Approfondimenti

Admiral 45 Automatic Openworked: la tradizione di stravaganza di Corum

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La casa di La Chaux-de-Fonds da sempre segue un particolare approccio fantasioso all’orologeria. Continuato anche dopo l’acquisizione da parte del gruppo cinese Citychamp. E tuttora valido, come dimostra il recente Admiral 45 Automatic Openworked

Ho sempre amato Corum per la sua capacità di pensare diverso. Dai riferimenti alla cultura europea (Romulus) alle licenze tecniche (il Golden Bridge), Corum non si è fatta mancar nulla. Costruendosi una solida fama di marchio fantasioso ai limiti della stravaganza, ma sempre tenendosi lontana dalla volgarità. Anche quando i riferimenti estetici rimandano al lusso più sfrenato: penso all’orologio con la calandra della Rolls Royce, ma penso anche a tutte le versioni del Coin Watch, con il movimento contenuto in un’autentica moneta.

Un po’ di storia (recente)

Ormai da molti anni Corum non è più una marca “di famiglia”. Oggi fa parte di un grande gruppo finanziario, il gruppo Citychamp. Per la precisione: il gruppo cinese Citychamp. E so bene che questo scatena in qualcuno autentiche espressione di doloroso stupore.

Parliamoci chiaro: Citychamp è uno dei più grandi distributori cinesi d’orologi. Conosce quindi benissimo lo specifico dell’orologeria, a differenza di altri gruppi finanziari un po’ traballanti, quanto a cultura della micromeccanica. A Citychamp fanno capo anche altre marche: orologi economici, ma anche belle storie svizzere, come la Eterna (che il gruppo ha rilanciato fino a dotarla di una fabbrica in cui produce un proprio movimento di manifattura) e, appunto, Corum. Ah, ci sarebbe anche la licenza di Porsche Design.

Seguo l’evoluzione di Corum da sempre, ma con particolare attenzione dal 2013, anno dell’acquisto da parte di Citychamp. Perché con particolare attenzione, mi chiederai tu? Semplice. Perché puoi scommettere che gruppi cinesi compreranno altre marche, nei prossimi anni, e mi interessa capire l’approccio cinese all’orologeria.

Bene: dal 2013 ad oggi, benché vi siano stati non pochi avvicendamenti al vertice del marchio, non c’è assolutamente stata quell’apocalisse che molti temevano (il marchio e la stravaganza di Corum usate per creare economicissimi orologi con cui invadere il mondo). Ma, al contrario, una strategia che sta rilanciando Corum con grande correttezza. Una correttezza sulla quale – i soliti luoghi comuni su chi non conosci bene – nessuno scommetteva. Cui si aggiunge, per farla breve, la pazienza e la forza economica per consentire a Corum di affrontare senza troppi patemi d’animo anche questa orribile crisi mondiale.

Il movimento dell’Admiral 45 Automatic Openworked

A dimostrare la cura affettuosa con cui Citychamp coccola Corum, basta guardare l’Admiral 45 Automatic Openworked. La più recente versione della collezione Admiral, che sfoggia un interessante movimento, ovviamente di manifattura. Perché interessante? Per la sua architettura.

Se osservate attentamente le foto, noterete che dal perimetro esterno dell’Admiral 45 Automatic Openworked si protendono, come fossero penisole, quattro ponti. Al 12 quello per il bariletto (anch’esso aperto), collegato al 3 con il ponte per il dispositivo che indica l’autonomia residua. Al 6 troviamo il ponte per l’organo regolatore, con il bilanciere ben in vista. Si direbbe di produzione Atokalpa, ossia una delle fabbriche di Parmigiani Fleurier: una garanzia di qualità. Lo scappamento (con la ruota facilmente individuabile) è collegato ad un’inconsueta lancetta dei secondi continui tarata su tre minuti, il cui ingranaggio trasmette infine il moto alle lancette centrali per ore e minuti.

Il movimento, meccanico a carica automatica, è originale e ben rifinito. E già questo giustificherebbe un prezzo non proprio leggero: 25.700 euro per la versione di base, con la cassa in titanio. Vanno ben considerate anche alcune peculiarità tipiche del Corum Admiral 45 Automatic Openworked: dall’ampio vetro zaffiro dodecagonale all’estrema cura del “quadrante” aperto, composto da una grande quantità di elementi. E quindi inevitabilmente costoso.

Ma ricordo che intorno ai 9mila euro c’è il Corum Admiral automatico “semplice” – anch’esso con movimento di manifattura. All’estremo opposto abbiamo invece la versione con scappamento a tourbillon, realizzato in soli 18 esemplari in oro rosa (65.800 euro – più 38 esemplari con cassa in titanio, a 58.900 euro). Anch’essa, come le altre versioni, impermeabile fino alla bellezza di 30 atmosfere.

In definitiva

Il Corum Admiral 45 Openworked fa parte della categoria d’orologi che io definisco “da yacht club”. Intendo dire che non è un orologio subacqueo per professionisti delle immersioni (ci vorrebbe la lunetta girevole, tanto per iniziare), ma al tempo stesso la forte impermeabilità consente in pratica ogni tipo di attività subacquea. Una tipologia non così comune di per sé, cui in questo caso si aggiungono il dato d’impermeabilità e un movimento davvero originale.

Materiali, finiture e lavorazioni in generale sono di livello molto elevato e rendono il prezzo – certamente non basso in assoluto – decisamente concorrenziale per il pubblico dei collezionisti cui gli Openworked sono destinati. Per gli altri, i Corum Admiral (specialmente quelli con cassa in bronzo) sono orologi da yacht club altrettanto validi in relazione al prezzo. Ma su quel titanio uno ci lascia un po’ il cuore… 😊