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L’impermeabilità: un concetto molto elastico. Riassunto in 10 punti

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Oltre alla precisione, sembra che l’impermeabilità degli orologi sia un argomento non facile da capire correttamente. Io, lo confesso, ci ho messo anni. Anche per colpa dei produttori, che spesso fanno grossolani errori di comunicazione. O meglio, non si rendono conto della differenza fra quel che loro comunicano e quel che l’utente comune percepisce. Sta di fatto che l’idea di immergersi a 30 metri con un orologio da 3 atmosfere è una vera e propria roulette russa. Un rischio stupido. E allora cominciamo subito il decalogo dell’impermeabilità. Non prima di aver ricordato al nostro cortese pubblico che siamo qui per voi. Chiedete tutti i chiarimenti che vi passano per la mente.

  1. Le fatidiche 3 atmosfere sono, oggi, un obbligo per tutti i costruttori svizzeri. Un obbligo imposto dalla Federazione dell’industria orologiera svizzera per rendere gli orologi resistenti all’umidità, fondamentalmente quella atmosferica. Quando vedete il quadrante rovinato di un orologio antico, il problema non sta nel modo in cui il quadrante è stato realizzato, ma nel potere distruttivo dell’umidità, che oltretutto danneggia anche i lubrificanti. A questo obbligo si sottraggono, di solito, solo alcuni orologi complicati, come (spesso, ma non sempre) i ripetizione minuti, per via del cursore che attiva la ripetizione. Renderlo stabilmente impermeabile, il cursore, è molto difficile.
  2. Per dare una regola unica, e in base a scelte tecniche condivise, la Federazione ha deciso che 3 atmosfere sia il requisito di impermeabilità minimo. In realtà di solito l’impermeabilità viene misurata dai produttori con una certa percentuale in eccesso. Una riserva di sicurezza: 4 o anche 5 atmosfere. Ma qui la faccenda si complica perché se è vero che 3 atmosfere sono la pressione che troveremmo a circa 30 metri sott’acqua (circa, perché la pressione varia con la densità dell’acqua), questo non vuol dire che possiamo fare immersioni con un orologio da 3 atmosfere. Al contrario: meglio tenerlo molto, ma molto lontano dall’acqua.
  3. A complicare ulteriormente il tutto c’è il fatto che alcuni costruttori invece di indicare una impermeabilità a 3 atmosfere – che per altro non dovrebbe nemmeno essere citata, essendo un requisito minimo di ogni orologio svizzero – scrivono di impermeabilità a 30 metri. È vero che in un certo senso le due cose coincidono, come abbiamo visto; ma così si crea la falsa impressione che se, come accade alla maggior parte delle persone, non ci si spinge oltre i 30 metri, allora tutto va bene. Non è così. A dirla tutta è una piccola battaglia che porto avanti da una trentina d’anni. Qualcuno l’ha recepita, altri no. Non voglio dire che sia una informazione truffaldina, no. Ma resta il fatto che un orologio da 3 atmosfere l’acqua la deve vedere solo standosene all’asciutto. E altrettanto, direi, uno da 5 atmosfere. Perché?
  4. Sono andato a vedere il contratto con il mio fornitore d’acqua corrente. Viene specificato (essenzialmente per provvedere a rubinetti adeguati) che la fornitura dell’acqua può arrivare, al rubinetto, a pressioni comprese fra le 0,5 e le 9 atmosfere. Tagliate testa e coda, come si fa con la grappa, è possibile – anzi probabile – che l’acqua esca dal rubinetto a pressioni superiori alle 3 atmosfere. Il getto della doccia, poi…
  5. Si chiama “effetto Venturi” e prende il nome dal fisico italiano Giovanni Battista Venturi (1746-1822) che per primo notò le variazioni di pressione e velocità dall’acqua in relazione al restringersi o all’allargarsi del tubo in cui scorre. Semplicisticamente, diciamo che se stringi il tubo o il foro, come in alcuni tipi di soffioni della doccia, la pressione del getto aumenta. Nel caso di certi vecchi soffioni i cui fori sono quasi chiusi dal calcare, l’acqua può persino causare dolore sulla pelle. È chiaro che l’orologio ne risente, eccome.
  6. Per non parlare dei tuffi. Il mio corpaccione da oltre 90 chili, in un tuffo da un paio di metri, costringe l’orologio a sopportare pressioni notevoli, difficili da misurare (angolo di caduta, spinta iniziale e altre cosette ancora), ma comunque deleterie per l’orologio. In aggiunta l’acqua, spingendosi negli interstizi (quelli intorno ai pulsanti di un cronografo, ma anche gli spazi tra fondello e parte mediana della cassa), subisce un effetto Venturi che, come abbiamo detto, aumenta la pressione. Sempre con effetti disastrosi.
