Approfondimenti

Classique Souscription, il primo Breguet per l’anniversario

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C’è chi lo chiama il Leonardo da Vinci dell’orologeria. Perché Abraham-Louis Breguet – vissuto fra il 1747 e il 1823 – è famoso per gli innumerevoli dispositivi che hanno cambiato per sempre il volto e la tecnica degli strumenti meccanici per la misura del tempo: dal tourbillon alla molla sonora degli orologi a ripetizione (ovvero il gong), tanto per citarne un paio. In realtà non fu solo il geniale inventore che tutti conoscono. Fu anche uno straordinario imprenditore, un uomo di marketing ante litteram. Lo dimostra il nuovo Classique Souscription, riedizione in formato da polso di un particolare genere di “tasca” da lui creato.

Devo sottolineare però che si tratta anche del primo esemplare lanciato dalla Maison Breguet per festeggiare i 250 anni dalla fondazione. Le celebrazioni proseguiranno per tutto questo 2025 con altri modelli, magari complicati (volete che non ci sia un tourbillon dell’anniversario?). Ma che per ora rimangono top-secret: quindi, concentriamoci su questo.

La nascita dell’orologio da sottoscrizione

Nel 1796, Abraham-Louis Breguet presentò una novità assoluta: il cosiddetto “orologio da sottoscrizione”. Come scrive Emmanuel Breguet nella monografia sui suoi avi pubblicata due secoli dopo, “si trattava di un orologio semplice da costruire, robusto, perfettamente affidabile e poco costoso, di grande diametro e dotato di un’unica lancetta”. Perché si chiamasse così lo spiegava il Maestro nell’opuscolo promozionale stampato ad hoc: “Il prezzo (…) sarà di 600 franchi. Un quarto della somma verrà pagato all’atto della sottoscrizione. La fabbricazione non subirà ritardi e la consegna rispetterà l’ordine di sottoscrizione”.

L’esistenza e i contenuti della stessa brochure sono emblematici delle doti imprenditoriali di Abraham-Louis Breguet. Prima di tutto perché era una forma di materiale pubblicitario che, all’epoca, doveva avere ben pochi equivalenti. E poi perché, nel testo, spiegava che il denaro versato in anticipo sarebbe servito “per acquistare i pezzi occorrenti a quella che sembra quasi una produzione in serie”. In pratica il grande orologiaio in questo modo non solo si procurava la somma necessaria per coprire le prime spese, per esempio i costi dei materiali, ma soprattutto iniziava la produzione con la certezza della vendita e rischi limitati. In pratica produceva solo ciò che aveva già venduto (o sarebbe stato venduto a breve: noi oggi diremmo “in pre-ordine”). Sarà un azzardo, ma mi sembra che Breguet seguisse in nuce ciò che gli economisti contemporanei definiscono logica pull.

I precedenti

Come si legge in quello stesso volume, l’idea di realizzare orologi semplici e meno costosi, quindi accessibili a un pubblico più vasto, in realtà covava nella mente di Breguet da diverso tempo. I registri d’archivio riferiscono di un orologio “semplice a una lancetta”, il n. 188, venduto nel 1792 “all’ex vescovo di Autun, Monsieur de Talleyrand” (ennesimo cliente celebre!), e altri tre simili negli anni successivi. Il termine “sottoscrizione” appare per la prima volta a proposito dell’orologio n. 96, iniziato nel 1794 e venduto due anni dopo a tale Monsieur Coquille. Un altro esemplare, sperimentale, fu venduto nel ’97. Poi, la brochure pubblicitaria lanciò l’orologio da sottoscrizione su più larga scala.

Il nuovo Classique Souscription ovviamente non segue le regole della sottoscrizione del passato, ma si rifà a quei precedenti – 700 in tutto, realizzati nell’arco di un ventennio – sia nell’estetica sia nella tecnica. Ne sono una prova gli esemplari riuniti nel Museo Breguet, a Parigi, «acquistati nel corso degli anni all’asta», come racconta sempre Emmanuel Breguet, Responsabile del patrimonio della Maison, «in argento e in oro, tra cui si trovano gli orologi n. 246, n. 324, n. 383, n. 1576 e n. 3424, straordinariamente ben conservati». Per inciso, gli orologi da sottoscrizione furono la base per lo sviluppo degli esemplari “a tatto”, che permettevano di conoscere l’ora semplicemente toccandoli: un’altra invenzione del grande orologiaio. Ma non divaghiamo…

Il quadrante del Classique Souscription 2025

Le affinità fra gli antichi predecessori e l’attuale Classique Souscription sono evidenti già nell’aspetto. A cominciare dal quadrante: oggi come allora in smalto bianco, con un’uniformità cromatica e una “pastosità” che solo la tecnica à Grand Feu può conferire. Scandito da una minuteria chemin de fer e dai numeri arabi Breguet – realizzati sempre in smalto, questa volta Petit Feu (quindi sottoposto a passaggi in forno a una temperatura più bassa degli 800°C richiesti dal Grand Feu) -, è dominato dall’unica lancetta centrale. Una lancetta particolare: dalla punta allungata e arcuata per meglio indicare ore e minuti insieme, sebbene come di consueto à pomme evidée e in acciaio azzurrato alla fiamma, per spiccare meglio sullo sfondo immacolato.

