Attualità

Swatch X Louvre, capolavori (d’arte) da mettere al polso

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L’ultima (ennesima) escursione del Marchio in campo artistico è dedicata al museo più famoso del mondo. E reinterpreta le opere esposte nelle sale parigine con la consueta ironia

Prima il Rijksmuseum di Amsterdam, poi il Thyssen-Bornemizsa di Madrid. E ora è la volta del Louvre di Parigi, così famoso da non aver bisogno di presentazioni. Prosegue il tour di Swatch fra i principali musei del mondo, alla ricerca di inedite collaborazioni artistiche che sfociano in progetti speciali. Una specie di visita (virtuale) tra le sale, un’occhiata alle pareti, ed ecco che le opere esposte in queste grandi istituzioni danno vita a nuovi Originals. Come nel caso dell’ultima collezione Swatch X Louvre, appunto.

Qui come in precedenza, soggetti celeberrimi occhieggiano non dalla tela di un quadro ma dalla plastica di un orologio. Riprodotti interamente o solo in parte, come singolo, rilevante dettaglio, presentano sempre il tocco ironico del Marchio. Tipico, immancabile, inconfondibile: se non ci fosse non sarebbe nemmeno uno Swatch. Segno di una creatività smisurata, giovane e irriverente – perfino dissacrante. Ma più di tante parole valgono gli esempi.

I cinque modelli della collezione Swatch X Louvre reinterpretano infatti altrettanti dipinti celeberrimi; (ah, guarda le immagini per favore: alcuni titoli potrebbero non dirti niente, se non sei un esperto di storia dell’arte). Per esempio i ritratti di Enrico IV e della sua seconda moglie, Maria de’ Medici. Due dipinti di Frans Pourbus il Giovane (1569/1622), un pittore fiammingo di fama europea, molto apprezzato come ritrattista e che ebbe fortuna proprio alla corte di Francia. Negli esemplari di Swatch X Louvre, i due sovrani perdono tutta l’austera pomposità degli originali per diventare personaggi più simpatici, dall’aspetto bonario.

Meno noto è il “Ratto di Elena” di Guido Reni (1545/1642), pittore e incisore bolognese, uno dei maggiori esponenti del classicismo seicentesco. Una scena di gruppo, quasi da melodramma cortigiano, in cui lo Swatch isola solo la figuretta aggraziata dell’Amorino, che acquista così un valore particolare. Famosissimo è invece il grande olio su tela “La Libertà che guida il popolo” di Eugène Delacroix, assurto a simbolo (postumo) della Rivoluzione francese; che raffigura tutte le classi sociali unite sotto l’oppressore, esortate nella lotta da Marianna con in mano il Tricolore. Ed è proprio la personificazione della Francia a decorare l’orologio “à la française” – dominato cioè dai colori della bandiera.

Al vertice però non poteva che esserci lei, Monna Lisa. Il ritratto di donna in assoluto più celebre, nonostante sia tuttora di incerta identità – anche se la tradizione lo attribuisce a Lisa Gherardini, moglie di Francesco Giocondo. La Gioconda, appunto. Un semplice quadretto in legno di pioppo, dipinto con olio, che non solo è l’opera più studiata di Leonardo da Vinci, ma è anche meta di interminabili processioni quotidiane di migliaia di visitatori. Il simbolo stesso della storia dell’arte, rielaborata da innumerevoli artisti negli ultimi 500 anni. E ora anche da Swatch. Che sottolinea il mistero di quel sorriso sornione e di quegli occhi enigmatici con una vistosa maschera arancione. Geniale.