Colleziona l’arte e non metterla da parte: indossala. Swatch continua il proprio viaggio fra i principali musei del mondo. Per creare piccoli ma significativi capolavori da polso
«La natura rigogliosa di Henri Rousseau in cui appaiono gli occhi magnetici della belva in agguato. Le pennellate quasi ipnotiche di Van Gogh che catturano una luce ideale. Le textures di Gustav Klimt, che ci raccontano di mosaici bizantini e colori sognanti. E ancora, un mondo di Mondrian forse meno riconoscibile di altri, ma che racchiude una tappa fondamentale del suo cammino artistico. La grafica graffiante e pulita di Tadanori Yokoo, così “naturalmente Swatch”…». Con queste appassionate parole Carlo Giordanetti, Direttore creativo di Swatch (nonché Ceo di Swatch Art Peace Hotel), ci racconta in sintesi – e in esclusiva – gli orologi della collezione Swatch X MoMA.
I capolavori di Swatch X MoMA
Sei modelli dedicati ad altrettante opere racchiuse nel tempio dell’arte newyorkese. Alcune celeberrime, altre meno note al grande pubblico, ma altrettanto rappresentative di un determinato artista o di una stagione artistica ben definita. Ecco quindi Starry Night di Vincent van Gogh, Hope II di Gustav Klimt, The Dream di Henri Rousseau, ma anche Composition in Oval with Color Planes 1 di Piet Mondrian, New York e The City and Design di Tadanori Yokoo. Non riportate però in modo didascalico, ma reinterpretate (come sempre) da Swatch con la propria sensibilità pop. Che fa dell’orologio da polso un mezzo immediato e potente per divulgare l’arte.
Presentata ieri in streaming a livello globale, la mini collezione Swatch X MoMA sarà in vendita in tutto il mondo a partire dal 4 marzo ed è qui “esposta” in anteprima. Ma non è che l’ultimo episodio (in ordine di tempo, certo non il conclusivo) della serie di collaborazioni intraprese da qualche tempo dal marchio svizzero con le maggiori istituzioni museali in tutto il mondo. Il Rijksmuseum di Amsterdam, il Thyssen Museum di Madrid, il Louvre di Parigi. E ora il MoMA di New York, appunto.
Partnership esclusive
Ma come nascono queste partnership? «Abbiamo iniziato questo nuovo capitolo della relazione tra Swatch e l’Arte nel 2018 con il Rijksmuseum di Amsterdam», racconta Giordanetti. «Poi sono state la generosità dei Musei nell’aprire i propri archivi, la comprensione dell’importanza di diffondere le loro opere più importanti attraverso canali nuovi per attirare nuovo pubblico, la volontà di trascendere la dimensione di oggetto-ricordo, la capacità di comprendere il valore aggiunto di una collaborazione con un marchio come Swatch, ad aver generato i capitoli successivi di questa avvincente storia».
E continua: «La nostra filosofia basata sul rispetto dell’opera originale, sull’apporto di un tocco di creatività sempre inatteso, la possibilità di estendere le sale del Museo ad una galleria virtuale di punti vendita nel mondo intero, sono tutti elementi che ci hanno fatto avvicinare in maniera quasi naturale ad istituzioni culturali così importanti e significative. E poi non è divertente l’idea di crearsi una piccola collezione di capolavori da polso?». Divertente, certo. Ma anche impegnativo, almeno per Swatch che questa raccolta la deve creare.
Scelte difficili
In concreto, con quali criteri selezionate le opere da rappresentare? Nel caso della Swatch X MoMA, per esempio, avevate a disposizione un patrimonio immenso di creazioni straordinarie… «Nella collaborazione con il MoMA – più ancora che in quelle precedenti con il Rijksmuseum, la Thyssen Collection e il Louvre -, la scelta dei capolavori da interpretare con il “filtro” Swatch è arrivata dopo un percorso ricco e appassionante», spiega ancora Carlo Giordanetti. «Quante opere, quanti artisti, quanta soggezione, quanta creatività! Soltanto i nomi di Klimt, Mondrian, Van Gogh sono già evocativi di mondi così ricchi, così importanti nella storia dell’arte, così associati a valori inestimabili, che ci siamo inizialmente sentiti intimiditi (cosa non comune!)», ammette.
