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Blancpain e Gianluca Genoni in difesa degli oceani

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In occasione della Giornata mondiale degli Oceani – festeggiata oggi, 8 giugno -, diamo spazio a Blancpain, partner attivo dell’evento. E in prima fila nella tutela delle acque del pianeta fin da “tempi non sospetti”, ben prima dell’emergenza climatica. Ne parliamo con Gianluca Genoni, apneista da record nonché ambasciatore di lungo corso della Manifattura

Diciannove anni fa, nel 2002, Marc Hayek diventa presidente di Blancpain, la marca comprata nel 1992 dal nonno Nicolas. Marc è uno che parla poco e fa molto. Il suo primo obiettivo è quello di sistemare alcune “dissonanze” nella fabbrica di movimenti Frédéric Piguet, che verrà totalmente assorbita da Blancpain nel 2010. Il secondo passo è quello di riorganizzare totalmente le collezioni, riducendole per rendere più chiara la personalità del marchio e meno difficile la vita di concessionari e compratori.

Marc Hayek e il mare

Il suo capolavoro, però, Marc lo compie con la collezione Fifty Fathoms, composta oggi da una settantina di variazioni sul tema dell’orologio subacqueo professionale. (Il fathom è una unità di misura della profondità – pari a 6 piedi – ancora molto usata dalle marinerie dai paesi anglosassoni). Benché già nel 1997 i Blancpain Fifty Fathoms fossero a tenuta stagna fino a 30 atmosfere, è dal 2003 che la collezione trova la propria maturità. La sincera passione di Marc Hayek per le immersioni e il cinquantesimo anniversario dell’orologio, considerato il primo orologio subacqueo moderno, sfociano in una collezione sempre più ampia. Una collezione che, però, all’inizio incontra qualche difficoltà nell’affermarsi.

Il problema, apparentemente paradossale, sta nell’impressione che una marca di Alta Orologeria non sia quanto di meglio si possa immaginare in termini di robustezza. Il Fifty Fathoms, inizialmente, sembra troppo elegante per essere anche un rude palombaro. Una convinzione totalmente sbagliata che, nel corso degli anni, verrà totalmente ribaltata. I Blancpain Fifty Fathoms si riveleranno non solo strumenti sicuri per quanto riguarda la tenuta stagna. La loro robustezza verrà continuamente testata sul campo da una lunghissima serie di iniziative a difesa degli oceani, tutte con la collaborazione dei migliori subacquei internazionali. Tra i quali spicca l’italiano Gianluca Genoni, apneista che vanta un record personale di -85 metri in assetto costante e ben -160 con l’uso di una sorta di scooter marino in luogo della zavorra, usato per scendere e risalire più rapidamente.

Blancpain, Gianluca Genoni e la Giornata mondiale degli Oceani

E così arriviamo ad oggi, 8 giugno, la Giornata internazionale che l’Onu ha dedicato agli oceani. E di cui Blancpain è presenting partner. Non ho mica capito bene cosa voglia dire, ma immagino che si intenda un partner che collabori attivamente da un punto di vista economico, dal momento che Blancpain ha sempre fatto moltissimo, con il proprio Ocean Commitment, per la salvaguardia degli oceani. Marketing? Sì, certo, anche marketing, ma di quello “buono”. Ne parlo al bar con un sorridente Gianluca Genoni.

È un pezzo che lavori con Blancpain.
Gianluca Genoni: Dal settembre 2007. E quindi 14 anni…

Ci sono matrimoni che durano meno… non parliamo poi delle sponsorizzazioni. Una storia così deve per forza nascere da un progetto comune.
Gianluca Genoni: Certo. un progetto comune nato nel 2007, quando abbiamo fatto il lancio del nuovo Fifty Fathoms, a Cannes. Io fui contattato in quell’anno da Chantal Guidi, pr di Blancpain, per parlare di questo evento a Cannes. Eravamo nella vecchia sede di Swatch Group a Rozzano, con i dirigenti svizzeri. Io ai tempi facevo ancora i record di apnea. Nel 2006 a Sharm el-Sheikh avevo fatto un record scendendo a -141 metri. E l’anno seguente è iniziata la mia collaborazione con loro.

