In occasione del Gran Premio Nuvolari, focus sull’omonima collezione di Eberhard & Co. Per mettere in luce lo storico legame fra la maison svizzera e la figura del Mantovano Volante. In attesa di un’assoluta novità
Mantova, 20/22 settembre, 29ª edizione del Gran Premio Nuvolari. L’occasione giusta per dare spazio alla collezione Nuvolari di Eberhard & Co. Per evitare di ripeterci sulla gara di regolarità di auto d’epoca, su cui ogni anno si stendono fiumi d’inchiostro (anche virtuale). E insieme per celebrare lo storico legame che unisce la Marca di orologi e la figura di Tazio Nuvolari. Un legame a filo doppio, o forse di più: a ben guardare composto da innumerevoli fili.
Gli esordi della collezione Nuvolari
Nata nel 1992, la collezione Nuvolari di Eberhard & Co. è fortemente voluta da Palmiro Monti come “operazione culturale prima ancora che commerciale” – (citiamo qui le parole di Giosuè Boetto Cohen nella bellissima monografia dedicata alla maison svizzera: un libro da leggere!). Appassionato di auto da corsa, affascinato dal Mantovano Volante, l’allora patron del Marchio segue il progetto in prima persona. È lui a condurre le trattative con l’Automobil Club di Mantova, che deteneva i diritti sul nome, e a definire che la somma versata avrebbe contribuito a costituire un museo dedicato al pilota. Ed è sempre lui a disegnare i primi schizzi, di propria mano, dopo essersi documentato con lunghe ricerche iconografiche.
Il risultato è un cronografo sportivo, ispirato alla strumentazione di bordo delle vetture d’antan. Essenziale, nitido, facile da leggere, con grandi numeri luminescenti che spiccano sul fondo nero. Due grandi contatori per le misurazioni dei tempi brevi, per le 12 ore al 6 e per i 30 minuti al 12. La cassa in acciaio, con la scala tachimetrica in chilometri sul réhaut e in miglia sulla lunetta, incisa e decorata a perlage: una lavorazione che ricorda tanto le “rosette” dei cruscotti e dei motori racchiusi nei bolidi anni Venti o Trenta.
Unico vezzo sul quadrante la tartarughina, portafortuna del grande Nivola. In origine, un dono che gli aveva fatto nel 1932 Gabriele d’Annunzio, con la dedica “All’uomo più veloce, l’animale più lento”, chiedendogli in cambio di vincere la Targa Florio. Cosa che in effetti successe. Da allora Tazio non si separò più da quella piccola tartaruga d’oro: e se prima la indossava con il celebre maglione giallo, poi se la fece cucire sul petto, a destra della divisa ufficiale. Ancora oggi, col carapace stilizzato, è una presenza ricorrente in tutti gli orologi a lui dedicati dalla Maison.
Pezzi forti di una grande famiglia
Sì, perché dal 1992, la collezione Nuvolari di Eberhard & Co. è stata continuamente rinnovata con nuovi esemplari. Tanti, troppi, per poterli passare in rassegna uno per uno. Alcuni però meritano di essere ricordati. Come il modello Gold Car Collection del 1999, un cronografo che si distingue per la riproduzione in oro sulla massa oscillante dell’Alfa Romeo Tipo C con cui Tazio Nuvolari riportò numerosi premi e primati. Il primo di una lunga serie di cronografi.
O anche l’edizione Vanderbilt Cup, introdotta nel 2003, che rende omaggio alla vittoria americana del 1936. Per la versione originale Monti commissiona un movimento ad hoc, moderno nella concezione ma con il pulsante di rimessa a zero coassiale alla corona di carica, come negli esemplari d’epoca. Ancora, in tempi più recenti, la serie limitata Tazio Nuvolari 336, dedicata al record di velocità conquistato sull’autostrada Firenze Mare, nel 1935, a bordo della sua Alfa 16 C Bimotore (ideata da Enzo Ferrari). Il primo complicato della collezione, dotato di doppio fuso orario.
Per arrivare ai nostri giorni: l’ultimo in ordine di tempo è il Nuvolari Legend, lanciato lo scorso anno. Che è subito riconoscibile per il sapore vintage dato dalla scala tachimetrica a chiocciola, posta al centro del quadrante come in certi esemplari d’inizio Novecento. Ma già c’è voglia di qualcosa di nuovo. In attesa della prossima uscita, su cui si mantiene ancora il più assoluto riserbo, vale la pena di ricordare un aneddoto che può far luce sull’origine di tutto.
Un legame personale
Già, perché Tazio Nuvolari possedeva un orologio della Maison, un esemplare da tasca purtroppo andato perduto. Dopo la sua morte, fu ritrovato solo l’astuccio di velluto che un tempo lo conteneva: con l’insegna della Casa di La Chaux-de-Fonds e l’adesivo della gioielleria in cui era stato acquistato, ma desolatamente vuoto. Un vuoto colmato solo nel 2013: quando Eberhard & Co. prelevò dalla propria raccolta di pezzi d’archivio un altro modello da tasca, per restituirlo idealmente al campione.
Oggi, quell’esemplare degli anni Trenta con funzione di sveglia è conservato nella sua custodia tra le teche del Museo Nuvolari a Mantova, insieme ad altri cimeli, ricordi, oggetti personali. E sancisce una volta di più il profondo rapporto della Maison svizzera con il Nivola. “Il più grande corridore del passato, del presente e del futuro”, come lo definiva Ferdinand Porsche.