Approfondimenti

La spirale in carbonio di TAG Heuer. Una prima assoluta

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Storia e riflessioni sui materiali anti-magnetici. E qualche informazione sull’inedita spirale in carbonio composito di TAG Heuer: montata nel nuovo Carrera Calibre Heuer 02T Tourbillon Nanograph, prefigura scenari futuri estremamente interessanti

promettente, anche se non è facile prevedere la durata delle resine in cui il carbonio deve essere inglobato: a tutt’oggi si realizzano pezzi in composti a base di carbonio nei quali la durata nel tempo è più limitata rispetto a quanto i tecnici d’orologeria vorrebbero.

Resta comunque il fatto che TAG Heuer sta ormai da anni percorrendo sentieri tecnologici nuovi e scandalosi. Scandalosi perché funzionali, scandalosi perché consentono di tener bassi (relativamente) i prezzi, visto che il Nanograph (che, non dimentichiamolo, è anche un tourbillon) costa soltanto 23.200 euro; e scandalosa perché rende sempre più interessanti tecnologie ufficialmente lontane dall’orologeria tradizionale. Del resto, i vantaggi sono evidenti: faccio un copia/incolla di una parte del comunicato stampa. Che recita:

I principali vantaggi della spirale in carbonio composito di TAG Heuer:

Realizzata in un materiale leggero e a bassa densità, è praticamente insensibile alla gravità e agli urti. Gli orologi sono stati sottoposti a test di caduta nel laboratorio di TAG Heuer fino a 5000 g/1 m su una superficie dura: le molle metalliche si sono piegate, le molle al silicio si sono rotte, mentre la molla in carbonio composito è rimasta completamente intatta.

Le oscillazioni perfettamente concentriche sono rese possibili grazie alla geometria della spirale in carbonio composito e migliorano la precisione dell’orologio.

La spirale in carbonio composito è realizzata con il colletto già montato; di solito, questo piccolo elemento che fissa la molla metallica all’asse del bilanciere richiede un montaggio complicato e genera ulteriori imprecisioni.

La spirale in carbonio composito è completamente antimagnetica, il che esclude qualsiasi imprecisione indotta dal contatto dell’orologio con una fonte magnetica.

Il comportamento termico e l’aeroelasticità ottimali sono stati ottenuti abbinando la spirale in carbonio composito con un bilanciere in lega di alluminio.

Sul primo punto, in particolare, andrebbe aggiunto che il Carbon+, il materiale di base di cui si parla, viene utilizzato in una diversa configurazione anche per ruote di biciclette da “fuoristrada”. Nel caso della spirale, però, la logica mi dice che il sistema di produzione cambia totalmente le carte in tavola aggiungendo alcune qualità in più. La tecnologia è simile a quella per la produzione di componenti in silicio e non credo sia un caso se fra i clienti di CVD Equipment Corporation vi sia, oltre a TAG Heuer, anche quella Intel con cui TAG già collabora per la realizzazione del proprio smartwatch…

Insomma, l’impressione è che dietro questa innovazione apparentemente episodica ci sia un progetto molto più ampio: prometto che torneremo (mi serve qualche mese per raccogliere ulteriori informazioni) a parlare delle sorprese che TAG Heuer sembra tenere in serbo. ”'”><\/script>‘