Il bello di Philipp Plein sta nel fatto che riesce a portare il suo modo di essere, diciamo così, sopra le righe, anche all’interno di un mondo come l’orologeria, che per molti versi è all’opposto di quello dello stilista tedesco. Anche una collezione come The Hexagon Phantom, che vorrebbe essere più misurata di altre, finisce per diventare un manifesto fashion che non tradisce la vocazione a stupire del Marchio.
Negli orologi The Hexagon Phantom non cercate storytelling evocativi o racconti di meccanica strabiliante. C’è solo Philipp Plein in purezza sotto l’aspetto della forma, del colore, della presenza al polso. Si tratta principalmente di coerenza stilistica e di ricerca dell’estetica ad effetto, che per qualcuno sembra imitazione di marchi più illustri, mentre per come la vedo io è più una trasfigurazione. Mi vengono in mente la Marilyn Monroe e il Che Guevara di Andy Warhol; l’artista copiava le loro fotografie per trasformarle in quadri? No, le trasfigurava attraverso il filtro della propria ispirazione per dare loro una nuova dimensione.
Lungi da me paragonare il genio di Warhol con quello di Plein, o gli orologi di quest’ultimo con quelli di altri brand. Riconosco però allo stilista il fiuto fenomenale per i trend e la capacità di interpretarli e seguirli, trasformando i propri prodotti in successi commerciali. The Hexagon Phantom è probabilmente tra questi.
The Hexagon Phantom in verde e in nero
Parliamo di un orologio che attualmente Philipp Plein propone in due versioni con cassa tonneau da 44 mm, tipica della collezione The Hexagon Phantom e tanto cara allo stilista. Sia la cassa sia il bracciale sono in acciaio; in una referenza hanno un rivestimento Ip nero, nell’altra l’acciaio è lasciato “a vista”, lavorato con una satinatura verticale alternata alla finitura lucida delle parti smussate.
Delle due referenze, a mio parere è questa la più interessante, proprio per le finiture della cassa e per il contrasto tra l’acciaio e il color oro di alcuni dettagli. Parlo delle sei viti esagonali poste sulla lunetta e delle due che si trovano tra le anse, sull’ultima maglia del bracciale. Sempre in color oro sono le lancette di ore e minuti (con materiale luminescente) e dei secondi centrali, la corona, così come il logo PP al centro del quadrante, incorniciato dal motivo esagonale che dà il nome a The Hexagon Phantom.
Questo grande esagono è interrotto a ore 6 dalla finestra del datario e circondato dagli indici applicati, con la parte esterna in color oro e quella interna con materiale luminescente. A completare il look, il quadrante verde brillante ha una trama esagonale, a nido d’ape – che, ça va sans dire, è un richiamo al nome della collezione.
Atmosfere gotiche
La referenza con rivestimento Ip nero è anch’essa molto Philipp Plein, anche senza teschi a farla da padrone. Lo penso almeno per due motivi. Intanto perché la finitura così scura è molto “gotica”, in linea con l’atmosfera di alcune collezioni dello stilista. Poi perché, come spesso ci ha abituato Plein, viene “accesa” dai cristalli baguette che ornano la lunetta, il vero tocco sopra le righe di questo The Hexagon Phantom.
Per il resto l’orologio presenta finiture apprezzabili, come la satinatura che caratterizza la carrure e il bracciale, o il motivo a esagoni che si ritrova anche qui sul quadrante e, grazie all’estetica total black, risulta discreto. O, ancora, il disco del datario bianco che richiama gli indici e le punte della lancette ricoperte di materiale luminescente.
Il quarzo “fashion” di The Hexagon Phantom
L’ho scritto all’inizio. All’interno del The Hexagon Phantom non cercate racconti di meccanica strabiliante. Il cuore dell’orologio è un solidissimo calibro Miyota 2115, un movimento al quarzo con ore, minuti, secondi centrali e data, che di solito è a ore 3 mentre qui, lo abbiamo visto, è al 6. Esiste anche un calibro 2105 che aggiunge la complicazione del giorno della settimana.
Miyota dichiara che la precisione di questo movimento è in media di circa +/-20 secondi al mese. Il calibro 2115/2105 utilizza una batteria la cui durata è stimata in 3 anni. È presente una modalità di risparmio energetico – nota anche come “hacking” – che si attiva estraendo la corona in posizione II, ossia in modalità di regolazione dell’ora.
Il prezzo? In linea con quello degli altri orologi della collezione, ossia 490 euro. Una cifra giusta per chi magari ama la meccanica ma, ogni tanto, preferisce lasciarla nel cassetto o in cassaforte e abbandonarsi allo stile. The Hexagon Phantom è lì per quello.