Approfondimenti

La spirale in carbonio di TAG Heuer. Una prima assoluta

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Storia e riflessioni sui materiali anti-magnetici. E qualche informazione sull’inedita spirale in carbonio composito di TAG Heuer: montata nel nuovo Carrera Calibre Heuer 02T Tourbillon Nanograph, prefigura scenari futuri estremamente interessanti

Nivarox, azienda appartenente a Swatch Group e quindi per ora fuori portata per le marche esterne al gruppo. Poi ci sono i molti orologi con componenti in silicio, materiale introdotto in orologeria da Ulysse Nardin, che conserva un vantaggio sui concorrenti. Un vantaggio forse non determinante, ma comunque un vantaggio.

Irrompe ora in campo un nuovo sfidante: TAG Heuer. E la scommessa si fa molto, molto più interessante. TAG Heuer, con l’aiuto di un’azienda americana specializzata, la CVD Equipment (pioniera anche nella tecnologia dei nanotubi di carbonio), è riuscita a mettere a punto una particolare formulazione di fibra di carbonio che consente di produrre spirali assolutamente amagnetiche. Bene, mi dirai: e chi se ne frega? C’è già il silicio!

Mica tanto. Col silicio è possibile produrre solo componenti di spessore minimo: spirali, appunto, in alcuni casi l’àncora e qualche ruotismo, che però è tanto sottile da richiedere elevatissimi livelli di precisione nel montaggio e di cui più di un tecnico dubita, per questioni di resistenza meccanica. Lo stesso Nivagauss impiegato da Omega sembra non si presti alla realizzazione di componenti sottili, tanto che la spirale dei calibri Omega è in silicio. Vedremo cosa accadrà in futuro con gli sviluppi del nuovo Nivachron, lega di titanio che però è “solo” (si fa per dire) 15 volte più antimagnetica dei materiali attualmente usati.

Con la formulazione di carbonio impiegata da TAG Heuer nel Carrera Nanograph, invece, si aprono praterie immense, si apre un pianeta di possibilità che, in teoria, potrebbe portare a movimenti interamente realizzati con diverse formulazioni di fibra di carbonio. Anche perché una specialista come la CVD Equipment, dopo essere riuscita sotto la guida di TAG Heuer a realizzare forse la cosa più difficile (la spirale, appunto), non dovrebbe avere troppe difficoltà a piegare o modificare le attuali tecnologie della fibra di carbonio per produrre altre componenti degli orologi meccanici.

Non credo che la fibra di carbonio potrebbe sostituirsi ai materiali tradizionali. Se, come sappiamo, l’obiettivo è quello di realizzare orologi facilmente riparabili anche fra mille anni con tecnologie “sicure”, allora usare metalli e leghe metalliche è la strada migliore perché è per molti versi la più semplice e collaudata. Anche se per ora non si è riusciti a creare una lega con le caratteristiche di amagnetismo, elasticità, insensibilità agli shock termici e così via che i tecnici sognano.

Al tempo stesso con il silicio è praticamente impossibile realizzare componenti “tridimensionali” come leve, camme e soprattutto perni. Sotto questo punto di vista il carbonio appare certamente più