Hampton, si sa, è una collezione storica di Baume&Mercier. Ma il nome rimanda anche a un mondo dorato, sinonimo di lusso e divertimenti. Gli Hamptons sono infatti per tradizione la meta prediletta per le vacanze dei super-ricchi newyorkesi, che nei weekend scappano dallo stress dei grattacieli per andare al mare. Dove però ritrovano gli stessi agi e comodità che hanno lasciato a Manhattan. Bastano infatti poche ore di auto (ma c’è chi preferisce l’elicottero) per raggiungere l’ultimo tratto di costa di Long Island. Poi, oltrepassato Westhampton, è tutta un’altra vita.
Le interminabili spiagge di sabbia bianca, costeggiate da un lato da dune erbose e dall’altro dal blu profondo dell’acqua. Le mega ville affacciate sull’oceano, con lo steccato in legno e il giardino curatissimo sul retro. I party in piscina, le feste sulla spiaggia e le partite di tennis notturne sui campi privati. Ancora, le passeggiate lungo la battigia, a piedi o a cavallo, e le gite nelle cantine dei grandi vigneti. Senza dimenticare le battute di pesca, le uscite in barca, il surf davanti al faro… Cartoline di un’America spensierata, che ha alle spalle denaro, cultura e potere. Forse un po’ stereotipata ma non per questo meno vera.
Perché sulla lingua di terra che va da Southamptons a Montauk da sempre hanno casa – di proprietà ma anche in affitto – le famiglie e i personaggi più in vista della politica, della finanza e dell’industria. In passato era l’élite alla Kennedy, per intenderci, che non a caso avevano una grande tenuta a Bridgehampton. Ma oggi come ieri, tra i residenti occasionali, si incontrano pure gli attori di Hollywood, gli artisti famosi, le star della musica. In un mercato immobiliare fra i più alti negli States, c’è un’impressionante concentrazione di boutique, spa, gallerie d’arte, alberghi e ristoranti stellati. Nulla tolgono però all’atmosfera unica della zona.
Al fascino del luogo contribuiscono anche i nomi “esotici” delle località: Amagansett, Sagaponack, Tuckahoe… Chiaramente di origine indiana: in origine queste terre erano infatti popolate da tribù di Nativi americani; poi, a partire dal Seicento, sono arrivati i coloni europei. Nel tempo, il mare, il vento e la natura rigogliosa degli Hamptons hanno fatto da sfondo a innumerevoli libri (uno fra tanti, “Il Grande Gatsby”), film (da “Weekend con il morto” a “Tutto può succedere” fino al recente “Non è romantico?”) e serie tv (“Sex and the City”, “Revenge”, “Gossip Girl”).
Tutto questo ha creato un “Hamptons style” ben definito. Uno stile di vita a 360 gradi che comprende gli arredi e i look, dai toni neutri e dall’ascendenza marinara, ma anche gli atteggiamenti e un’allure particolare. Un’eleganza rilassata un po’ alla Ralph Lauren un po’ alla Tory Burch (che qui sono di casa: entrambi posseggono dimore sontuose), fatta di caftani e infradito, pantaloni bianchi e golfini a righe. Che trovano un perfetto complemento proprio nello chic informale e senza tempo degli orologi Hampton di Baume&Mercier.
Nata nel 1992, la collezione prende spunto però da un modello degli anni Quaranta, con la cassa di forma ispirata all’Art Déco. Le geometrie importanti, tipiche di quel gusto, sono sempre state una costante nell’evoluzione della linea Hampton, ma risultano ancora più accentuate negli esemplari presentati quest’anno. Interessati da un deciso restyling, ora hanno assunto un profilo allungato, più fedele al design originario. Aggiornato nelle proporzioni, filtrato da un rigore essenziale, quello stile (quasi) centenario si rivela così modernissimo.
Otto le nuove referenze: cinque femminili con movimento al quarzo e bracciale/cinturino intercambiabile; due automatici da uomo (a tre lancette o con i piccoli secondi) più un Grande date con secondo fuso orario. Tutti con la cassa in acciaio lucido, declinata in tre misure (piccola, media, grande). Quasi tutti con il quadrante argenté (tranne due eccezioni: blu o madreperla, per restare in tema marino), scandito dalle lancette a gladio e dai lunghi indici, con i numeri arabi al 6 e al 12.
Dal punto di vista meccanico, i nuovi Hampton (maschili) montano movimenti Eta o Soprod, personalizzati nelle finiture – mentre i femminili contano su un quarzo rigorosamente Swiss made, dotato di batteria a lunga durata (7 anni). Da segnalare la scelta della complicazione utile, che rimanda all’immaginario del viaggio e delle mete lontane, senza però influire eccessivamente sul costo dell’orologio (3.950 euro; per gli altri modelli ci si aggira dai 1.450 ai 2.550 euro).
Del resto, il rapporto qualità/prezzo è sempre stato uno dei punti di forza dell’intera collezione (in linea, tra l’altro, con la filosofia della casa). D’accordo, insieme all’estetica Déco, intramontabile e mai scontata. Eppure credo che buona parte del successo provenga proprio dal quel nome, capace di rievocare un mondo lontano, pieno di bellezza e di relax. Ma soprattutto di renderci partecipi di un sogno.