Ha radici antiche la collezione Longines DolceVita. Non tanto per la data di nascita, il 1997, che pure recente non è; quanto perché prende ispirazione da un esemplare degli anni Venti, conservato nei ricchi archivi della Casa di Saint-Imier. Un orologio realizzato secondo le regole della corrente artistica allora imperante: l’Art Déco. Il nome deriva dall’Expo di Parigi del 1925 – per esteso, Exposition internationale des arts décoratifs et industriels modernes –, la massima rassegna del fenomeno nella sua piena maturità.
I Ruggenti anni Venti
Eclettico, opulento ed energico, l’Art Déco interessò la moda, l’architettura, l’arredamento, le arti visive e decorative in senso lato. Contrapposto alla dolcezza e al naturalismo del precedente stile Liberty, è da molti definito come il gusto dei “figli della Prima guerra mondiale”. Cioè di un mondo che voleva dimenticare gli orrori e le inutili stragi del recente passato in nome di una modernità dinamica, frenetica e mondana, intrisa di gioia di vivere e affamata di oggetti belli e lussuosi.
Era la società che ascoltava il jazz, ballava il charleston e amava viaggiare – in aereo, in transatlantico, in automobile… Ben ritratta nelle tele di Tamara de Lempicka, o nelle pagine del romanzo Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald. All’Art Déco corrispondeva un’estetica basata sulle forme geometriche: linee nette, solidi regolari, pattern a raggiera, rigide simmetrie, senso plastico astratto, mai figurativo. Uno stile estremamente attuale, anche ai nostri giorni.
L’Art Déco nei Longines DolceVita
La conferma viene proprio dalla collezione Longines DolceVita. Che lo ripropone in diversi modelli con la tipica cassa “di forma”, giocata sulla figura del rettangolo, la lunetta dai lunghi brancard e il profilo sottolineato da una bella godronatura. La nuova versione maschile si distingue per il quadrante suddiviso a settori – anche questo caratteristico dell’Art Déco. Sullo sfondo dai toni argenté, i numeri romani si alternano ai lunghi indici che convergono al centro, interrotti da un rettangolo scandito da segmenti perpendicolari.
La cassa in acciaio, dalle proporzioni armoniose, su tutte le superfici ha una finitura lucida che ne sottolinea la vocazione elegante. Le lancette azzurrate alla fiamma, la minuteria chemin-de-fer lungo il perimetro, la corona poco aggettante, il cinturino in pelle di alligatore compongono un insieme di grande compostezza ed equilibrio. All’interno monta un movimento meccanico a carica automatica, calibro L592 (base Eta A20.L01), di 8 linee ¾ e con autonomia di 40 ore. Coerente con il prezzo: 1.540 euro.
E per le signore…
Anche al femminile i nuovi esemplari della collezione DolceVita confermano l’impostazione “classica”, improntata a uno chic discreto e formale. Qui la novità sta nell’adozione del sistema di intercambiabilità del cinturino in pelle di alligatore (quick switch), che permette di sostituirlo rapidamente e di personalizzare di conseguenza l’orologio, a seconda dello stato d’animo o dell’occasione. Bianco nacré, blu oppure oro le nuove cromie a disposizione.
La cassa, sempre in acciaio, è disponibile in due formati (taglia S o M), con la lunetta lucida oppure incastonata di diamanti taglio brillante. In ogni caso il quadrante color argento è decorato da una lavorazione flinqué, i numeri romani sono dipinti (decalcati), la minuteria chemin de fer è spostata al centro, in conformità con le piccole lancette azzurrate. Il movimento al quarzo riporta i piccoli secondi al 6. I prezzi delle versioni gioiello: 2.980 euro per il modello piccolo, impreziosito da 0.33 ct di diamanti; e 3.590 euro per quello medio, in cui le pietre però raggiungono il mezzo carato.