… i duri cominciano a giocare. Anche con la liquirizia: l’RM 16-01 Réglisse ha un aspetto ludico, per il tema goloso e i colori vivaci. Ma in realtà nasconde contenuti tecnici elevatissimi. Come tutta la collezione Bonbon
Credetemi, dovreste provare tutti: fare le polpette di fango è una straordinaria soddisfazione. Specialmente nell’età matura, quando la consapevolezza di giocare amplifica il piacere di farlo. Obietterete: ma io non ho tempo di giocare, io ho ben altre preoccupazioni, io ho una casa, un’azienda, una nazione da mandare avanti… Tutte balle. Ognuno di noi gioca e fra poco ve lo dimostro.
Ma prima devo soddisfare le cieche regole di Google che, per indicizzarmi questo articolo, vuole farmi scrivere in un certo modo. Ok, faccio mente locale. La parola chiave – che qui sarà Richard Mille – da ripetere più volte. Le frasi brevi, non più di 25 parole. I paragrafi corti, niente passivi, le congiunzioni al punto giusto. E anche una serie di Tag: Augusto Veroni, Richard Mille Bonbon, Augusto Veroni se la ride, Richard Mille Réglisse, Richard Mille liquirizia, Augusto Veroni dice che forse ora basta col Seo (acronimo per Search Engine Optimization). Bene, con il permesso di Google vado avanti.
Ognuno di noi si perde in inutili giochi perché ognuno di noi ha oggetti, cibi, abiti e magari auto che non possiede solo per motivi pratici, ma anche per fare scena. Per sentirsi vellicato nell’animo, per farsi strappare un sorriso. Gioco, appunto. Dopodiché ognuno di noi gioca nella misura che tempo e soldi gli consentono. Io gioco con un’ottima Skoda e lo chiamo gioco perché comunque eccede le mie strette necessità. Altri giocano con Lamborghini e Ferrari. Ma se siamo entrambi consapevoli di giocare, non c’è astio, non c’è odio né invidia. Proprio come fra bambini che si riconoscono compagni di gioco, appunto.
Richard Mille è un adulto che gioca in modo molto serio. Le sue polpette di fango sono gli orologi. O meglio: il gioco di portare materiali e tecnologie dell’automobilismo estremo in orologi estremi, sotto ogni punto di vista. Prezzi compresi, sia chiaro. Mille ha prima lavorato in orologeria, poi a lungo in Matra – Mécanique Aviation Traction, comunque occupandosi anche di alcune marche orologiere in portafoglio. E poi ancora in orologeria pura, fino a creare una marca propria.
Ne ha fatte di cotte e di crude, Richard Mille. Ma quando quest’anno, al SIHH di Ginevra, ha presentato una collezione fatta solo di orologi ispirati ai dolci, qualcuno ha pensato fosse troppo. Conosco Richard abbastanza per sapere cose voglia dire per lui la parola “troppo” e mi scappa da sghignazzare… Invitando questo tipo di persone ad aspettare, trovo l’idea assolutamente fantastica: giocare, provocare, ma con una tecnologia a prova del critico più cattivo.
Ma, obietterà qualcuno, con quei colori puoi attirare solo il pubblico femminile: un uomo vero non metterebbe mai orologi del genere. Ok, se qualcuno ha bisogno di dimostrare la propria forse dubbia virilità attraverso simboli estetici della mitologia maschile faccia pure. Ma chi non ha dubbi su di sé riesce a giocare anche in questo senso. E infatti ho già visto il Richard Mille Liquirizia al polso di atleti e persone dello spettacolo duri come una roccia. Perché “quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare” (“Animal House”, film che non aver visto è masochismo masochista).
Il Richard Mille Liquirizia (RM 16-01 Automatic) è uno dei dieci modelli della collezione Bonbon, ciascuno in edizione limitata a 30 esemplari. Fondamentalmente sono varianti di tre modelli base: l’RM 07-03, l’RM 16-01, appunto, e l’RM 37-01. Di questi orologi sono di particolare interesse la forma e il movimento con massa oscillante a geometria variabile. In questo caso Mille dimostra una padronanza fuori dall’ordinario nel lavorare il titanio, che oltre al movimento comprende anche la placca a forma di spirale di liquirizia sul quadrante. E nel colorare la ceramica di colori veri e vivaci.
Si tratta quindi di una collezione di orologi il cui contenuto tecnico è elevatissimo e proviene dalla somma di competenze specifiche personali, ma anche di fornitori di primo piano. In più la vena ludica di Richard Mille, in combutta con Cécile Guenat, cui Mille ha affidato la direzione artistica di questa collezione, ha travestito la tecnica già conosciuta in nuove tecniche con le quali giocare in modo maledettamente serio. Pop art. Pop art che segnerà la storia del collezionismo d’orologi.