Sotto la luce radente, fra il perno della lancetta e le ore 6, si legge poi la firma segreta, invisibile se non nelle giuste condizioni e a patto di conoscerne la presenza. Come tutti ricorderanno, nacque come vero e proprio sistema anticontraffazione: adottato da Breguet attorno al 1795 e generalizzato proprio con gli orologi da sottoscrizione, serviva a identificare gli esemplari autentici dalle copie, numerose già allora. La firma segreta, effettuata con un pantografo a punta secca e seguita sempre dal numero individuale dell’esemplare, nei pezzi d’antan con quadrante in smalto appare in genere incisa sotto il numero 12. Nel caso del nuovo Classique è accompagnata anche dalla scritta Souscription, a ribadirne l’identità.

La cassa in oro Breguet

Quindi la cassa. Rotonda, semplice, con la lunetta sottile e le anse arcuate, si differenzia dai modelli d’epoca in primis per le dimensioni ridotte: 40 mm di diametro anziché 61 – ovviamente per la trasposizione al polso. Ma si distingue soprattutto per il materiale. Il Classique Souscription 2025 è infatti realizzato in oro Breguet, una lega esclusiva, concepita e sviluppata “in casa”. Si tratta naturalmente di una lega a 18K, come vuole la legislazione attuale: e unisce al 75 per cento di oro altri metalli quali l’argento, il rame e il palladio (in percentuali non dichiarate).

La tonalità unica, calda e leggermente rosata, prende ispirazione da quella del nobile metallo utilizzato nel XVIII secolo, ai tempi del fondatore della Maison. Oltre a offrire una maggiore fedeltà storica agli orologi d’epoca, almeno dal punto di vista cromatico, l’inedito oro Breguet rivela il savoir-faire orafo dei tecnici della Manifattura. E allo stesso tempo la volontà di innovare, di intraprendere nuovi percorsi: con coerenza, seguendo le orme di Abrahams-Louis Breguet.

Il movimento “all’antica”

Le similitudini fra gli orologi da sottoscrizione d’antan e il Classique Souscription di oggi continuano anche nella meccanica. Se si guarda attraverso il fondello in vetro zaffiro, si vede il nuovo calibro VS00, la cui architettura riprende proprio quella degli orologi da sottoscrizione, nella forma definitiva. I fan di Breguet e i conoscitori più appassionati della Maison non potranno non notare la netta somiglianza con i movimenti della collezione Tradition, che in effetti prende come modello proprio gli orologi da sottoscrizione (anche se con i componenti “a vista”, trasferiti sul lato quadrante).

Oggi come allora si tratta di un calibro essenziale, robusto, facile da costruire, improntato su un estremo rigore ed equilibrio formale. La struttura simmetrica vede i ponti a gradino fissati sulla platina tramite viti, il treno del tempo e l’organo regolatore nella parte alta del movimento. Al centro invece si trova il grande bariletto, con la ruota a cricchetto decorata, incisa con una scritta in corsivo. Perfino la finitura finemente sabbiata di platina e ponti si ispira ai movimenti storici. A ben guardare, però, presenta un mix di “vecchio” e “nuovo” – com’è giusto che sia: sarebbe assurdo non applicare le tecnologie più attuali… Così, al tipico paracadute, il dispositivo antiurto inventato da Breguet nel 1790, fa da contraltare la spirale in Nivachron™, antimagnetica. Mentre l’autonomia raggiunge i 4 giorni, per rispondere alle esigenze del pubblico contemporaneo, ormai abituato ad avere orologi “a prova di weekend”.

Packaging e prezzo

Riporto come sempre ulteriori informazioni, più dettagliate, nelle didascalie. Qui concludo con le ultime, necessarie informazioni. I primi esemplari del Classique Souscription arriveranno a breve, già nei prossimi giorni, nelle boutique Breguet, e saranno in vendita a 53.600 euro. Considerato quanto ho scritto fin qui (la lega “di proprietà”, il quadrante in smalto, il nuovo movimento, le lavorazioni artigianali) mi sembra un prezzo corretto. Alto, è vero, ma non dimentichiamo che siamo nel contesto dell’alta orologeria. Ma merita un cenno anche la speciale confezione che racchiude l’orologio: un astuccio in marocchino rosso, la pregiata pelle a concia vegetale dalla grana fine e irregolare. Ispirato alle custodie utilizzate da Abraham-Louis Breguet, è fregiato da scritte in oro impresse a caldo, a sottolineare l’anniversario e l’esclusività della creazione.