  7. Tutte le “regole” di cui sopra valgono per un orologio nuovo e con misurazioni dell’impermeabilità effettuate in condizioni di laboratorio. La vita, come sempre, è un’altra cosa. Un disastro. Ma ogni regola ha comunque bisogno di riferimenti facilmente riproducibili in laboratorio. Va anche ricordato che l’impermeabilità deve essere oltretutto valutata in funzione del tempo di contatto con l’acqua. Più tempo, più rischio. Un bel casino, vero? E non finisce nemmeno qui perché c’è un’altra domanda da farsi: l’impermeabilità ha lo stesso valore per tutti gli orologi?
  8. In teoria (orologio nuovo, appena indossato) sì, ma… Ma le probabilità che qualcosa vada storto sono anche proporzionali alla tipologia d’orologio. Ad esempio un cronografo: corona, due pulsanti e fondello sono tutti vicoli in cui l’acqua può entrare. Con l’aggravante che magari qualcuno si immerge e preme sott’acqua i pulsanti per vedere quanto tiene il fiato. Premere il pulsante sott’acqua – indipendentemente dall’impermeabilità dichiarata – equivale al tentativo di pomparla nella cassa. Non a caso Rolex ha inventato i pulsanti serrati a vite: non puoi azionarli sott’acqua e le guarnizioni vengono premute nel modo corretto. E tanti altri gli sono andati a ruota. Solo pochissimi (alcuni Omega, ad esempio, alcuni Breitling) dichiarano esplicitamente che i pulsanti dei propri cronografi sono azionabili in immersione, ma anche in questo caso la faccenda vale per l’orologio nuovo di pacca. Basta un urto (e i pulsanti si prestano tanto a sbattere ovunque sia possibile) per cambiare totalmente la situazione. Come per la precisione, osservate con spirito oggettivo il vostro orologio: se ha qualche scalfittura, meglio non rischiare. Ma allora come caspita la mettiamo, con questa dannata impermeabilità? È tutta una leggenda inventata dagli uffici di marketing per intortare chi compra? No, non esattamente, almeno. Come sempre la verità è un po’ più articolata e con qualche attenzione è possibile comprendere meglio cosa, parlando di impermeabilità, sia legittimo aspettarsi dal proprio orologio.
  9. Regola di base. Con qualunque orologio non sia impermeabile fino a 10 atmosfere è meglio non lavarsi nemmeno le mani. Specialmente se l’orologio non è nuovo o – peggio ancora – è usato. Con un 10 atmosfere avete ragionevoli certezze di potervi lavare le mani, fare la doccia, qualche tuffo (ma se siete di corporatura “forte” come me è meglio andarci piano: un tuffo corrisponde a forte pressione, forte urto quando si entra in acqua e forte sbalzo di temperatura – tutto in una volta), e normali immersioni non troppo impegnative. Ci andrei ancor più cauto con i cronografi, a meno che non abbiano i pulsanti serrati a vite. Da 20 atmosfere in poi potete fare quasi quel che volete, in misura proporzionale alla pressione alla quale il vostro orologio è garantito. Per questo l’impermeabilità va valutata in base alla pressione che può essere rilevata anche in porzioni minime delle guarnizioni e non, semplicemente, sulla profondità alla quale scendete.
  10. E infine imparate dai professionisti delle immersioni. Controlli periodici. Un professionista fa controllare con attenzione la propria attrezzatura tutti gli anni, prima che inizi la stagione delle immersioni. E, quando è il caso, fa sostituire le guarnizioni, che sono l’elemento fondamentale per l’impermeabilità. Non dico che dobbiate spingervi ad attenzioni maniacali, ma l’impermeabilità è un concetto così volubile (basta un urto, lo ripeto) che se volete avere qualche sicurezza in più sarebbe bene far fare un controllo della tenuta stagna almeno una volta l’anno. È un test non invasivo: l’orologio viene messo in un contenitore ben sigillato dal quale viene estratta l’aria fino a creare una depressione di un certo numero d’atmosfere. Un precisissimo misuratore di pressione rileva se dalla cassa dell’orologio esce dell’aria: in questo caso l’orologio è impermeabile solo fino alla pressione rilevata nel momento in cui l’aria ha cominciato ad uscire dalla cassa. È un test che può essere effettuato rapidamente, nei laboratori che sono provvisti dello strumento necessario. E di solito non costa caro. Alcuni negozianti lo eseguono gratis e non può in alcun modo allagare il vostro orologio. Non farlo controllare sì, invece.