La manifattura di Sciaffusa si appresta a dedicare l’anno che verrà ai suoi pilot’s watch. E ad imbarcarsi in un’impresa senza precedenti. Proprio come ai tempi pionieristici dell’aviazione
Quelli dedicati ai cosiddetti “pre-qualcosa”, in orologeria, sono eventi a loro modo singolari. Ed al cui riguardo si potrebbe scrivere un teorema. Perché? Perché ti danno l’opportunità di vedere in anticipo i modelli che terranno banco nell’anno a venire a patto di… non farne parola con nessuno. Riservatezza, segretezza, embargo. Disciplina. Ma allora a cosa servono? Servono per esempio ad annusare l’aria con anticipo. A prepararsi a quel che verrà, ad avere insomma il giusto tempo per metabolizzare, ragionare. Per giudicare poi con criterio. Prendiamo ad esempio il caso IWC.
IWC, il volo e i motori
Il 2019 di IWC sarà interamente consacrato al volo (questo possiamo dirlo), come anticipato guarda caso durante il pre-SIHH d’ordinanza. E riconsideriamo – come non sarebbe possibile fare in condizione di stress e di sovraesposizione di novità da salone – quello che potrebbe altrimenti apparire come il solito ciclico rilancio di una collezione, in questo caso a tema aeronautico, sulla base di una serie di appunti. Solo apparentemente “disordinati” e slegati fra loro:
- Sin dagli anni ’30 del Novecento il brand di Sciaffusa ha sempre avuto un rapporto privilegiato con il mondo dell’aviazione.
- Nel 1938, su esplicita richiesta della Raf, entra in servizio il primo aeromobile da difesa Spitfire.
- Poi nel 2003 IWC introduce per la prima volta nella sua gamma di pilot’s watch proprio una linea battezzata Spitfire.
- L’anno dopo la marca si impegna in una partnership a lungo termine con Mercedes AMG.
- Sulla scia di Mercedes AMG, IWC arriva a Goodwood, scopre un mondo, e nel 2015 ne diviene Timing Partner del Members’ Meeting.
- All’interno della tenuta di Goodwood c’è sì un circuito, ma anche un piccolo aerodromo, cruciale durante la Seconda guerra mondiale.
- Presso l’aerodromo ha sede la Boultbee Flight Academy, guarda caso l’unica al mondo ancora in grado di insegnare a pilotare uno Spitfire.
- Steve Boultbee Brooks e Matt Jones, colonne dell’Academy, coltivano da tempo il sogno di restaurare uno “Spit” e intraprendere a bordo di esso un ambizioso giro del mondo.
- Appresa la notizia Iwc si impegna ad appoggiare il progetto di restauro salendo a bordo dell’impresa.
- Nel 2019, anno in cui la menzionata impresa avrà luogo, Iwc si appresta a rilanciare la propria linea Spitfire, insieme a tutta una rinnovata gamma di pilot’s watch.
Accadimenti dissimili tra loro, per tempi, luoghi e protagonisti. Eppure in qualche modo intrecciati in una sorta di trama non scritta che dà vita a una storia. Una storia da raccontare, anche attraverso un orologio. Tutto naturale, quasi logico, addirittura scontato. Persino quando del tutto casuale. Segno che quando quella storia c’è, è forte e soprattutto reale, ogni altro elemento, o intervento artefatto, diventa superfluo. Perché tutto viene percepito come genuino, autentico, in maniera del tutto naturale. Senza bisogno insomma di nessun abile make-up a livello di marketing. Certo poi va da sé che oltre alla storia, se si vuole vendere, occorrono anche i prodotti giusti, ma quelli, per quanto visto in anteprima, a IWC non sembrano mancare.
Alcune novità del 2019 di IWC
In attesa quindi del via libera ufficiale, concomitante con l’apertura del SIHH 2019, ecco allora qualche macro considerazione in grado di andare oltre la semplice analisi stilistica delle novità. I materiali saranno destinati sempre più a fare la differenza. Nella linea Top Gun farà per esempio il suo esordio il Ceratanium, ovvero il titanio ceramizzato esclusiva della marca (in questo caso nero), mentre il Big Pilot’s Watch Constant-Force Tourbillon Edition “Le Petit Prince” porterà al debutto un oro rosso “duro”, fino a 10 volte più resistente ai graffi di un oro di tipo tradizionale. Un oro 18 carati, attenzione, modificato nella sua microstruttura, e quindi non “tagliato” con differenti materiali per aumentarne la resistenza come avviene altrove. Piccolezze, all’apparenza, ma in realtà soluzioni frutto di un impegno notevole, reso possibile grazie all’apertura della nuova manifattura.
E poi c’è naturalmente lo Spitfire, o meglio la famiglia Spitfire. Per la prima volta equipaggiata esclusivamente con calibri di manifattura (anche questo un cambiamento epocale conseguente alla migliorata e aumentata capacità produttiva del nuovo Manifakturzentrum). Come il 69380, cronografo con ruota a colonne lanciato nel 2016, interessante anche per le sue dimensioni ridotte che hanno consentito a IWC di portare il suo Pilot’s Watch Chronograph Spitfire a un diametro di 41 mm. Più vicino cioè alle reali dimensioni degli orologi da aviatore in uso durante il Secondo conflitto mondiale. Nel Pilot’s Watch Timezoner Spitfire Edition “The Longest Flight” la manifattura di Sciaffusa si appresta a combinare invece per la prima volta un calibro automatico fatto in casa con il meccanismo brevettato del Timezoner. Tanta sostanza, insomma, oltre all’apparenza. E come detto, questo è solo l’inizio, l’antipasto.
Per concludere
Ulteriori sorprese, c’è da scommettere, non mancheranno. Perché il 2019 di Iwc sarà un anno con gli occhi del mondo puntati addosso. Dal punto di vista del prodotto e dell’immagine. Specie a partire dall’estate, quando prenderà il via il progetto “Silver Spitfire – The Longest Flight” che vedrà come detto lo “Spit” di Steve Boultbee Brooks e Matt Jones intraprendere un giro del globo. Ambizioso ma significativo perché consentirà a un gran numero di Paesi e ai loro abitanti di ammirare per la prima volta questo storico e affascinante velivolo (pensato per voli a corto raggio e non per le grandi trasvolate). Spitfire che naturalmente porterà sulla sua carlinga le insegne (e la storia) di Iwc.