Approfondimenti

Breitling Chronomat, l’evoluzione di un mito degli anni Ottanta

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Il nozionismo non mi ha mai appassionato e men che meno ricordare le date. Tendo a dimenticare anche il mio compleanno, pur se i maligni sostengono che ormai si tratta di un tentativo di rimozione. Ma se ben ricordo “il papà” del Breitling Chronomat nasce nel 1983 sotto altro nome. Diventa Chronomat l’anno successivo, quando viene ufficialmente presentato il primo modello già in dotazione alla Pattuglia Acrobatica delle Frecce tricolori. È certo che ancora nel 1987 il Breitling Chronomat è al polso degli acrobati italiani dell’aria. E poi ancora oggi: una edizione di 250 esemplari dell’attuale Chronomat è dedicata alle Frecce Tricolori. Ma non basta.

In quegli anni, Breitling Chronomat rappresenta il ritorno all’orologeria meccanica. Con gli svizzeri che ancora annaspavano sui quarzi, il Chronomat e il suo movimento Valjoux rappresentavano una linea di tendenza ben precisa. Invece di competere sulle quantità con l’orologeria giapponese, Breitling era fra i pochi che tracciavano la strada di un ritorno – moderno – alla tradizione meccanica, con il consapevole posizionamento in una piccola, ma ricca, nicchia di mercato, com’è ancor oggi. Ma nemmeno questo è sufficiente.

Il Breitling Chronomat è il principale protagonista di quella vera e propria Breiltingmania che dall’Italia – dove nasce con la straordinaria complicità di Luigi Macaluso, allora importatore del marchio – si diffonderà nel mondo intero. E quindi capiamo perché il Chronomat è così importante per Breitling. Ancor oggi, a quasi quarant’anni di distanza.

George Kern (Ceo di Breitling) e il suo team affrontano quindi con una buona dose di timore l’idea di far rinascere il Chronomat. Non venisse compreso ed accettato dagli appassionati del marchio e dai suoi collezionisti sarebbe un rischio per l’intera Breitling. È anche per questo che da almeno tre anni circolano – in ambiti ristretti – prototipi che man mano sono stati perfezionati con una meticolosità apprezzabile e infine apprezzata.

L’attuale Breitling Chronomat è quanto di meglio si potesse sperare. Lo stesso prezzo, che certo non è per tutte le tasche, va considerato – come vedremo – molto concorrenziale. Perché in fase si progetto si è ben calcolata un’economia di scala che ha consentito risparmi vantaggiosi anche per i compratori, dal momento che stiamo parlando di un cronografo con movimento meccanico a carica automatica di manifattura (il Calibro Breitling B 01) e con un bracciale che da solo conferisce una fortissima personalità al Chronomat. Indipendentemente dai gusti personali.

Passiamo a “leggere” l’orologio. La cassa è solidissima, con spallette di protezione per la corona e un supporto ai pulsanti che costituisce un preziosismo estetico in più. Ma soprattutto è un ottimo rinforzo per evitare che i pulsanti crono possano deformarsi in seguito ad un urto, riducendo o vanificando l’efficacia delle guarnizioni. Non ostante la forte tenuta stagna (ben 20 atmosfere) e la lunetta girevole unidirezionale, io eviterei di usare il Chronomat come orologio subacqueo.

Lo potete tranquillamente indossare in immersioni anche impegnative (ricordando però che è sempre meglio non premere i pulsanti sott’acqua: si rischia di risucchiarla all’interno della cassa), ma la destinazione d’uso del Breitling Chronomat è ben più ampia. Ad esempio, invertendo i due cavalieri al 3 e al 9 la lunetta si rivela utilissima per un facile conto alla rovescia. Io, tutto sommato, chiederei subito questa modifica anche perché sono ben pochi gli orologi che consentono un agevole (e così semplicemente ingegnoso) conto alla rovescia…

Noto e apprezzo il quadrante sia per la quantità delle varianti cromatiche che per gli apprezzabili perfezionismi come gli indici (ben trattati di materiale luminescente, come le lancette) e il logo applicati. Sommando la profondità dei quadrantini l’effetto tridimensionale è proprio piacevole. Interessante anche la possibilità di scegliere fra i quadrantini con forte contrasto cromatico oppure a tinta unita (blu o bianco), per una vocazione meno sportiva. Confesso una personale predilezione per il quadrante definito “rame” (ma preferisco chiamarlo color champagne rosé) che però avrei trovato più coerente con i cavalieri sostituibili, al 3 e al 9, in oro rosa. Ma anche questa è una modifica che potete eventualmente chiedere al momento dell’acquisto e non dovrebbe costare un occhio della testa.

La corona ogivale non è il massimo, quando si carica manualmente l’orologio. Ma si tratta di un peccato veniale e per giunta obbligato: identificava in modo piuttosto netto il modello del 1984. Studiate bene i due Chronomat a confronto (nella foto): si è giustamente fatto ammenda dei pulsanti crono anch’essi ogivali. Belli, ma puntuti e scivolosi.

In generale, comunque, il confronto è quasi ingeneroso: punte, spigoli vivi ed un eccesso barocco di viti d’oro, dettagli tanto amati quarant’anni fa, oggi hanno lasciato il posto a finiture eccellenti sia in assoluto, sia in relazione ai prezzi. L’impegno di Breitling per traghettare lo spirito del Chronomat, “traducendolo” in attualità, mi sembra lasciare ben pochi appigli a critiche. Fermo restando che i gusti son gusti e si può sempre discutere delle proprie inclinazioni estetiche personali.

E arriviamo al bracciale Rouleaux (a rulli). Tecnicamente è un vero spettacolo, nonché un’autentica spina nel fianco di chi lo deve realizzare e rifinire. È un bracciale “integrato” nel senso che la prima maglia a rullo già si situa tra le anse. Come non bastasse è un bracciale rastremato, nel senso che va restringendosi verso l’interno del polso, dove troviamo la chiusura pieghevole doppia a scomparsa con pulsanti di sicurezza.

Complessivamente si contano a prima vista sette tipi di maglie diverse, comprese quelle che ospitano gli elementi di raccordo in acciaio o oro lucidato a specchio. Tutte le maglie hanno una bella finitura satinata con smussi periferici (per evitare fastidiosi spigoli) lucidati a specchio, come i bordi delle platine. Credo chiunque possa comprendere quanto questo bracciale sia qualitativamente raro ed eccellente. Oltre che (per usare una parola che di solito mi piace poco) iconico. Ma soprattutto è comodo, ergonomico: sudore e acqua vengono drenati rapidamente e anche questa è una caratteristica rara.

Concludo parlando di prezzi: la versione tutto acciaio costa 7.900 euro. Calcolando che il solo bracciale potrebbe senza scandalo essere venduto intorno ai 1.500 euro, la somma è ben calibrata, Il prezzo sale a 8.950 euro per la versione con bracciale d’acciaio, ma corona, pulsanti e cavalieri in oro rosa. Si arriva a 11.600 se aggiungiamo la lunetta in oro rosa e il bracciale realizzato in acciaio e oro; mentre la vetta sta a 19.000 euro per la versione tutta in oro, ma con cinturino in caucciù.

A questo proposito è interessante notare come oltre alle versioni che si differenziano per colore del quadrante (c’è anche un bel verde per il Chronomat Bentley) e metalli, sul sito di Breitling è possibile personalizzare ulteriormente il Chronomat con una scelta davvero ampia di cinturini. Ma rinunciare al bracciale Rouleaux sarebbe farsi del male.