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Montecristo Skeleton Rose Gold e l’evoluzione “buddista” di Locman

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«Il cambiamento non è mai doloroso, solo la resistenza al cambiamento lo è», soleva dire Buddha, l’Illuminato. Ecco, pensando a questa frase posso affermare che il Montecristo di Locman è un orologio “buddista”: capace di cambiare senza soffrire né snaturarsi, restando se stesso nella sostanza. Come dimostra il nuovo Montecristo Skeleton Rose Gold.

I tanti volti del pupillo di Locman

Facciamo però un passo indietro. Sono passati oltre 10 anni da quando il marchio elbano ha lanciato il Montecristo. Un orologio che è presto diventato indissolubile dal brand: tanto per il nome, radicato nell’arcipelago toscano come Locman, quanto per l’inconfondibile estetica e per la forte spinta sulle declinazioni che l’azienda gli ha sempre riservato.

Dal 2010 a oggi, sul Locman Montecristo si sono alternati i calibri automatici, quelli al quarzo, le fasi lunari, il cronografo o, ultimamente, i quadranti trasparenti (con l’Open Heart) e i movimenti scheletrati, appunto. Il lancio del primo Montecristo Skeleton risale a un anno e mezzo fa, quando l’orologio convinse gli scettici che non credevano nella capacità di un’azienda come Locman di cimentarsi con una lavorazione estremamente tecnica come la scheletratura.

La leggerezza del Montecristo Skeleton Rose Gold

Si sbagliavano. Grazie alla collaborazione tra la S.I.O., la Scuola Italiana di Orologeria interna a Locman, e Depa, azienda svizzera di movimenti cui fa capo anche la mitica Landeron, nel 2019 il Montecristo ha debuttato in versione scheletrata con cassa in acciaio e titanio. Vi rimando a questo articolo per i dettagli tecnici della scheletratura, che sono gli stessi di quella del Montecristo Skeleton Rose Gold. La differenza sta nella cromia: ora l’orologio si arricchisce dei toni caldi delle finiture in color oro rosa.

Ciò che rende prezioso questo Montecristo è il fatto che la scheletratura del movimento nasce in fase di progettazione, richiamando la struttura leggera della cassa, fatta di pieni e di vuoti. Inoltre, il quadrante trasparente ne esalta la lavorazione nascondendo alla vista il meno possibile di un calibro automatico che ha subìto a monte un importante lavoro di “sottrazione”.

A Locman, infatti, non piace vincere facile, come con i Gratta e Vinci: scheletrare un quadrante non è come scheletrare un movimento. Movimento che, per inciso, conta su un’autonomia di carica di tutto rispetto, che può arrivare fino a 72 ore, cioè 3 giorni pieni.

L’abito gentile del marinaio

Fatte queste precisazioni, ribadisco che il Montecristo Skeleton Rose Gold di Locman si distingue dal precedente del 2019 per il trattamento in Pvd oro rosa sulla lunetta, sulla corona e sulle sfere. Visto l’orologio in fotografia, sembra però la scheletratura e le sfumature rosate delle lancette vadano un po’ a scapito della leggibilità. Le sfere del Montecristo Skeleton potevano invece contare su una colorazione gialla, blu o nera (a seconda del colore del réhaut), che ne favoriva il contrasto sul quadrante. Ma, come sempre, aspetto la prova al polso per confermare o smentire l’impressione.

In ogni caso, è un fatto che le finiture color oro rosa ingentiliscano l’insieme del Locman Montecristo Skeleton Rose Gold. Da un lato fanno apparire la lunetta, già sottile di suo, ancora meno voluminosa, allargando ulteriormente un quadrante molto aperto; dall’altro, alleggeriscono un poco la presenza maschia della corona, data dalla zigrinatura doppia e molto scanalata. Una lavorazione pensata per agevolarne l’uso anche con le dita umide o con i guanti da regata.

Non dimentichiamo infatti che Montecristo nasce come collezione strettamente marina. Anche il Montecristo Skeleton Rose Gold è e rimane un marinaio; un po’ più fighetto forse, senza il volto rude e salmastro di un pescatore, ma pur sempre un marinaio. Lo dimostrano proprio la corona, a vite e dotata di triplice guarnizione interna o-ring, e l’impermeabilità della cassa fino a 10 atmosfere.

Dettagli da best-seller

La cassa, appunto, è da 42 mm, sempre in acciaio e con fondello in titanio come il predecessore; è collegata al cinturino dalle anse a tre barre, classiche sulla collezione Montecristo, che tendono a rendere la vestibilità dell’orologio più adatta ai polsi poco sottili. L’esemplare resta comunque alleggerito nella struttura non solo per l’architettura della cassa e per la scheletratura del movimento, ma anche per il fondello trasparente, che ne accentua la profondità.

A completarlo, un cinturino in pelle o un bracciale metallico a cinque file. Entrambe le soluzioni sottolineano lo spirito urbano del Montecristo Skeleton Rose Gold, che si affianca alla vocazione marinara di cui ho scritto poc’anzi. In base alla presenza di cinturino o bracciale, cambia ovviamente il prezzo: 1.150 euro il primo, 1.265 il secondo. Un occhio allo scontrino, di questi tempi, non fa di certo male.

Che dire di più, che non sia già stato detto su questo pezzo di Locman? Nulla, se non chiudere così come ho aperto, ossia con un’altra frase di Buddha: «Non c’è niente di costante tranne il cambiamento». All’Elba lo sanno. Ed è per questo che, per tradizione, continuano a innovare. Anno dopo anno.