Beh, quando inizi non sai mai se tutto finirà dopo l’evento, dopo un anno o quando. Inizi e sarà quel che sarà. Ho sponsor, come la Mares, con cui lavoriamo da 25 anni, ma altri che sono durati poco. È vero: è una questione di progetti comuni. Con Blancpain c’è qualcosa che potremmo definire un’affinità “filosofica”. Vedi, quando abbiamo iniziato io ero un atleta che faceva da testimonial. E basta. E loro non avevano ancora creato il Blancpain Ocean Commitment. Poi nel 2012 ho fatto il mio ultimo record, a Rapallo, quando sono sceso a -160 metri. Loro avevano già iniziato questo impressionante progetto legato all’ambiente, alla protezione e alla salvaguardia degli oceani, un progetto sempre più strutturato in cui io sono stato coinvolto in diversi modi.

Blancpain, Gianluca Genoni e le cernie polinesiane

Gianluca Genoni: Nel 2014 sono andato in Polinesia con loro. Mi contatta Alain Delamuraz, allora Vicepresidente di Blancpain. Non uno di quelli che ti chiamano spesso. Ricordo che era il primo di maggio e ho ricevuto la sua chiamata alle 7 e mezza del mattino. Ho guardato l’orologio e mi sono detto: “Qui marca male”. E invece lui: “Senti, cosa ne dici di venire in Polinesia a fare delle foto con le cernie”? Ti confesso che dopo un attimo di sollievo ho pensato: “Qui in Italia abbiamo il Parco di Portofino e questo vuole andare in Polinesia per fare le foto con le cernie!?”.

Poi invece ho capito che non erano esattamente due cernie. La prima luna piena di luglio in questo pezzo di mare dell’atollo di Fakarava ci sono 18mila cernie in uno spazio veramente molto piccolo e raccolto. Un’esperienza incredibile che poi si trasformò in una serie di incontri. Nei quali Roberto Castagna, brand manager italiano di Blancpain, ed io abbiamo promosso il progetto, attraverso la mia esperienza e le attività legate al mare e all’apnea. Il primo evento l’abbiamo fatto con loro qua a Milano… C’eri anche tu. E poi abbiamo fatto altrettanto in giro per il mondo.

Nel 2014 la protezione degli oceani non era un gran che, come argomento di marketing… Non andava di moda come oggi.
Gianluca Genoni: È vero. Adesso per un’azienda sembra imprescindibile sbandierare amore per il mare e la volontà di proteggerlo. Una volta non ti facevi bello elencando le tue buone azioni. Bastava parlare della bellezza del mare e il resto era una logica conseguenza. Blancpain, sotto questo punto di vista, è stata una vera pioniera, in tempi insospettabili. Quando ti parlo di filosofia comune intendo proprio questo.

Io avevo già fatto nel 2010 una spedizione nel Mar Rosso – organizzata da me e la mia squadra – per pulire la zona del Blue Hole, vicino a Dahab, nel golfo di Aqaba. E poi ho fatto tante altre attività negli anni seguenti con Blancpain – legate al mare e la protezione degli oceani. Che poi salvaguardare gli oceani si può fare in tanti modi. Uno è quello di andare sulla spiaggia a ramazzare, in mare per tirare fuori la plastica; un altro è proprio quello che stiamo facendo con Blancpain. Far conoscere meglio la bellezza del mondo subacqueo tramite queste attività. Perché si tratta di stimolare un po’ quella filosofia per cui se tu ami il mare, allora lo rispetti come qualsiasi cosa che ami davvero.

