Rappresenta il passaggio generazionale in corso da Palumbo & Gigante, storico concessionario di Palermo. E presta il volto e la voce alle trasformazioni in atto: dalle sfide dell’online alla rinascita della città
Pensava di vivere girando il mondo. E, di tappa in tappa, scrivere guide di viaggio. Invece Giovanna Gigante è arrivata a Roma, dove si è laureata in Lingue… E poi ha deciso di tornare indietro, a casa, nella sua Palermo, per portare avanti una tradizione di famiglia avviata nel 1902.
È agli inizi del secolo scorso che Giuseppe Palumbo apre a Termini Imerese il primo punto vendita di orologi e gioielli. Nella gestione subentrano prima il figlio Marco e poi la nipote Adele Palumbo che, assieme al marito Nicasio Gigante, nel 1980 crea la ditta Palumbo & Gigante, concessionaria ufficiale di prestigiosi marchi di orologi e gioielli. Un secolo dopo, nel 2002, la terza generazione apre la boutique di Palermo, un vecchio bar con i soffitti affrescati su via della Libertà, e avvia la collaborazione con Patek Philippe. Poco dopo, nel 2006, entrano in azienda i figli Giovanna e Carlo. Nel 2017 un’altra tappa importante: l’ampliamento della boutique di via della Libertà a Palermo e l’acquisizione di nuovi brand in esclusiva per la Sicilia occidentale.
“Mio fratello ha sempre avuto l’idea di ritornare in Sicilia. Ha studiato economia con l’idea di applicare quegli studi all’azienda di famiglia. Io ho studiato lingue e mi sono sempre immaginata in giro”, confessa Giovanna Gigante. “Poi, mentre studiavo, l’azienda cresceva. E con lei cresceva in me la voglia di cogliere l’opportunità che, se vogliono, i “figli di” possono avere: trovare un’azienda già avviata dove tu – se hai genitori come i miei estremamente aperti, liberi e propensi al cambiamento – puoi veramente metterci la faccia. Puoi realizzare i tuoi sogni, e diventare parte integrante della storia aziendale”.
Parole che corrispondono ai fatti: alla Palumbo & Gigante il passaggio generazionale sta coincidendo con il cambiamento aziendale. Gli anni in cui Giovanna e Carlo entrano in azienda sono in effetti accompagnati da una radicale trasformazione che ha coinvolto tutti. “Nel settore del lusso è totalmente cambiata la vendita”, spiega Giovanna. “La sfida delle nuove generazioni è riorganizzare. Certo più difficile che creare d’accapo, in un periodo di trasformazione epocale. Che poi questa trasformazione coincida con il cambio generazionale è però un vantaggio, perché noi siamo più affini al mondo digitale e propensi al cambiamento”.
Sul sito internet di Palumbo & Gigante è appena partito l’e-commerce, con un progetto pilota che prevede la vendita online di orologi di fascia medio-alta (“Quelli per i Millennials, soprattutto”, precisa Giovanna) e della collezione in oro disegnata “in casa” e realizzata a Valenza, fino a un limite di spesa di 2000 euro. “Iniziamo così, aspettiamo poi l’approvazione del gruppo Richemont per estendere l’offerta a una serie di altri marchi”, riferisce Giovanna. Che nel suo impegno full-time in negozio sta dando priorità alla digitalizzazione del punto vendita fisico e all’organizzazione di eventi che coinvolgano anche i 20 e 30enni.
“La digitalizzazione non è nemica del punto vendita. Oggi la vera sfida che sto affrontando è trasferire quello che le generazioni precedenti hanno costruito (e noi stiamo mantenendo e riorganizzando) sul mondo online”, racconta. “E fare in modo che i valori siano coerenti così come le esperienze dei clienti”. È per offrire esperienze e stringere relazioni con il pubblico che Giovanna Gigante sta organizzando eventi in negozio dedicati ai più giovani, aprendo le porte a oggetti d’arte piuttosto che altri beni di lusso come tartufi o champagne.
“La normalità, soprattutto per i Millennials, oggi è scegliere un orologio online e poi, magari, venire a comprarlo in negozio. Chi acquista brand di lusso non lo fa solo perché trova l’oggetto dei desideri, ma anche perché quell’oggetto è ritagliato su misura, personalizzato; e poi c’è il valore aggiunto dell’esperienza del rivenditore, quella relazione umana che deve essere trasferita anche sulla piattaforma online”. Accompagnare la scelta o l’acquisto di un orologio di lusso a un’esperienza; e trasferire l’esperienza che si può vivere in negozio anche sulla piattaforma di e-commerce. Questa la ricetta di Giovanna Gigante per vincere la sfida del cambiamento. “Altrimenti, rischieremmo di spersonalizzare il nostro Dna”, aggiunge.
Ed è proprio per il richiamo del Dna che Giovanna, oggi 41 anni, nel 2005 è tornata in Sicilia. “Avevo sempre sentito una predisposizione creativa”, dice. “Da piccola facevo schizzi di gioielli. Poi ho studiato gemmologia e iniziato a disegnare le nostre collezioni di gioielleria”. Viene da lontano anche la passione per gli orologi. “Ricordo quanto mi infastidiva che i movimenti più raffinati fossero destinati agli uomini, mentre le donne erano snobbate con il quarzo. Uno dei miei orologi preferiti, ricevuto a 18 anni, era un Reverso di Jaeger-LeCoultre: mi piaceva che fosse a carica manuale. Allora era uno dei pochi con questa caratteristica, oggi una normalità anche per altri marchi. Fortunatamente ai nostri giorni la differenza di genere nel mondo degli orologi non esiste più; le donne si approcciano alle grandi complicazioni, sono consapevoli del proprio ruolo nella società e lo dimostrano al polso come nella vita”.
Nell’evoluzione umana di Giovanna c’è anche un ritrovato innamoramento per la sua città. “Ho lasciato Palermo nel 1995 perché soffrivo all’idea di vivere qui. Quando sono rientrata da Roma ho faticato molto ad ambientarmi. Oggi Palermo non è più quella di vent’anni fa: la metterei al terzo o quarto posto delle città in cui vivere. Aumentano i turisti e le opportunità; l’aeroporto vicino e il mare, l’offerta culturale e la maggiore sicurezza ci permettono di avvicinarci a clienti di tutto il mondo. Palermo sta insomma diventando una città sempre più europea, sempre più internazionale, sempre più aperta”.
Dalla boutique di via della Libertà, Palumbo & Gigante punta ad attrarre tutto il mondo con un’interazione continua tra online e offline. Conclude Giovanna: “Vorrei che le vetrine di orologi si trasformassero in un palcoscenico accattivante che faccia sognare, creando in chi passa quell’effetto wow! che fa la differenza”.