Attualità

Big Crown ProPilot X Calibre 115, il nuovo corso di Oris

{"autoplay":"false","autoplay_speed":"3000","speed":"300","arrows":"true","dots":"true","loop":"true","nav_slide_column":5}
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image

Sofisticato, ingegnerizzato, perfezionato. Accurato. Per Oris il Big Crown ProPilot X Calibre 115 rappresenta uno dei lanci più importanti di sempre. Ecco perché è interessante, a partire dal prezzo

Oris è una marca che, quanto meno in tempi recenti, ha sempre fatto della concretezza il suo credo. E questo già di per sé meriterebbe molto più di un plauso. Perché quando sei indipendente, e magari ti ritrovi con spalle non poi così larghe, ricorrere ad artefatti stratagemmi pur di emergere diventa una pratica lecita e spesso abusata. In quel di Hölstein, dove il brand risiede dal 1904, hanno però sempre fatto un po’ alla loro maniera. E continuano a farlo, come si può ben capire osservando – se possibile, meglio ancora maneggiando – l’ultima “hit” presentata con un evento di grande impatto a Shanghai, il Big Crown ProPilot X Calibre 115. Un orologio scheletrato.

Scelta singolare. Che in Oris abbiano sconfessato in un amen la propria filosofia immolando sull’altare la sostanza a vantaggio dell’apparenza? Domanda lecita, timore ingiustificato. Perché quella relativa all’aspetto estetico, seppur interessante, è forse l’ultima considerazione da fare in merito al Big Crown ProPilot X Calibre 115. Così, innanzi tutto viene da chiedersi il perché di un oggetto come questo. Di un investimento, insomma, che non ha richiesto certo un pugno di noccioline, anzi. E la risposta va trovata nella volontà della marca di tornare ad essere il più possibile una manifattura integrata proprio come lo era un tempo.

Magari qualcuno lo può anche ignorare, ma negli Anni ’70 Oris è arrivata ad essere una delle dieci più grandi realtà orologiere mondiali. Con 900 impiegati e una produzione annua di 1 milione e 200 mila orologi. Ma è anche stata una marca capace di sfornare la bellezza di 279 movimenti di manifattura dal 1904 al 1981. Sforzo notevole, vanificato d’un colpo dalla crisi del quarzo. Tornare là, riprendere un discorso lasciato in sospeso, è divenuta negli anni – nel limite del possibile – molto più di una questione di principio. Come dimostrano gli ultimi sei calibri di manifattura prodotti dal 2014 ad oggi. Ultimo dei quali andato a costituire il punto di forza del Big Crown ProPilot X Calibre 115.

Ed ecco, dopo le motivazioni alla base della sua genesi, il secondo punto di interesse dell’oggetto. Il movimento. Il primo “scheletro” di manifattura di Oris. “Scheletro” sì, non “scheletrato”, perché il Calibre 115 non è la versione alleggerita di un movimento preesistente, ma il risultato di un progetto tutto nuovo che ha richiesto quasi quattro anni di investimenti e di lavoro. Aspetto che già di per sé chiarisce l’approccio della marca. Che avrebbe potuto benissimo “scheletrare” (ossia privare del superfluo) il suo Calibre 111, ma che ha deciso di non farlo semplicemente perché non soddisfatta dei risultati finali delle simulazioni di tale operazione.

A guardarlo una cosa balza subito all’occhio. Non ci sono fronzoli. Niente decorazioni, niente angoli smussati, niente superfici sbrilluccicanti, niente di niente. Pragmatismo allo stato puro, il tutto per dare un’immagine industriale, architettonica, materica. Ottone galvanizzato, grezzo. Dietro al quale però si nasconde una macchina efficiente. Un carica manuale con 10 giorni di autonomia assicurati da un solo bariletto in virtù dell’adozione di una molla ottimizzata. Più corta rispetto a quella utilizzata prima d’ora (1.2 metri contro 1,8) ma realizzata in una lega più performante e dunque in grado di rilasciare maggiore energia.

Quando si adotta un movimento alleggerito c’è però poi di solito il serio rischio che questo non si sposi alla perfezione con il contenitore, ovvero la cassa. Che stoni, insomma, sembrando un corpo estraneo. Cosa che molto probabilmente sarebbe potuta accadere ricorrendo a qualsiasi tipologia di cassa fino a ieri nel catalogo Oris. Motivo per il quale il processo creativo del Big Crown ProPilot X Calibre 115 ha imposto un modus operandi obbligato. La stipula di un “accordo di non belligeranza” tra tecnici e designer, chiamati invece a lavorare a quattro mani ad un orologio rivelatosi alla fine perfettamente armonico in tutte le sue parti.

Terminati gli elogi, largo alle obiezioni. Una su tutte. Perché inserire nella collezione ProPilot un modello del genere, che di pilot watch non ha proprio nulla? Ossia niente indici numerici belli evidenti e relativa leggibilità “aumentata” (impossibile in assenza di quadrante), che sono il sale della tipologia degli strumenti per l’aviazione. Perché, come specificato dalla casa, il Big Crown ProPilot X Calibre 115 non vuole prefigurarsi tanto come un modello da pilota, quanto un orologio ispirato al mondo del volo. Ed aprire, con il suo innovativo linguaggio estetico (ma anche con un posizionamento prezzo del tutto senza precedenti di poco sotto ai 7mila euro) un canale nuovo per la marca.