«Poi la passione prende il sopravvento e la sfida diventa “hot”: e allora, se dev’essere Van Gogh, che Starry Night sia! Abbiamo trovato nel team di curatori del MoMA professionisti che hanno compreso appieno la missione del progetto, la capacità di Swatch di portare i capolavori nella sfera intima delle persone e per le strade del mondo. Comporre insieme a loro la collezione è stato affascinante e il risultato parla da sé: capolavori senza tempo e universalmente conosciuti, all’interno dei quali abbiamo scelto di svelare dettagli e particolari volta a volta diversi».
Ma, più in generale, come scegliete gli artisti che ispirano Swatch? «Beh, nella scelta degli artisti con cui collaboriamo, le variabili che hanno maggior influenza sono la capacità di emozionare, l’immediatezza, la storia che raccontano attraverso le loro opere, il senso del colore», dichiara Giordanetti. «In questo senso, l’artista brasiliana Beatriz Milhazes entra a pieno titolo nel progetto Swatch X You edizione MoMA: le sue opere sono energia pura, divertimento, leggerezza. E portano con sé un profumo di Brasile che ci fa venir voglia di viaggiare». Sì, perché la collezione Swatch X MoMa comprende anche tre canvas della pittrice carioca, che offrono innumerevoli possibilità di personalizzazione.
Progetti futuri
Ma come proseguono le collaborazioni eccellenti di Swatch? Ci dobbiamo aspettare future collezioni create, che so, con la National Gallery di Londra o con l’Hermitage di San Pietroburgo? «In questo momento gli stimoli sono tantissimi», confessa Giordanetti. «Anche perché la situazione mondiale ci sta portando a vedere i Musei come oggetti del desiderio quasi quotidianamente. E quante sono le opere d’arte e le eccellenze nel mondo che vorremmo poter interpretare! Credo che presto ci sarà un’avventura in Asia e poi forse un’altra grande istituzione della nostra cara Europa… Godiamoci per ora le “nostre” notti stellate, i sogni, la speranza, le energie che questa collezione ci regala – poi si vedrà!».
E in Italia? Intendo dire: Swatch si sente più orientato, per natura e ispirazione, verso i Musei Vaticani o verso la Fondazione Prada? «In Italia forse è persino troppo difficile scegliere, tanti sono i musei… E non solo i musei, le istituzioni, i luoghi, le collezioni che meritano attenzione e che ci fanno sognare. Ma prometto che ci applicheremo… E qualche sogno si avvererà!». Laconico Giordanetti, non si sbottona neanche a pregarlo… Proviamo allora così: qual è il dipinto (o quali sono i dipinti) che Swatch vorrebbe avere in collezione?
«Swatch ha una collezione di opere d’arte assai multiforme, che nasce proprio dalla volontà di apertura, di inclusione, di diversità che animano le scelte del marchio. Accanto ad opere di Keith Haring, di Kenny Scharf, di Mimmo Paladino, di Joana Vasconcelos, di Joe Tilson, ci sono opere di giovani artisti; molti dei quali sono stati ospiti dello Swatch Art Peace Hotel a Shanghai, la residenza aperta nel 2011 che accoglie artisti da tutto il mondo, per lavorare in libertà». Sì, ne abbiamo parlato più volte su questo sito. «E poi ha una lunga serie di “ricordi di viaggio”: opere che segnano collaborazioni puntuali con esponenti dell’arte in molte sue forme; e che hanno contribuito alla nostra storia fatta di provocazioni positive, sorprese, emozioni e divertimento». Quindi conclude: «La prossima opera che vorremmo avere in collezione sarà quella che ci arriva dritto al cuore!».