Attualità

Fridays for Future: l’impegno di Breguet nella Race for Water Odyssey

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Il tema delle plastiche generate dai rifiuti è ormai da anni un hot topic di cui si discute nei centri di ricerca, nelle aule politiche ma anche (e aggiungerei “fortunatamente”) nella vita privata. È così che Marco Simeoni,  imprenditore svizzero, ha creato nel 2010 la Race for Water Foundation, a supporto della conservazione degli oceani e contro l’inquinamento da plastica. La fondazione, nel 2015, ha lanciato una prima spedizione scientifica e ambientale, la Race for Water Odyssey, per effettuare una valutazione globale delle reali condizioni delle acque oceaniche.

Esperienza ripetuta una seconda volta nel 2017 con una nuova odissea, sponsorizzata da Breguet, che si concluderà il prossimo anno. Questo sito ne ha già parlato in un’altra occasione, quindi evitiamo di ripeterci. Dirò solo, per chi non lo ricorda, che in missione c’è un enorme trimarano alimentato solo con energie pulite e rinnovabili: sole, vento e idrogeno. Un’eco-nave con emissioni di carbonio pari a zero, e un equipaggio affiatato di attivisti fermamente convinti di ciò che fanno. E che intendono “sensibilizzare, identificare, promuovere e diffondere soluzioni locali per trasformare i rifiuti di plastica in energia”.

Un’impresa davvero maestosa, questa nuova Race for Water Odyssey. Non una semplice spedizione di analisi in un singolo posto, ma un viaggio attorno al mondo lungo 5 anni per scrivere “la mappa delle plastiche negli oceani”. La prima conclusione, cui si è giunti già nel 2015, è che non esistono solo “isole di plastica” ma anche “zuppe di microplastica”. Alla luce di questa scoperta, Race for Water si adopera per impedire l’inquinamento delle acque, sviluppando modelli sociali e di business che diano valore ai rifiuti di plastica e quindi ne incoraggiano la raccolta. Come? Attraverso il programma “Learn – Share – Act. Ovvero, imparare, condividere, agire…

Learn: riunire la comunità scientifica per comprendere l’impatto dell’inquinamento da plastica contribuendo così al progresso delle conoscenze scientifiche sull’inquinamento dell’acqua.
Share: coinvolgere i decision-makers, sensibilizzare l’opinione pubblica ed educare le giovani generazioni.
Act: agire attraverso attività concrete che apportino in fretta benessere agli oceani e alla comunità.
Ma vediamo alcune attività di questo programma. In primo piano le giovani generazioni. Un pacchetto educativo proposto a scuole ed enti locali per insegnare ai ragazzi che salvaguardare l’acqua è senza dubbio il modo di garantire la sostenibilità del nostro pianeta.

Il connubio fra attività di ricerca e workshop con operatori locali ha fatto sì che si arrivasse allo sviluppo di Biogreen®, realizzato in partnership con il gruppo francese Etia. Cioè un processo innovativo e brevettato per la conversione termochimica (pirolisi) continua di biomassa e altri rifiuti come la plastica. In pratica una tecnologia che estrae l’alto potere calorifico da questi materiali e li trasforma in gas di sintesi, quindi in elettricità. Queste unità installate in container possono essere schierate vicino ad aree abitate, consentendo di acquisire autonomia nella gestione dei propri rifiuti e nella produzione di energia. Una soluzione realistica che, se dispiegata su larga scala, può fermare la maggior parte della contaminazione degli oceani dai rifiuti di plastica.

Sempre per sensibilizzare opinione pubblica e amministratori, la Race for Water Odyssey presenzierà alle Olimpiadi di Tokyo nel 2020 e all’Esposizione universale di Dubai nel 2021. Eventi di portata mondiale dove tutte le culture si fondono con lo scopo nobile della condivisione. Non solo. Poco più di tre mesi fa ha lanciato una nuova serie di documentari “Toxic Bomb” sul proprio canale You Tube. Video immediati in cui si mostra quello che l’uomo sta facendo al nostro pianeta. In ultima, in occasione del decimo anniversario della fondazione, è stato lanciato il libro “L’odyssée du Plastique” edito da La Maison Favre. Una ricca raccolta di immagini che descrive la crociata della Race for Water Odyssey contro l’inquinamento della plastica.

Nel momento in cui scriviamo la Race for Water Odyssey è ferma in porto a Okinoerabu Island. Sta navigando da 304 giorni, ha fatto 22 stopover e ha percorso 26.190 miglia. Alla prossima scoperta!