Protagonisti

Patrizia Aste, la Generazione zero e il futuro di Breitling

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«Sparisco per una settimana». Come ogni anno, a metà febbraio Patrizia Aste, Amministratore delegato di Breitling Italia, si concede una piccola vacanza. Questa volta non la classica fuga a due per festeggiare il doppio compleanno (il suo e quello del marito). Ma una vacanza familiare che è anche un’occasione di scambio cultural-generazionale. Destinazione: Los Angeles, Las Vegas e San Diego. Compagni di viaggio i figli della sorella di lei, i figli della sorella di lui e la fidanzata di uno dei ragazzi.

«Mio marito e io quest’anno abbiamo scelto di condividere la nostra settimana di pausa con i nipoti: tre ragazze e due ragazzi tra i 20 e i 27 anni», racconta Patrizia Aste. «Ci vediamo poco. Non sono una zia molto presente. Ci aiutano i social, gli aggiornamenti di mia madre in tempo reale e l’educazione familiare che ci ha abituati al dialogo e alla confidenza. Questa è l’occasione per ritrovarci in un momento di relax e libertà, fuori dalle situazioni di rappresentanza (come le festività natalizie)».

Sarà una vera reunion ma anche un update sulle nuove generazioni. «Una settimana di aggiornamento. Troveremo una nipote a San Diego, un’altra ci raggiunge da Miami, gli altri partono con noi. Sarà interessante confrontarsi con la Generazione zero, captando anche gusti e desideri dei ragazzi che vivono negli Stati Uniti», spiega.

Patrizia Aste, che in un’altra vita sarebbe stata una globetrotter, in fondo non stacca la spina neppure in vacanza. Perché nella settimana on the road per la sua amata America (destinazione privilegiata di molti viaggi) cercherà di intercettare le tendenze che tra qualche tempo contageranno i giovani italiani. E d’altra parte è ai giovani che guarda una capo-azienda illuminata di un marchio di beni di consumo, sebbene di lusso.

«Breitling sta cercando di avvicinarsi ai giovani, gli adulti di domani, come riferimento culturale più che come destinatario di acquisto nel breve termine», sostiene. «Dobbiamo impegnarci a sviluppare la cultura orologiera tra le generazioni in cui la tecnologia sta prendendo sempre più spazi. Per coinvolgerli, dobbiamo dialogare con loro utilizzando il linguaggio giusto». 

Sarà dunque un viaggio formativo per una zia affettuosa che non dismette mai neppure i panni della manager meticolosa, arrivata ai vertici di un mondo storicamente maschile senza scorciatoie. «Ho cercato di dimostrare valore sul campo di battaglia, lavorando tanto, ogni giorno, con serietà. Cerco di dare io stessa l’esempio prima di chiedere agli altri. E ho investito tanto sulla mia formazione», sottolinea.

«Non mi accontento mai, preferisco aggiornarmi continuamente (anche frequentando i nipoti), approfondire e mettermi in discussione. Senza dare niente per scontato». Questa la sua ricetta per vincere le resistenze maschili. «Ora tutto sta migliorando. Ma quando io sono entrata nel mondo dell’alta orologeria era una questione culturale: una figura maschile cercava il riferimento di un’altra figura maschile. Quando poi riesci a dimostrare serietà e competenza, allora diventi la figura del professionista, al di là del genere».

Laurea in Lettere e filosofia e cinque anni di scuola teatrale, da bambina Patrizia Aste sognava di diventare giornalista televisiva. «Non la donna-immagine in tv», precisa. «Ho aperto un’agenzia di sponsorizzazioni sportive, e da un marchio di orologi che seguivo da tempo è arrivata la proposta di entrare in azienda come Direttore marketing». Pregiudizi di genere ne ha subiti. «Con me si parlava di organizzazione; quando si passava agli aspetti finanziari, con pudore, chiedevano di confrontarsi con un uomo».

Quando è entrata in Breitling come Amministratore delegato, il marchio non veniva diffuso in Italia da due anni. «Sono orgogliosa di aver creato la mia squadra e ricostruito la rete di distribuzione proprio quando è uscito il nostro primo orologio di manifattura, riqualificando il marchio in un segmento più alto. Oggi possiamo contare su partner che capiscono il prodotto e lo trattano come avrei voluto», riferisce. «Sul mercato italiano abbiamo il prezzo medio tra i più alti per la vendita di calibri di manifattura».

Ma, si è capito, l’Ad non si accontenta. «Il mercato è sempre più dinamico; non si raggiunge mai un punto fermo. Bisogna anticipare le tendenze per cercare di essere in pole position. Non ci accontentiamo. Abbiamo interlocutori curiosi e, per quanto il mercato non stia vivendo il momento più scoppiettante della storia, sento una grande energia nei nostri confronti; grazie alla nuova politica aziendale che ha portato aria fresca in tutte le attività».

Dalla leadership alla comunicazione, dal marketing al digital, molto è cambiato in casa Breitling con l’arrivo del Ceo Georges Kern, in seguito del passaggio del 100 per cento della proprietà dalla famiglia Schneider al fondo di investimento Cvc Capital Partners. Ma la riconferma della responsabile della filiale italiana non era scontata. «Né la mia né quella della mia squadra», sottolinea Patrizia Aste. E invece è stato premiato proprio il lavoro di squadra.

Un passato da pallavolista (in nazionale under15, abbandonò l’agonismo a 18 anni), Patrizia non dimentica gli insegnamenti dello sport di squadra. «Non sono mai sola, arroccata nella mia posizione di potere; cerco di valorizzare conoscenze e suggerimenti tirando fuori il meglio dai miei collaboratori. Consiglio a ogni giovane di fare sport agonistico: ti dà la forza di lottare per raggiungere i tuoi obiettivi».

Con spirito sportivo sta affrontando la prima sfida con cui il 1° aprile inizierà il 2020 di Breitling: il lancio di nuovi modelli dedicati al pubblico femminile. «Si è voluta aprire la nicchia in cui era volutamente tenuto il marchio, storicamente legato all’aviazione maschile, rendendolo più generalista. I diametri diventano più piccoli; solo tempo automatici affiancano i cronografi che rappresentavano il 90 per cento dell’offerta. Che comunque non perde il proprio Dna», dice.

Grande aspettativa per l’apertura del segmento femminile. «Ci rivolgiamo a una donna contemporanea: forte, sportiva, amante delle sfide e delle avventure. Fino a ieri “rubava” il Breitling del marito. Le avevamo dedicato modelli con diametri inferiori. Ora facciamo un altro passo verso di lei», aggiunge.

Una sfida da donna a donna coinvolge tanto l’Amministratore delegato Italia. «In orologeria non è mai semplice parlare di donna: per quanto rappresenti il 50 per cento del mercato è sempre molto difficile catturarla», confessa. E non è l’unica sfida del 2020. «Sarà l’anno del grande rilancio del Chronomat, la linea cool degli anni ’80. Nata con le Frecce tricolori, riportò Breitling al successo in Italia», annuncia.

«Adesso speriamo di riaccendere lo stesso entusiasmo – magari da parte di chi ricevette il Chronomat come regalo di diploma o di laurea – con questa ri-edizione in chiave moderna. Non solo cronografi, ma un’intera collezione con grande attenzione al movimento (i calibri sono di nostra manifattura)». Un anno impegnativo, insomma. Meglio fare subito una scorta di relax e libertà Oltreoceano.