Partiamo dalla notizia: Bulova ha riportato in vita il mitico Accutron, mantenendo lo spirito che ne determinò la nascita nel 1960, ben 65 anni fa. E per presentare alla stampa specializzata e ai retailer italiani la novità, ha organizzato un evento a Bologna lo scorso ottobre. Due giorni nei quali la genesi dell’Accutron e l’avanguardia di Bulova – che tale era già nella seconda metà del secolo scorso – sono state il centro di una narrazione dalla quale l’importanza di questo orologio per la storia della cronometria e dell’orologeria sono emerse in modo netto e inequivocabile. Noi c’eravamo e per quei due giorni abbiamo respirato storia, modernità e pionierismo attraverso il nuovo Accutron Spaceview 314.
Anche perché in questo settore bello e maledetto delle lancette, non capita tutti i giorni che un marchio di orologi attinga alla storia (alla propria e alla Storia con la S maiuscola) e realizzi qualcosa di veramente audace, di inatteso. Bulova, con l’Accutron Spaceview 314, lo ha fatto. A più di sessant’anni dall’introduzione del primo orologio da polso completamente elettronico al mondo, il marchio ha riproposto il movimento che ha dato inizio a tutto: il calibro a diapason.
È vero, un mesetto e mezzo fa ne avevamo anticipato il lancio in questo articolo, dove però il nostro Francesco Consumi aveva raccontato gli ultimi sviluppi dell’Accutron negli anni Duemila, prima di vedere l’orologio. Ora che lo abbiamo visto, possiamo aggiungere qualcosa.
Prima dell’Accutron Spaceview 314
Intanto non tornerei sulla storia dell’Accutron. Consumi ne ha trattato in maniera approfondita e super-competente in tre contributi, che potete leggere qui, qui e qui. Una cavalcata in tre puntate che ricostruisce, oltre che la nascita e lo sviluppo della tecnologia, anche il contesto storico nel quale l’orologio è nato. Un contesto fatto di Guerra Fredda, corsa allo Spazio e agli armamenti, ingegneria pionieristica: un contesto che, pur se in parte diverso da quello odierno, ha contribuito ad arrivare a quello che oggi è l’Accutron Spaceview 314.
Lanciato originariamente nel 1960, il movimento a diapason non era solo una curiosità tecnica eccentrica, ma rappresentava una vera e propria rivoluzione nel campo della misurazione del tempo. All’epoca, la maggior parte degli orologi funzionava utilizzando ruote e molle, e Accutron cambiò questa configurazione. Max Hetzel, genio dell’ingegneria elettronica basato in Svizzera, compì il primo progresso rivoluzionario nella misurazione del tempo in 300 anni, sostituendo la tradizionale molla principale e i bilancieri con circuiti elettronici a transistor. In questo modo aprì la strada alla tecnologia del diapason, realizzando il primo orologio completamente elettronico al mondo.
Quel nuovo cervello dell’Accutron, non più meccanico ma elettronico, emetteva un ronzio a 360 Hz in Fa diesis e garantiva uno scarto sulla precisione di appena un paio di secondi al giorno. Roba che, negli anni ’60, era quasi fantascienza. Gli ingegneri della Nasa e i programmi militari statunitensi adottarono quella tecnologia, la misero al polso degli astronauti e la integrarono nelle cabine di pilotaggio degli aerei, utilizzandola anche nelle prime missioni spaziali. Quel leggero ronzio divenne un simbolo di progresso.
Accutron Spaceview 314: figlio del XXI secolo
Ecco perché l’Accutron Spaceview 314 appena lanciato non è una riedizione, ma una reinvenzione del progetto originario di 65 anni fa. Dopo oltre dieci anni di sviluppo, il nuovo movimento a diapason è stato costruito da zero utilizzando strumenti e tolleranze moderne che semplicemente non esistevano nel XX secolo. Il calibro Accutron è infatti rinato grazie al lavoro incessante svolto nel corso degli ultimi 10 anni da diversi ingegneri del gruppo Citizen nei laboratori di ricerca di Tokyo.
L’obiettivo di quel gruppo di lavoro era quello di ricreare la tecnologia innovativa di Accutron, reinventata nel XXI secolo. Obiettivo raggiunto grazie al nuovo calibro Accutron Y230 che non emette ticchettii, ma un silenzioso ronzio sulla “storica” nota del Fa Diesis, data dalla vibrazione del diapason e necessaria a garantire una precisione di due secondi al giorno, come nel 1960. Nonostante la massiccia tecnologia che ha alle spalle, il calibro è assemblato a mano e per certificare la qualità della vibrazione a 360 Hz del diapason e il moto fluido della lancetta dei secondi, l’orecchio e l’occhio umano sono ancora imprescindibili.
Non si tratta di nostalgia fine a se stessa. Il nuovo Accutron Spaceview 314 e il suo calibro Accutron Y230 conservano le caratteristiche che hanno reso famoso il modello originale, portando qualcosa di poetico nel ritorno di quel caratteristico ronzio. In un momento in cui la maggior parte dei marchi è alla ricerca di complicazioni o nuovi materiali, Bulova ha scelto di riportare in auge un suono che è soprattutto una sensazione, un ricordo: qualcosa che un tempo rappresentava l’Avanguardia e che oggi è Storia.
Toccare con mano
In occasione dell’evento di Bologna ho potuto avere tra le mani e indossare il nuovo Accutron Spaceview 314. Devo dire che la sensazione al polso è notevole ma, soprattutto, il ronzio del diapason è qualcosa di davvero affascinante. Il quadrante aperto con vista piena sui circuiti elettronici è un teatro in cui l’avanguardia orologiera interpreta se stessa e non ha paura di confrontarsi con la vita quotidiana di chi indossa l’orologio.
Bulova propone l’Accutron Spaceview 314 in quattro varianti, tre delle quali disponibili in Italia. Per i dettagli tecnici ed estetici vi rimando alle didascalie. Qui segnalo che i retailer del nostro Paese avranno a disposizione due referenze con cassa in acciaio da 39 mm (5.100 euro) e una con cassa in titanio grado 5, sempre da 39 mm (5.300 euro). L’altra referenza ha la cassa in oro con un diametro più contenuto (37 mm) ed è realizzata in soli 65 esemplari. Tenete conto che, per le referenze disponibili in Italia, a causa della complessità della realizzazione del movimento, la produzione (non l’edizione) è limitata. Del resto, non si tratta di articoli destinati al mercato di massa, ma a persone che amano il funzionamento degli orologi e il comprendono fino in fondo perché il calibro è spesso più importante dell’estetica.
In conclusione, è bene riportare alla mente che nel nome Accutron era racchiusa già la missione che Bulova si era data nel creare il movimento: Accutron, ossia Accuracy Through Electronics, la precisione grazie all’elettronica. Con il suo Accutron Spaceview 314, il brand ci ricorda che la vera innovazione spesso non sta nel creare qualcosa di totalmente nuovo, ma nell’avere il coraggio di rivisitare ciò che un tempo funzionava, per renderlo ancora migliore. Da quello che ho visto con i miei occhi e toccato con le mie mani, ci è riuscita.
