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Trésor con quadrante in malachite: la tradizione joaillerie di Omega

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I quadranti in pietra dura sono “un classico” dell’orologeria fin dagli anni Sessanta. Nascono dalla creatività dell’epoca, dominata da uno spiccato senso cromatico e da una forte tendenza alla sperimentazione. Convivono di solito con i movimenti meccanici ultra-piatti, che lasciano abbastanza spazio nella cassa per l’adozione di gemme tagliate in lamine, sottili certo ma più ingombranti dei soliti dischi in ottone o in oro. Si accostano spesso a bracciali fantasiosi – a volte morbidi come tessuti, altre rigidi come sculture -, creati dall’abilità dei maestri orafi. E vanno così a comporre autentici pezzi di alta gioielleria, rimasti nella memoria collettiva e nella storia di particolari maison. Nel solco di questa tradizione si inscrive anche il nuovo Omega Trésor con quadrante in malachite.

Omega, del resto, ha un passato di tutto rispetto nella produzione di orologi-gioiello ricchi di pietre. Basti pensare alla collezione About Time di Andrew Grima, datata 1970; che era composta da 55 esemplari dalle forme quasi organiche, con grandi cristalli di quarzi fumé o cabochon lattei di pietre di luna. O ancora alle creazioni del decennio successivo, dai nomi femminili (Jennifer, Thiphaine, Carlotta, Minerva) o favolosi (Mille et Une Nuits, Dimension 4), con i quadranti in lapislazzuli, occhio di tigre, onice; che talvolta portavano la firma di celebri designer come Luigi Vignando o Irene Spiellmann, e si aggiudicarono perfino prestigiosi premi tipo le (varie) Rose d’Oro di Baden-Baden.

Il quadrante in malachite del Trésor

Con la sua cassa rotonda (36 mm di diametro), il nuovo Trésor ha di sicuro uno stile più consueto di quegli storici precedenti; e d’altronde il gusto contemporaneo poco tollererebbe gli eccessi formali e le estrosità degli anni Settanta. Ma ne è un erede ideale per il quadrante in malachite, appunto, una gemma inorganica che merita un breve approfondimento. Si tratta di un minerale a base di rame appartenente alla classe dei carbonati – il cui nome preciso è idrossicarbonato di rame, e Cu2CO3(OH2) la formula chimica. Ed è infatti la presenza del rame a donarle il colore verde intenso, in certi punti tendente al nero, con le caratteristiche striature più chiare, generalmente concentriche.

In natura la malachite si rinviene proprio all’interno dei giacimenti di rame, soprattutto in Africa (Zaire e Zambia), in Russia (nella regione degli Urali), in Australia e negli States (Arizona). Mentre in Italia la si trovava nelle miniere dell’Isola d’Elba e in Sardegna. Dopo l’estrazione, la pietra è lavorata con una certa facilità grazie alla durezza non elevata (3,5/4 nella scala di Mohs); richiede tuttavia qualche attenzione perché sprigiona polveri tossiche (se respirate). Una volta tagliata in frammenti della grandezza richiesta, subisce vari passaggi alla mola per assumere la forma desiderata – un disco, nel caso del quadrante del Trésor -; e infine è lucidata così da far risaltare la lucentezza vitrea.

Il design particolare

Erede ideale degli esemplari-gioiello di mezzo secolo fa, dicevo, il Trésor con quadrante in malachite non avrà la loro esuberanza, ma presenta ugualmente qualche guizzo di dosata originalità. La lunetta e le anse, per esempio, sono profilate da due file di diamanti incastonati in dégradé e in posizione asimmetrica; un decoro che crea un potente dinamismo nell’estetica della cassa. Altri dettagli di stile sono poi i lunghissimi numeri romani, applicati e anch’essi leggermente asimmetrici, realizzati in oro Moonshine come le lancette Dauphine. Ricordo che l’oro Moonshine è una lega esclusiva sviluppata da Omega, dal tono più chiaro rispetto al consueto oro giallo.

Sempre in oro Moonshine è infine il bracciale dalla speciale texture, fatto con una particolare maglia metallica (ne abbiamo già parlato qui), dall’effetto simile alla corteccia di un albero. All’esterno mostra una superficie irregolare, quasi rugosa alla vista ma piacevole al tatto; all’interno invece nasconde la tipica trama, composta da fitti anelli allineati e compatti. Al polso comunque mantiene la flessibilità e il comfort della lavorazione mesh. In alternativa esiste però un cinturino in pelle di alligatore dal colore coordinato al quadrante. Al di là dell’estetica, la scelta fra cinturino e bracciale influisce notevolmente sul prezzo del Trésor con quadrante in malachite: 15.900 euro vs. 31.900 euro.