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Il Salone Nautico di Genova, Breitling e la difesa dell’ambiente

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Patrizia Aste, Ceo di Breitling Italia, lo ha detto senza mezzi termini: «La collaborazione con il Salone Nautico di Genova continuerà perché si è rivelata un successo. Per noi, certo, per il Salone stesso e per la difesa dell’ambiente. Un tema che per Breitling è molto importante».

Un impegno multiforme

E in effetti di proteggere l’ambiente si parlava molto nei corridoi del 61° Salone Nautico di Genova, dove erano esposti motori che purificano l’acqua di raffreddamento e dispositivi che catturano e triturano la plastica trovata in mare. Un bel segno. E di difesa dell’ambiente ha molto parlato la Breitling Squad italiana composta dai ciclisti Vincenzo Nibali ed Elisa Balsamo, il pilota automobilistico (e offshore) Gian Maria Gabbiani e dal surfista Roberto D’Amico.

Il motto “Squad on a Mission” per loro non è semplicemente rappresentare Breitling come marca d’orologi, ma anche come entità attenta all’ambiente e alle sue esigenze. Non a caso Breitling usa già da tempo cinturini in tessuti ricavati riciclando nylon disperso nell’ambiente; ma da quest’anno anche scatole interamente realizzate con materiali riciclati e persino concepite per occupare meno spazio, creando quindi un risparmio energetico sui consumi necessari per la loro distribuzione.

Con Roberto D’Amico alle Maldive

Pur fatta salva la naturale vocazione ambientalista del ciclismo e considerando l’impegno di Gabbiani nei confronti dei giovani e della guida sicura, il più impegnato nella difesa dell’ambiente è comunque Roberto D’Amico. Il suo continuo contatto con il mare e le spiagge lo ha portato, da oltre dieci anni, ad organizzare vere e proprie spedizioni di pulizia delle coste dalla plastica. Con risultati che la dicono lunga sulla maleducazione di tanta gente: ogni “sessione” di pulizia dell’associazione Roby Cleanup arriva a raccogliere due o tre tonnellate di materiali che rischiano di inquinare il mondo per secoli. Un vero e proprio attivista della protezione di un ambiente che è l’unico che abbiamo, e come tale non ha confini.

Recentemente, durante un viaggio alle Maldive (tutti in coro: beato lui) Roberto è andato oltre il bel panorama e ha girato lo sguardo per vedere cosa c’è dietro le spiagge meravigliose. Trovando anche lì tonnellate di rifiuti non biodegradabili, la plastica lasciata dai vacanzieri che (comprensibilmente, in un certo senso) viene lasciata lì perché costa troppo portarla via. E ha deciso che qualcosa bisogna fare, assolutamente.

Breitling è a disposizione, certo, ma serve anche un altro sponsor. Serve qualcun altro che abbia la volontà di montare un impianto per il riciclaggio dei rifiuti; o almeno un sistema di smaltimento che trasporti i rifiuti dove sia possibile annientarne la vocazione all’inquinamento perenne. «Perché pian piano la plastica si tritura in microparticelle che vengono mangiate dai pesci e che, gira gira, finiscono nel tuo stomaco». Roberto D’Amico è pronto, Breitling pure e se qualche altro sponsor volesse unirsi sarebbe ben accetto.