Nei pulsanti del Calatrava Pilot Travel Time, Patek Philippe nasconde un segreto. E fra poco potremo dire che il segreto non è più tale. Un segreto tecnico, un brevetto originale il cui potenziale travalica l’attualità per spingersi verso il futuro.
Ho sempre confessato una mia personale passione per questo orologio, che molti considerano “strano”. Pur appartenendo alla collezione Calatrava – un classicone – il Calatrava Pilot Travel Time fa parte esteticamente del filone degli orologi militari per aviatori. Una strada che Patek Philippe ha percorso, nella propria storia, sia pure moderatamente. Non fosse altro perché Patek è sempre stata Patek, orologi non certo per “semplici” piloti. Ma magari per i gradi alti e altissimi delle Forze Armate. È comprensibile.
Il Patek Philippe Calatrava Pilot Travel Time è disponibile in quattro versioni e due formati (più una Grande Complicazione). Noi del Giornale degli Orologi ce ne siamo occupati più volte e io stesso ho già scritto al proposito un paio di “pezzi” (puoi trovarli qui e qui). Sono andato a rileggermeli entrambi e non ho particolari osservazioni da aggiungere. Tranne una. Esaminando gli orologi mi avevano colpito due stranezze: l’impermeabilità fino a 6 atmosfere e lo sblocco dei pulsanti che fanno avanzare o indietreggiare la lancetta del secondo fuso orario. Un quarto di giro. Normalmente i pulsanti a vite richiedono ben altro.
Magica, meravigliosa Patek Philippe
Richiedo maggiori informazioni e vengo addirittura premiato con il documento (11 pagine!) di registrazione del brevetto europeo. Meravigliosa Patek Philippe, che a proposito dei pulsanti non scrive praticamente nulla nella cartella stampa, ma se chiedi qualcosa in più ti fornisce materiale straordinariamente prezioso, con la serena forza di chi non ha niente da nascondere. È così che si conquista la fiducia di tutti. Giornalisti e lettori.
Mi metto subito all’opera per capire, ma scopro presto che dietro quel tubicino e quella “corona” (senza segni particolari: forse sarebbe stato meglio mettere almeno un indice che aiutasse a distinguere la posizione di aperto/chiuso) c’è un mondo intero. Un mondo di micromeccanica di precisione, di ingegno che ti lascia a bocca aperta. Per capire che non esagero date un’occhiata alle foto: e confrontate l’esterno dei pulsanti del Calatrava Pilot Travel Time con i disegni in sezione tratti dal brevetto. Tenete presente che i disegni (ciascuno dei quali corrisponde ad una fase di lavoro di ciascun pulsante) sono ben dieci.
Mi soccorre il Direttore Clienti Paolo Trevisi, un passato da orologiaio di alto profilo, preparato in complicazioni per calendari perpetui e cronografi. Conservo gelosamente la registrazione della chiacchierata con cui mi ha spiegato il funzionamento dei pulsanti del Calatrava Pilot Travel Time, che ora cercherò di sintetizzare.
Al mio via scatenate l’inferno
Rubo le parole a Russel Crowe per far capire che quando si fa compiere un quarto di giro alla parte superiore del pulsante succede di tutto. Innanzitutto si scollega l’asse centrale, che è quindi libero di essere spinto verso l’interno della cassa. In questo caso l’asse aziona un dispositivo che fa avanzare la lancetta GMT del Patek Philippe Calatrava Pilot Travel Time. O indietreggiare, nel caso dell’altro pulsante. Contemporaneamente un serie di rimandi concentrici fa in modo che il sistema di guarnizioni consenta comunque una tenuta stagna eccellente.
Quanto? Non lo so. Il Patek Philippe Calatrava Pilot Travel Time è garantito impermeabile fino alla pressione di 6 atmosfere, ma quel dato dovrebbe riferirsi semplicemente alla corona, che non è serrata a vite. Logica vorrebbe che l’impermeabilità dei pulsanti sia maggiore. E già questo è un dato interessante.
Dopodiché tu mi chiederai se non sia possibile usare questo dispositivo anche per un cronografo. Paolo Trevisi si è limitato a farmi un sorriso misterioso, equidistante fra quello della Sfinge e quello della Gioconda. Per quanto mi riguarda io potrei dire che nulla sembra impedire l’uso di questi pulsanti in un innovativo cronografo, magari in unione con il sistema di rimandi già visto in un Patek della serie Advanced Research. Sarebbe un cronografo wowowow!
I pulsanti del Calatrava Pilot Travel Time e l’impermeabilità
Noto, fra l’altro, che tutto è concepito non solo per garantire la tenuta stagna del dispositivo, ma anche per evitare che sporco e residui solidi possano limitarne, nel tempo, il buon funzionamento. E ricordo a tutti che le 6 atmosfere di tenuta stagna sono un buon indizio di un lavoro in evoluzione.
Mentre infatti le 3 atmosfere d’impermeabilità sono semplicemente un obbligo imposto dai regolamenti della Federazione Svizzera dell’Orologeria (e non ti ci lavi nemmeno le mani in sicurezza, ma proteggono solo l’orologio da polvere e umidità), salire a 6 vuol dire che adottando anche la chiusura a vite l’impermeabilità sarebbe probabilmente maggiore. Lasciar supporre che con un’impermeabilità di 3 atmosfere ci si possa immergere fino a 30 metri sott’acqua – come scrivono molti giornalisti e blogger – non è solo una cosa stupida, ma anche un pessimo servizio per i lettori.
Tornando a chiudere la parte superiore del pulsante, l’intero dispositivo si pone (senza scatti, con un funzionamento straordinariamente fluido) in posizione di sicurezza: massima tenuta stagna e pulsanti bloccati. Il gioco è fatto.
Considerazioni finali
Questo tipo di pulsanti, brevettati e usati da Patek Philippe nel Calatrava Pilot Travel Time, si inserisce in un filone di ricerca della miglior tenuta stagna che vede coinvolta gran parte dell’orologeria. Dai sistemi di chiusura del fondello (penso alla Naiad Lock di Omega) a quelli per la corona e i pulsanti (le danze le aveva aperte Jaeger-LeCoultre con un interessantissimo sistema “a baionetta”), la Svizzera degli orologi cerca di superare le chiusure a vite. Ti chiedi perché? Beh, già il fondello causa problemi (se si stringe troppo, le guarnizioni rischiano di rovinarsi riducendo a zero la tenuta stagna). Ma per la corona e i pulsanti è ancora peggio.
In molti, in troppi è persistente la convinzione che più stringi e più sicura è l’impermeabilità. Ma è esattamente il contrario: non bisogna serrare troppo, ma nemmeno troppo poco. Un’indicazione che lascia spazio a interpretazioni personali, alla sensibilità di ciascuno. E spesso causa malfunzionamenti drammatici.
Un sistema “certo” (come la sperimentatissima leva angolare dei Panerai) sarebbe la soluzione migliore. Peccato però che il pubblico non ami soluzioni “esterne” che alterino l’estetica dell’orologio e la sua influenza negativa sull’abbigliamento. L’esigenza di soluzioni “interne” spinge quindi alla ricerca di alternative che per ora sono molto costose: richiedono tolleranze simile a quelle dell’organo regolatore, ma sono anche esposte ad un più ampio ventaglio di interventi da parte del proprietario dell’orologio.
La soluzione proposta nei pulsanti del Calatrava Pilot Travel Time di Patek Philippe – pur suscettibile di ulteriori sviluppi – sembra proprio essere un capitolo interessante di questa storia. Destinata a riservare nuove sorprese in un futuro nemmeno troppo lontano.