Massimo Carraro, Presidente del celebre marchio sportivo, ci racconta cosa l’ha spinto a sponsorizzare il film indipendente. E il tempismo con il progetto Save the Ocean, una collezione di orologi in plastica riciclata di prossima uscita
“I valori dell’ambiente e della natura intesi come valori della convivenza”. Così Massimo Carraro, Presidente di Sector No Limits, riassume i motivi della sponsorizzazione del film “Lo scoglio del leone“, diretto da Rosario Scandura. Una produzione indipendente, presentata fuori concorso alla Festa del Cinema di Roma, e ieri sera protagonista di un talk-show a Casa Alice.
L’evento, organizzato dal magazine digitale “The Hot Corn” in partnership con Sector No Limits, è stato un momento di riflessione sul modo in cui il cinema racconta le problematiche ambientali. Tra gli ospiti, da citare almeno Neri Marcoré e Donatella Finocchiaro, oltre ovviamente al regista e agli attori del film. Che tratta proprio di tutela dell’ambiente e per questo ha ricevuto il premio Hot Corn Green.
“Lo scoglio del leone” infatti affronta il tema della pesca clandestina, dell’abusivismo edilizio, dei danni causati all’eco-sistema dai comportamenti errati dell’uomo. E narra, attraverso gli occhi di Saro, un ragazzo siciliano, il senso di “attaccamento” alla propria terra e l’impegno per difenderla. Ma cosa unisce un’azienda che produce orologi a un’operazione così toccante e vicina ai temi della sostenibilità ambientale?
Come spiega Massimo Carraro, si tratta della “volontà di fare sistema” e di lavorare con serietà per ridurre l’impatto ambientale. A cominciare proprio dalla sponsorizzazione del film: “In verità è qualcosa di più”, precisa subito. “L’idea nasce ancora prima che il film venisse girato. Perché il regista è un caro amico, originario di Acireale e con una forte passione interiore”, nei confronti dell’Isola e dell’ambiente.
“Mi ha affascinato”, racconta, “come nel film si intreccino meravigliosamente i temi della natura, del mare, la bellezza della Sicilia, con i valori umani. Per esempio il rapporto fra nonno e nipote. Perché i valori dell’ambiente e della natura sono i valori della convivenza”, spiega appunto. “E poi c’è stata un’interessante coincidenza di tempi con il nostro progetto Save the Ocean“, lanciato in anteprima proprio ieri sera alla Festa del Cinema di Roma. “Sul mercato a partire dalla primavera 2020, è basato sull’utilizzo di plastica riciclata proveniente dagli oceani”.
Save the Ocean infatti è la nuova collezione di orologi Sector – 6 referenze in totale, 3 da uomo e 3 da donna -, realizzati interamente con plastica riciclata. “Con questo progetto acquistiamo plastica raccolta dai mari da alcune associazioni – e quindi di fatto ne finanziamo l’attività”, afferma ancora Carraro; “e poi utilizziamo appunto la plastica riciclata per i nostri orologi”. In particolare per la cassa e la fibbia, mentre il cinturino Nato è realizzato in Pet. Per farla breve, un esemplare totalmente ecosostenibile.
“C’è un’altra cosa che mi sta particolarmente a cuore”, continua Carraro. “Oggi in molti parlano di sostenibilità ma pochi fanno davvero qualcosa di concreto. Però io sono convinto che il consumatore, il pubblico, sia intelligente e non si faccia fregare da nessuno: sa distinguere tra un prodotto genuino e uno tarocco”. Cioè tra un prodotto che rispetta davvero l’ambiente e un altro che invece millanta solo di farlo.
Del resto, Sector è un marchio sportivo, da sempre legato al mare, all’outdoor, alla natura. E la collezione Save the Ocean esprime perfettamente i valori della marca. Ma il sostegno al film “Lo scoglio del leone” rivela un vero e proprio “credo” dell’azienda, un’etica reale che merita di essere sottolineata. “Oggigiorno parlare unicamente di profitto come obiettivo aziendale è una visione un po’ superata”, conclude Carraro. “La responsabilità delle aziende leader (come Sector No Limits, ndr) è quella di essere leader anche nel processo di trasformazione verso la sostenibilità”. Come non essere d’accordo?