Approfondimenti

Il 1887 Remontage Manuel di Eberhard & Co. “Classico” con brio

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Cominciamo con il dire che, nel nostro ideale percorso, partiremo dal 1887. La storia infatti inizia proprio quell’anno in un paese del canton Neuchâtel in Svizzera. Ed arriveremo al… 1887, dopo aver attraversato un periodo di oltre 130 anni. Sembra una sorta di quesito da settimana enigmistica, ma in realtà è molto più semplice di quanto sembri.

Siamo a La Chaux-de-Fonds, a fine ‘800, e Georges Lucien Eberhard fonda l’omonima Maison in un palazzo del centro appositamente costruito. Siamo a La Chaux-de-Fonds, nel 2019, Eberhard & Co. ritorna alle origini: e, dopo anni passati a Bienne, riporta la propria sede in quella Maison de l’Aigle dove tutto cominciò. Il cerchio si chiude con (appunto) il 1887. Non una data ma una referenza completamente nuova per rendere omaggio alle proprie origini ed al proprio savoir-faire.

Prima di osservare questo orologio (nome completo: 1887 Remontage Manuel) nel complesso e descriverlo nei principali tratti estetici, partiamo per una volta dal suo cuore. Il calibro EB 140 è frutto della collaborazione (segreta sino all’ultimo) con Sellita, storica azienda specializzata nell’assemblaggio, nella progettazione e nella produzione di movimenti meccanici.

La prima occhiata serve già per capire che ci troviamo di fronte a una qualità notevole; aspetto che Eberhard & Co. ha saputo sempre coniugare con un altrettanto sorprendente aspetto economico, favorito da un’intelligente “distribuzione degli sforzi”. La personalizzazione di una base esistente, il re-design dei componenti principali (funzionalmente al progetto), la definizione delle specifiche lavorazioni è tutto opera di Eberhard. Ma la realizzazione è esterna.

Insomma, non un calibro di manifattura, che sarebbe costato un’enormità, ma quasi. Il fondello in vetro zaffiro ci lascia godere della vista di questo movimento, meccanico a carica manuale, 14 linee, cioè 31,57 mm di diametro, nel quale il primo aspetto evidente è costituito dalle lavorazioni. I ponti, quello del bilanciere e quello dei ruotismi, hanno la superficie rodiata e sono rifiniti utilizzando appositi utensili che “disegnano” delle circonferenze concentriche. Tradotto in termini tecnici: vagues circulaire con colimaçon papier perimetrale.

Godono invece di una lavorazione a soleillage, con bisellatura diamantata (ovvero una raffinata smussatura dei bordi) la ruota corona e il rocchetto del bariletto. Quest’ultimo riporta anche l’incisione dorata “La Chaux-de-Fonds”. Ponti e ruote sono fissati attraverso viti azzurrate e sono conformati in modo da lasciare piena vista sull’organo regolatore, il cui bilanciere oscilla a una frequenza di 4 Hz, ossia 28.800 alternanze/ora. La platina, anch’essa parzialmente visibile attraverso il fondello, è decorata con motivo perlage.

Il calibro EB 140 è contenuto in una cassa tonda di 41,80 millimetri di diametro. Le superfici sono in prevalenza lucide e si alternano a dettagli satinati. I primi aggettivi che ci vengono in mente guardando il 1887 sono elegante, classico e semplice; ma quel semplice fatto di linee pulite e assenza di fronzoli che è efficace. Le versioni proposte sono due e per entrambe il quadrante è bianco con decorazione a Clou de Paris. Si tratta di una particolare lavorazione ottenuta tramite un tornio definito guilloche, che consente (se opportunamente governato da mani sapienti) di decorare una superficie con un motivo ripetitivo. In questo caso delle piccole piramidi.

Quanto distingue le due referenze è costituito dagli indici (romboidali) e dai numeri romani (e poi, vedremo, anche dal cinturino), che si possono scegliere dorati o rodiati, così come le lancette dauphine. La lancetta dei secondi, al centro, è blu e scorre su una fine minuteria con motivo a chemin de fer. Alle ore 6 troviamo la finestra della data, di forma trapezoidale come già in altri esemplari storici di Eberhard & Co. Per tale motivo le cifre sul disco del datario sono state ridisegnate.

I rimandi storici continuano anche nel logo, proposto in un’elegante cartouche metallica il cui disegno è patrimonio storico, presente negli archivi della Maison di inizio ‘900. La denominazione del modello, giusto sopra l’indicazione della data, è anch’essa incisa su metallo. A proteggere tanta eleganza ci pensa un vetro zaffiro con trattamento antiriflesso solo nella sua faccia interna, il che lo rende ancora più robusto.

Nella storia di Eberhard & Co., Svizzera ed Italia si sono incontrate oltre 50 anni addietro, quando la proprietà è passata alla famiglia Monti; e ancora oggi alla Maison de l’Aigle batte un cuore italiano. A sancire questa fortunata e duratura unione, per il 1887 si è pensato di rivolgersi a una delle tante eccellenze che tengono alto il nome del nostro spesso bistrattato Paese nel mondo. Si tratta di Ulturale, storico cravattificio napoletano che ha colto con entusiasmo l’opportunità di diffondere la tradizione sartoriale partenopea in modo quanto meno inusuale. Per questo ha realizzato, in pregiata seta jacquard, due cinturini, a fondo blu o marrone (da abbinare ai differenti quadranti) con un particolare motivo floreale.

Davvero insolito ed esteticamente apprezzabile l’abbinamento; ma, se non si volesse essere così originali, si può sempre propendere per un classico cinturino in pelle di alligatore di colore nero. Che altro dire? L’autonomia è di circa 40 ore e l’impermeabilità è quella standard (30 metri), molto più che sufficiente per un uso quotidiano. L’eleganza del 1887 è infatti decisamente più adatta per accompagnarci in una serata a teatro che durante un’immersione.