Mecenate (69/8 a.C.) era un cavaliere dell’antica Roma, amico e consigliere dell’imperatore Augusto. Ministro della cultura, promosse e favorì le scienze e le arti; e sostenne in modo concreto un’intera generazione di poeti, studiosi e letterati, come Virgilio, Orazio, Ovidio, Tito Livio… Entrato a far parte del linguaggio comune, il termine “mecenate” ancora ai nostri giorni è sinonimo di protettore di artisti e scienziati. E ben si adatta anche a certe case di orologeria, quando finanziano azioni culturalmente rilevanti. Per esempio Breguet, che (come è stato annunciato ieri) è diventato mecenate del Musée National de la Marine di Parigi.
Una partnership quanto mai propizia per la storica istituzione, da anni interessata da importanti lavori di ristrutturazione. Anche se non si conoscono né i termini precisi né l’esatta entità dell’impegno preso da Breguet, si sa che la maison contribuirà in modo specifico alla creazione di una sala destinata agli strumenti scientifici per la navigazione attraverso i secoli. Come del resto aveva già fatto nel 2010, in occasione del 100° anniversario dell’Aéronavale (la componente aerea della Marina militare francese). Allora aveva permesso la nascita di una nuova sezione all’interno del museo stesso, 90 metri quadri dedicati proprio all’Aeronautica Navale.
Sarebbe quindi più corretto dire che Breguet rinnova il sodalizio con il Musée National de la Marine di Parigi. Un museo prestigioso, ricco di una lunga storia e di collezioni uniche al mondo, che ripercorrono quasi 300 anni di marineria. Istituito formalmente al Louvre nel 1827, vede però il nucleo originario delle raccolte già costituito nel 1748. Oggi conta sette sedi dislocate in tutto il territorio francese; quella principale, inaugurata nel 1943, si trova naturalmente a Parigi, al Palais de Chaillot, al Trocadero. Che a fine marzo 2017 ha chiuso le porte al pubblico, appunto, per lasciar spazio a un totale restauro affidato allo studio parigino H2O Architectes in associazione con quello norvegese Snøhetta.
Mentre i lavori in cantiere proseguono (li si può seguire sul blog ufficiale), i rendering e i disegni disponibili danno un’idea di come saranno gli interni del Musée National de la Marine alla riapertura, prevista per il 2022. Compresa la sala realizzata con il sostegno di Breguet: 150 metri quadrati, in cui saranno esposti alcuni highlight delle collezioni del museo. Modellini navali di epoche e popoli diversi, antichi strumenti di navigazione, moderne apparecchiature elettroniche, ottiche di fari e altro ancora. Tra i pezzi notevoli, il cronometro da marina N°5072 realizzato da Abraham-Louis Breguet tra il 1817 e il 1818.
Un esemplare tra i tanti prodotti in passato dal Maestro e dal suo atelier, ma che ben rappresenta lo storico legame fra la maison e la Marina francese. Il Giornale degli Orologi si è già occupato altrove di queste vicende, quindi non è necessario ripeterle di nuovo. Va però almeno ricordato che i cronometri da marina, nei secoli scorsi e fino all’avvento dell’elettronica, erano indispensabili alla navigazione. Presenza necessaria a bordo delle navi, servivano infatti per calcolare la longitudine in mare aperto, e quindi conoscere l’esatta posizione durante le traversate e tracciare la giusta rotta. Perciò dovevano essere il più possibile precisi.
Se il problema della longitudine meriterebbe da solo una lunga trattazione, qui merita almeno un cenno il fatto che, nel 1814, Abraham-Louis Breguet è nominato membro dell’Ufficio delle Longitudini di Parigi. Un organismo teso al progresso scientifico, alle ricerche nel campo dell’astronomia, della geografia, della navigazione e della fisica terrestre, di cui faceva parte solo il milieu intellettuale dell’epoca. In pratica, “l’ingresso solenne di Breguet nella comunità dei dotti” (come scrive Emmanuel Breguet nella monografia uscita per il centenario della nascita del grande orologiaio). E che fu seguito da un ulteriore riconoscimento l’anno successivo, con la nomina di Horloger-mécanicien de la Marine. Titolo conferito ad personam e a vita, aprì la strada alle forniture ufficiali alla Marina Reale, da cui forse proviene l’orologio esposto.