Il Giornale degli Orologi
Approfondimenti

Tecnica: come si accorcia il cinturino di gomma

Servono gli attrezzi adatti: una pinzetta da orologiaio, forbici a lama lunga (il taglio del cinturino sarà più preciso) e una serie di cacciaviti, fra i quali è fondamentale, in questo caso, quello con la lama dotata di un piccolo taglio a V.
La prima cosa da fare è proprio quella di liberare il cinturino premendo su una delle barrette elastiche che lo tengono in sede. Si agisce con il cacciavite dal taglio a V, appunto, concepito per questo specifico uso. Il tecnico, come sempre, siede in basso per poggiare i gomiti sul piano di lavoro. È la classica posizione dell’orologiaio che consente di non affaticare le braccia e di poter lavorare con la miglior precisione.
Il cinturino con ancora la barretta elastica telescopica. Si noteranno i fori predisposti per alloggiarlo dopo il taglio dell’eccedenza. Come al solito, una delle due parti ha una maggior quantità di fori rispetto all’altra: conviene iniziare da questa parte e solo dopo aver raggiunto lunghezze pari si procederà, eventualmente, alternando i tagli.
A questo punto si posa l’orologio, aperto, sul piano di lavoro (coperto da un tappetino in materiale sintetico che impedisce alle parti più piccole di nascondersi o saltellare ovunque con risultati disastrosi). Con un cinturino “finto” si misura il diametro del polso e si riporta la lunghezza sul cinturino da tagliare. Tenendosi sempre un po’ abbondanti: se si taglia troppo, il cinturino - ormai inservibile - andrebbe sostituito.
Con un taglio netto (e aiutandosi con le guide predisposte: ma ci vuole comunque mano ferma ed esperienza) si elimina l’eccesso, dopodiché con una pinzetta da orologiaio si estrae lentamente la barretta telescopica dalla sua sede. La barretta farà resistenza perché il foro è calcolato per evitare giochi eccessivi. Bisogna evitare che la barretta parta via come un missile.
Dopo un taglio “di rifinitura” per smussare l’angolo vivo creato dal primo taglio si mette in sede la barretta telescopica. Da notare che la chiusura pieghevole di questo esemplare ha un sistema rapido di regolazione variabile per poter meglio adattare il bracciale al polso. Meglio quindi partire da una regolazione intermedia, per poi adattare il cinturino alle diverse situazioni.
Il lavoro è terminato: al polso l’orologio si è immediatamente adattato, grazie all’occhio esperto del tecnico. Se la lunghezza fosse ancora eccessiva, allora bisognerà ripetere l’operazione. È importante ricordare che la chiusura pieghevole deve trovarsi in una posizione specifica (centrale per le fibbie a doppia piegatura, leggermente laterale per quelle a piegatura unica, in genere), per poter risultare più confortevole al polso.
Breitling Superocean Héritage II Chronograph 44: cassa in acciaio (44 mm), impermeabile fino a 10 atm. Movimento meccanico a carica automatica (calibro Breitling 13, base ETA Valjoux 7750), cronografo con secondi continui e funzione day-date. Quadrante opaco, lancette e indici luminescenti, ghiera unidirezionale girevole con inserto in ceramica, vetro zaffiro, cinturino in gomma. 5.530 euro
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Regolare la lunghezza del cinturino sul proprio polso è un gioco da ragazzi. Ma solo se lo fate fare dal vostro orologiaio di fiducia…


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Avete finalmente fra le mani il vostro nuovo Breitling Superocean Héritage II Chronograph 44. E ne andate giustamente fieri: movimento meccanico a carica automatica, un Valjoux nella versione migliore, con spirale di prima qualità (che consente di superare i test di cronometria) e doppio datario, lunetta girevole con inserto in ceramica, cassa in acciaio a forte tenuta stagna – 20 atmosfere. Grande orologio. Ma bisogna accorciare il cinturino in gomma, che ovviamente arriva “lasco” per poterlo adattare a qualunque polso. Avete una qualche dimestichezza con i lavori manuali e, per poterlo mettere al polso il più presto possibile, vi armate di forbici per tentare l’operazione. Non fatelo!

Anche questi “piccoli” interventi richiedono esperienza specifica, i giusti attrezzi e persino il giusto posto di lavoro. Per dimostrarlo, abbiamo realizzato una breve sequenza di fotografie nel laboratorio di Pisa Orologeria, che ringraziamo insieme alla pazienza del tecnico, Matteo Gustarini, che ha accettato di eseguire l’operazione davanti ad una fotocamera: di solito i tecnici preferiscono lavorare lontani da occhi estranei, che comunque rischiano di ridurre la concentrazione necessaria per eseguire al meglio anche operazioni apparentemente semplici come questa. L’intervento del professionista è sempre la soluzione migliore.

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