Approfondimenti

MB&F e H. Moser & Cie: il diavolo e l’acqua santa

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L’espressione del titolo sta ad indicare l’impossibile coesistenza degli opposti: l’acqua benedetta viene usata per scacciare il diavolo, che ovviamente la odia. Ma l’orologeria riesce a superare persino queste abissali distanze. Come nel caso della collaborazione fra MB&F e H. Moser & Cie.

Maximilian Busser nel ruolo del diavolo: lui e la sua peccaminosa fantasia che lo porta a dar forma di polpo, di rana, quando non di robot, agli orologi creati con i propri amici. Moser nel ruolo dell’acqua santa: sintesi stilistica estrema, talvolta persino oltre lo zen, Moser è il trionfo dell’essere sull’apparire. Due marchi apparentemente impossibili da fondere, MB&F e H. Moser & Cie, come il diavolo e l’acqua santa, si diceva. Eppure poi arriva un agente catalizzatore che supera ogni legge della chimica e crea una unione nuova e stimolante.

Il catalizzatore si chiama Precision Engineering AG, nasce nel 2001 e ha per indirizzo Rundbuckstrasse 10, 8212 Neuhausen am Rheinfall, Svizzera. Una zona industriale a dieci minuti d’auto da Sciaffusa. L’indirizzo, guarda caso, è lo stesso di H. Moser & Cie, antico marchio d’orologi nato in Russia, trasferitosi in Svizzera e poi per qualche tempo dimenticato. Rinasce nel 2005 e raggiunge una produzione stimata in 1.500 orologi l’anno.

Cosa è e cosa fa la Precision Engineering? È una piccola fabbrica, strettamente legata a Moser, che produce spirali, bilancieri, ancore e ruote di scappamento (singoli componenti o interi organi regolatori) per Moser, innanzitutto. Ma dal momento che produrre queste componenti per 1.500 orologi l’anno sarebbe – economicamente parlando – una follia, allora produce anche per aziende esterne, come MB&F. E come vedete i conti tornano, il cerchio è completato e la luce si accende. Insomma: a questo punto il diavolo Busser potrebbe farsi serenamente la doccia nell’acqua santa Moser senza sfrigolare come un uovo in padella.

Tu mi dirai: ma perché diavolo – appunto, e ora la smetto con battute al limite del sacrilego – mettersi a realizzare componenti che puoi facilmente trovare altrove, prodotti industrialmente a prezzo molto più conveniente? Perché la piccola fabbrica è (ri)nata nel 2001 per opera di Thomas Straumann, nipote di quel Reinhard Straumann che negli anni Trenta brevettò una lega per spirali autocompensanti che si rivelò essere la base per tutte le spirali “alla Nivarox”. Oggi, in più, produce componenti in acciaio Durnico (antimagnetico, a basso tenore di carbonio), in silicio e persino in oro.

Mi sono tenuto sulla “divulgazione leggera”, e spero di essere perdonato dagli specialisti veri, tanto per far comprendere che piccole aziende come la Precision Engineering si basano su una produzione molto limitata, ma al tempo stesso differenziata, quasi su misura. Vendere a un buon numero di piccoli produttori “artigianali”, consente ad entrambe le aziende interessate di contenere i prezzi con una forma di economia. Un produttore industriale delle stesse componenti è invece costretto a fornire una gamma meno ampia, qualitativamente comunque indiscutibile, e in quantità però maggiori per ammortizzare i costi generali, molto più alti.

Di fatto non è che la produzione industriale sia sempre di qualità inferiore, pur se è possibile ANCHE realizzare componenti economiche. Non a caso esistono diverse qualità di componenti con prezzi proporzionalmente diversi. Al contrario, le aziende “artigianali” hanno bisogno di quella qualità certa e costante che solo le macchine ormai consentono, viste le ridottissime tolleranze con cui si lavora ai nostri tempi. Ne riparleremo, comunque.

E passiamo finalmente ai due orologi realizzati in collaborazione fra MB&F e H. Moser & Cie. I modelli sono due. Da un lato c’è una nuova versione della Legacy Machine 101 realizzata con cassa in acciaio. Quattro serie di 15 esemplari ciascuna: tre con il classico quadrante fumé di Moser, nei colori blu, verde e rosso; e una, per il rivenditore Ahmed Seddiqi & Sons di Dubai con il quadrante di uno splendido “color acqua”. Ovviamente le differenze non consistono solo nel quadrante, ma anche in una diversa impostazione tecnica, in linea con il minimalismo di Moser: vedremo meglio i dettagli tecnici nelle didascalie.

Il secondo modello è un sontuoso tourbillon Endeavour con spirale cilindrica di cui si producono invece 5 serie sempre di 15 esemplari ciascuna: due tonalità di blu, una di bianco, rosso e verde. Anche in questo caso la cassa è realizzata in acciaio per sottolineare la predominanza dei valori tecnici in campo sui materiali preziosi. La rarità degli orologi con cassa in acciaio sommata all’esiguo numero di esemplari garantisce un sicuro valore collezionistico nel medio e lungo termine. Anche in questo caso troverete maggiori indicazioni tecniche nelle didascalie. Mi riprometto comunque di tornare sull’argomento delle spirali cilindriche quando sarà possibile tornare a viaggiare liberamente o quasi.