Approfondimenti

Dal Fifty Fathoms Bathyscaphe all’X Fathoms

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Nella celebre (e vastissima) collezione di subacquei, si trovano anche versioni al femminile o dalla tecnica estrema. Che confermano la storica passione per le immersioni della maison di Le Brassus

E ripartiamo dalla passione per le immersioni. Che è quella di Mark Hayek, Presidente e Ceo di Blancpain nonché membro del Comitato esecutivo di Swatch Group. Che a sua volta ha fatto da eco a quella di Jean-Jacques Fiechter, Ceo della casa dal 1950 al 1980 e “inventore” del primo Blancpain Fifty Fathoms, nel ’53. Più tardi, alla fine degli anni Cinquanta, Fiechter farà nascere una seconda collezione di orologi subacquei, la Fifty Fathoms Bathyscaphe. La novità più significativa è che questa collezione propone anche modelli per donna. Gli orologi subacquei per donna sono piuttosto rari, e ancor di più lo sono i “professionali” con movimento meccanico. Quando Marc Hayek ha ritenuto che Blancpain dovesse occuparsi anche delle donne sportive “toste”, ha creato la versione contemporanea del Bathyscaphe. Era il 2013, se non erro.

La collezione Fifty Fathoms Bathyscaphe comprende, ovviamente, molti modelli per uomo, tutti con i movimenti utilizzati nei Fifty Fathoms; per i solo tempo si tratta essenzialmente del calibro 1315, del quale si può solo dire tutto il bene possibile. Ma sarebbe pressoché impossibile alloggiare un 1315 nella cassa da 38 millimetri di un “femminile”; per cui i tecnici Blancpain hanno fatto quello che considero un vero e proprio omaggio alla donna scegliendo il calibro 1150.

Sempre meccanico a carica automatica, questo calibro non si distingue solo per il diametro ridotto (30,6 mm il 1315 e 26,2 per l’1150), ma anche per lo spessore contenuto (rispettivamente 5,65 contro 3,25 millimetri!), che consente di considerare l’1150 come un ultrasottile. Da notare che i due calibri hanno in comune una robustezza a tutta prova e una grande precisione, pur se l’1150 ha “solo” due bariletti anziché tre. Da notare, infine, che l’1150 è quasi il gemello dell’1151 del Barakuda: muta di qualche decimo lo spessore, ma di un millimetro il diametro. E questo lascia comprendere quanto sia complicata la gestione del diametro del movimento in relazione a quella della cassa, specialmente quando sono richieste particolari doti di resistenza alla pressione.

Dopodiché passiamo all’incredibile Blancpain X Fathoms. Presentato nel 2011, quest’orologio subacqueo possiede anche un profondimetro meccanico e un contaminuti (5) per controllare le pause di decompressione. Un orologio ancor oggi unico e sempre presente nel catalogo del marchio.

Il funzionamento del profondimetro è concettualmente semplice: l’acqua entra in una zona in cui è presente una sottilissima membrana in metallo amorfo (per evitare fenomeni “fantasma”, ossia spostamenti non coordinati, specialmente nel caso di variazioni di temperatura) che si deforma proporzionalmente alla pressione della colonna d’acqua. Un po’ come il timpano dell’orecchio si deforma sotto la pressione dell’aria. E sempre come un orecchio, questi spostamenti vengono registrati da un sensore che può essere paragonato al martelletto e quindi trasmessi (nell’orecchio tramite gli “ossicini”, nell’orologio tramite un treno d’ingranaggi opportunamente calcolati) ad una lancetta che può essere letta su due scale, tarate fino a 90 metri.

Il profondimetro è completato da un meccanismo (con sicura contro gli azzeramenti accidentali) per memorizzare la massima profondità raggiunta. E in più l’orologio prevede una valvola automatica per la fuoriuscita rapida dell’elio eventualmente penetrato nella cassa. Il tutto è costruito con tolleranze davvero infinitesimali, al punto che le indicazioni fornite possono essere (prudenzialmente) garantite entro i 30 centimetri di tolleranza. La descrizione dell’XFathoms è completata dall’attenzione con la quale Blancpain ha evitato le superfici lucide – a parte ovviamente l’ampio vetro zaffiro.

E per concludere vale la pena di citare un significativo “dietro le quinte”.
Durante la lavorazione di questo pezzo avevo bisogno di alcune foto, che ho chiesto a Blancpain. Esattamente com’era accaduto nel 2011 (quando ne avevo scritto un altro sempre a proposito dell’X Fathoms), Blancpain mi ha raccomandato più e più volte di non definire “professionale” questo orologio. Oggi come allora dico che si tratta di un orologio meccanico ad elevatissima tecnologia. Ma nessun professionista si sognerebbe di rinunciare a strumenti elettronici di precisione ben tarati e manutenuti.

Ma tanta vivacità per evitare che un orologio così eccezionale venga considerato non professionale la dice lunga sull’onestà delle persone che lavorano per il marchio. In circostanze equivalenti quanti, in segmenti diversi dall’orologeria, avrebbero insistito per il contrario? È per questo che continuo a fidarmi di Blancpain e delle altre marche (più di quante non si sospetterebbe) che non solo consentono ai giornalisti di evitare esagerazioni, ma glielo chiedono espressamente. Tanto di cappello.