L’Ocean Commitment e il rispetto per il mare

A proposito di rispetto… Tu non hai mai nascosto il tuo rispetto per Marc Hayek e la sua esperienza di subacqueo.
Gianluca Genoni: Quando andammo a Cannes per quel primo evento mi avevano detto che Marc era un subacqueo, ma non sapevo a quale livello d’esperienza. E quindi gli facevo mille raccomandazioni… In realtà lui è un subacqueo esperto. Non tanto di apnea, perché si immerge con le bombole, ma è un subacqueo realmente esperto. Usa gran parte del suo tempo libero per fare immersioni anche alle Maldive, che ama molto. E per giunta è anche un ottimo fotografo subacqueo. Nelle nostre spedizioni vedi spesso Marc parlare con i molti fotografi che ci seguono per imparare sempre di più. La sua, insomma, è una vera passione sin da tempi non sospettabili di marketing furbo. Marc Hayek ama davvero il mare e lo dimostra attraverso il Blancpain Ocean Commitment.

In questo senso il tuo ruolo di “sportivo puro” si sta evolvendo.
Gianluca Genoni: Sì. Perché, come ti dicevo, prima utilizzavo gran parte del mio tempo per allenarmi. Ora lo uso per promuovere la mia disciplina attraverso corsi, esibizioni, stage e attività per la protezione degli oceani. Le due cose vanno di pari passo perché tutte le persone che fanno i corsi con me o vengono in mare con me… Beh, in generale tutti gli appassionati di subacquea rispettano molto il mare. Esattamente come un appassionato di montagna sarà l’ultimo a lasciare per terra la bottiglietta di plastica, quando ha finito di bere. Rispetti l’ambiente che ami.

Per te, quindi, essere testimonial di Blancpain non è solo questione di marketing.
Gianluca Genoni: Diciamo che mi viene piuttosto facile promuovere questo progetto, perché al di là della collaborazione con Blancpain è una cosa che sento proprio mia. E so che anche dall’esterno questa visione comune viene chiaramente percepita: non è che lo faccio solo perché ho un contratto con un’azienda. Farei molta fatica a promuovere qualcosa che suonasse falso. In questo caso, invece, siamo di fronte ad un marchio d’orologi molto prestigioso che ha sposato un progetto nobile in tempi non sospetti. A prescindere dal contratto, condivido profondamente questo amore per il mare e quindi l’esigenza di difenderlo.

Strumenti ed esperienze

Ricordo quel bel filmato in cui Marc, sott’acqua, ti mette al polso un orologio subacqueo Blancpain.
Gianluca Genoni: Sì, sempre nel 2007 a Cannes. Un bell’evento davvero. Io ero sceso in apnea a 40 metri, dove ho trovato Marc. È un orologio al quale sono particolarmente affezionato proprio perché mi ricorda il primo evento con loro. E poi era un pezzo unico, che conservo per mio figlio, quando sarà un po’ più grande.

In alcune foto hai al polso quel meraviglioso oggetto che è l’X Fathoms, l’orologio con il profondimetro meccanico.
Gianluca Genoni: Sì, lo provai più volte in Polinesia. Lo avevo al polso in quasi tutte le immersioni, e trovo sia uno strumento molto complesso, visto che Blancpain rifugge dall’elettronica. Un profondimetro meccanico quantomeno attendibile è una vera e propria impresa, nella quale nessun altro mi risulta si sia cimentato.

L’ho provato in Polinesia e l’ho usato anche in altre occasioni. Immergendomi con uno strumento digitale per vedere se l’X Fathoms era attendibile. Era di più: perfetto. E impressionante. Abbiamo verificato con gli strumenti elettronici usati nelle immersioni professionali, quelle in cui da uno strumento preciso può dipendere la tua vita. E tutto è sempre andato bene. Non ti fornisce, ovviamente, la molteplicità di informazioni di un computer da polso, ma funziona benissimo, è preciso ed è un vero capolavoro di micromeccanica.