidato a uno storico partner, la Stettler AG. Un’azienda di Lyss specializzata proprio nella fabbricazione di componenti in zaffiro, non solo per l’orologeria ma anche per l’industria medica, aerospaziale, ottica ed elettronica.
Lo zaffiro sintetico, per meglio dire corindone sintetico, ha la stessa composizione chimica e le stesse proprietà della gemma che si trova in natura, ma è prodotto in laboratorio. Per la produzione dello zaffiro esistono diverse tecniche: quella più tradizionale è il metodo Verneuil, mentre in questo caso si utilizza il metodo Kyropoulos (dal nome del chimico che lo propose nel 1926, anche se poi fu applicato allo zaffiro solo negli anni ‘70, in Unione Sovietica). Più sofisticato, permette la creazione di boule molto grandi ma con difetti minimi ed elevata perfezione cristallina, come quelle necessarie per la cassa dei Richard Mille.
Cos’è il metodo Kyropoulos
In poche parole – e mi scuso con gli addetti ai lavori per la superficialità della mia sintesi – si tratta di far fondere in un crogiolo di metallo pesante (di tungsteno o molibdeno) dell’ossido di alluminio altamente puro, sottoposto a temperature elevate, di 2000/2100°C, in atmosfera controllata. Nel materiale fuso è immerso un cristallo di origine, un piccolo pezzo di zaffiro che funge da “seme” o da germe di cristallizzazione, e come un catalizzatore attrae la materia attorno a sé.
Tirato verso l’alto e allo stesso tempo ruotato, permette la formazione del solido per accrescimento in direzioni definite. In questo modo dalla fusione si ottiene un grande blocco grosso modo cilindrico, che poi viene lavorato per mezzo di utensili al diamante, l’unico materiale più duro dello zaffiro. Lo zaffiro infatti ha un indice di durezza pari a 9 sulla scala di Mohs (che corrisponde a circa 1800/2200 Vickers), contro il valore di 10 (pari a circa 8400 Vickers) del diamante.
Un’ultima considerazione riguarda il colore. Per colorare lo zaffiro, durante la fusione si aggiungono tracce di ossidi metallici, per esempio a base di ferro, titanio o cromo, in relazione alla tonalità che si desidera raggiungere. Sviluppare un nuova cromia – come nel caso del fucsia voluto da Richard Mille – ha richiesto innumerevoli prove e tentativi, prima di riuscire a mettere a punto l’esatta sfumatura desiderata.
La cassa dell’RM 07-02 Automatic Sapphire
Una volta pronta la boule di zaffiro, si procede al taglio, alla molatura e alla fresatura per ottenere la cassa tonneau dell’RM 07-02 Automatic Sapphire. Qui il problema (peraltro ricorrente nella produzione di Richard Mille) è dovuto alla complessità della forma, ricca di incavi, sporgenze, fori, smussi – nei diversi componenti: lunetta, carrure, fondello più i due vetri. Oltretutto la durezza e la rigidità del materiale impongono una precisione quasi assoluta non solo nelle fasi di taglio ma anche durante l’assemblaggio, con tolleranze di pochi micron.
Detto questo, è facile comprendere perché per realizzare una singola cassa ci sono volute circa 1000 ore di lavoro, più o meno 40 giornate di operazioni a macchina. Dati davvero impressionanti, se si considera che 430 ore sono state impiegate per la preformatura e altre 350 per la lucidatura. Vi invito a dare un’occhiata alla gallery in alto per rendervi vagamente conto delle difficoltà e della cura richieste durante le fasi di lavorazione. Ma non è finita qui. A complicare le cose ci si mette pure l’incastonatura delle pietre preziose.
Il problema delle gemme
Sì, perché in due casi su quattro, la cassa dell’RM 07-02 Automatic Sapphire è impreziosita di diamanti. Facile a dirsi, ma non a farsi, considerata appunto la durezza del materiale e la precisione necessaria. Si è dovuto perciò sviluppare una tecnica speciale, nella quale si è prima ricorsi al laser per riuscire a intagliare la lunetta e ricavare le sedi delle pietre (gli addetti ai lavori definiscono mitraillage la fase di perforazione dei “buchi” in cui saranno poi collocate, a mano, una ad una).
Quindi si è provveduto a creare dei castoni in oro per racchiudere e trattenere ogni gemma. Ciascuno realizzato in oro giallo o bianco, a seconda del colore dello zaffiro, e ciascuno lucidato a mano, a dispetto delle dimensioni microscopiche. Nulla si sa di ufficiale riguardo ai tempi e ai dettagli dell’incastonatura, ma immagino che il maître sertisseur abbia imprecato non poco, almeno all’inizio del lavoro…
Tanto per gradire, va detto che anche i quadranti dell’RM 07-02 Automatic Sapphire sono tempestati di pietre preziose. Non solo diamanti, però. I designer si sono divertiti a giocare con le sfumature in dégradé, e sono quindi andati a cercare gemme di vari colori e tagli diversi (anche fantasia). Accanto ai tradizionali zaffiri blu o gialli, ecco allora la spessartina arancione, l’agata bianca, l’opale, la tsavorite, la malachite, il crisoprasio. Sotto forma di consuete baguette (comunque tagliate su misura) e cabochon, ma anche di placche ondulate, insolite quanto d’effetto.
La meccanica dell’RM 07-02 Automatic Sapphire
Due parole sul movimento che anima l’RM 07-02 Automatic Sapphire, messo in evidenza dalla cassa trasparente. Meccanico a carica automatica, come indica il nome stesso dell’orologio, è il calibro CRMA5, dalla costruzione scheletrata. Due le particolarità che lo distinguono dagli altri calibri della stessa famiglia. Uno, la platina e i ponti in oro rosso 5N, tempestati di centinaia di diamanti: il che comporta estrema attenzione e delicatezza nel montaggio delle pietre, un po’ per la scheletratura e un po’ per garantire la perfetta planarità della struttura.
Due, il rotore come sempre a geometria variabile, che permette di adattare la capacità di ricarica con il livello di attività fisica di chi indossa l’orologio. Anch’esso in oro rosso, è di nuovo incastonato di diamanti: la cui presenza non solo comporta difficoltà di incastonatura, ma soprattutto influisce sul peso del rotore stesso e quindi ha richiesto una serie di studi ulteriori per l’efficienza del sistema di ricarica. Aggiungo solo che il calibro CRMA5 è dotato delle consuete caratteristiche dei movimenti di Richard Mille, quali il bariletto a rotazione rapida o il bilanciere a inerzia variabile, che ne definiscono la qualità e le prestazioni.
Conclusioni
Ancora qualche considerazione e faccio “basta”. Ciascun modello dell’RM 07-02 Automatic Sapphire è replicato in un’edizione limitata di 7 esemplari. Ma – dopo quanto ho scritto finora – non è difficile intuirne il motivo. Riguardo ai prezzi, infine, la Casa madre non li dichiara, così come non dichiara la caratura delle pietre. Il mio sarà anche un azzardo, ma sono pronta a scommettere che si tratta di una cifra a sei zeri…