Attualità

L’Econyl e i cinturini Breitling raccontati da Giulio Bonazzi

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Mi piace associare il concetto di “rifiuto” alla storia di Cenerentola. Un colpo di bacchetta magica e i suoi “stracci” si trasformano in un meraviglioso abito da sera, per un gran gala. Non esattamente con la stessa facilità ma con molta passione e maestria, Aquafil, azienda italiana di Arco (Tn), compie un prodigio simile. Aquafil, il cui nome in origine è stato coniato per la produzione di impermeabili, lancia nel 2011 Econyl. Di cosa si tratta? Un filo di nylon rigenerato attraverso il riciclo di reti da pesca abbandonate, moquette, interni di automobili eccetera.

Ma come si realizza Econyl®? I rifiuti di nylon sono recuperati dalle discariche e dai mari, trattati e puliti, così da estrarre quanto più nylon possibile. Eseguito questo trattamento iniziale, il nylon riciclato è depolimerizzato con un metodo chimico-meccanico che restituisce caprolattame (il polimero del nylon), senza però utilizzare fonti fossili, quindi inquinanti. Il caprolattame viene ri-polimerizzato per produrre un filo di nylon nuovo, riciclabile all’infinito.

ll nylon Econyl è impiegato maggiormente per la pavimentazione tessile (tappeti, moquette), ma negli ultimi anni si è guadagnato una fama molto più glam. Diverse sono infatti le aziende del mondo della moda e degli accessori che l’hanno richiesto e portato alla ribalta. Ha suscitato interesse anche nell’industria del tempo: in particolare Breitling, della cui sensibilità ambientale abbiamo già parlato qui.

Proprio per approfondire questo legame, abbiamo intervistato Giulio Bonazzi, Presidente e Ad di Aquafil. Oltre che un esperto di riciclo, un appassionato di orologi. Alla mia prima domanda, “Come è nata la partnership con Breitling?», scopro con piacevole stupore che tutto ha origine dalla collaborazione della casa di Grenchen con Kelly Slater, campione di surf statunitense molto attento ai temi legati alla conservazione dei mari.

Soprattutto Kelly Slater è fondatore di Outerknown, marchio di abbigliamento sportivo per l’attività in acqua ma anche per la costal life. Kelly scopre Econyl nel 2013 e si reca personalmente presso lo stabilimento dell’azienda per verificarne la reale sostenibilità. Appurata la bontà del filato, fa di Econyl® il proprio flagship product. È facile capire come questa scelta abbia dato una visibilità mondiale ad Econyl. Perché, come mi riferisce Bonazzi, «Kelly Slater negli Usa è un’icona sportiva paragonabile in Italia a Valentino Rossi».

Da lì il passo verso i grandi marchi è stato breve. Quando Outerknown – che all’epoca era all’interno del Gruppo Kering – ha avviato la partnership con Breitling ha, in maniera spontanea, coinvolto l’Econyl. Che è stato inserito appunto nelle linee di orologi Breitling dedicate al diving. «Alla base della collaborazione c’è l’amore per il mare, che tutti noi condividiamo», aggiunge Bonazzi con orgoglio.

Quindi nella collaborazione con Breitling, Econyl ha avuto un ruolo chiave a livello produttivo… «Il filato Econyl costituisce la materia prima dei cinturini sostenibili di Breitling. Noi forniamo il filo a Breitling che, attraverso un suo fornitore specializzato in cinturini, dà vita al design creato dall’ufficio stile in collaborazione con Outerknown».

Parliamo di orologeria e sostenibilità. Come lo vede questo accostamento?
«Credo sia necessario fare un distinguo tra beni di consumo e beni durevoli. Gli smartwatch (beni di consumo) sono estremamente inquinanti e dovrebbero essere contingentati proprio per ridurre il loro impatto. Diverso è il discorso relativo all’orologeria svizzera, in cui l’oggetto è in sé un investimento economico che richiede una certa cura. Qui si può intervenire certamente con studi di R&D per migliorare l’impatto ambientale delle produzioni».

25 milioni di euro di investimenti, più di cinque anni di ricerca e un paio per lo sviluppo commerciale. Questi i numeri che disegnano il lancio di Econyl, che oggi però rappresenta il 30 per cento dei ricavi del gruppo Aquafil (549 milioni nel 2019). Altri dati interessanti: ogni 10.000 tonnellate di Econyl si risparmiano circa 70.000 barili di petrolio greggio e si evita l’equivalente di oltre 57.000 tonnellate di emissioni di CO2.

«Chi produce innovazione impari a comunicare e chi continua a produrre nel solito modo ritorni a studiare», conclude Giulio Bonazzi. Un monito che ci insegna che la ricerca e l’innovazione sono la base per la crescita strategica di un’azienda nel lungo termine, perché il tempo investito non vada mai sprecato.