Attualità

Big Bang Integral Time Only: l’Hublot diverso

{"autoplay":"false","autoplay_speed":"3000","speed":"300","arrows":"true","dots":"true","loop":"true","nav_slide_column":5}
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image
Slider Nav Image

Un orologio sportivo con bracciale integrato funziona sempre. «Non è un punto di vista, è un teorema», come dice il mitico Dogui nel film “Vacanze di Natale”. Un teorema da almeno 50 anni, grazie al genio e all’intuizione di Gérald Genta. Un teorema dimostrato, in questo 2022, dall’Hublot Big Bang Integral Time Only. Un orologio che finge di non essere Hublot, ma che è figlio del marchio di Nyon al 100 per cento. Ma andiamo per gradi.

Hublot e i bracciali integrati

L’idea di introdurre il bracciale integrato all’interno delle proprie collezioni arriva a Hublot da lontano. Nel 2020 ha fatto la sua comparsa sui Big Bang in versione cronografo, naturalmente nei materiali più fighi possibili: titanio, ceramica nera e King Gold, la lega esclusiva ideata dal marchio che mescola all’oro rosso un 5 per cento di platino.

Nel 2021 la ceramica di quei cronografi è diventata bianca, blu navy e grigia; poi il bracciale integrato è comparso anche nel Big Bang Integral Tourbillon Full Sapphire, un orologio mostruosamente intrigante e altrettanto costoso. E quindi, direte voi, come diavolo fa il Big Bang Integral Time Only a fingere di non essere un Hublot?

C’è e non c’è

Domanda più che legittima se non lo si è preso in mano, indossato, soppesato. Io ho avuto la fortuna di farlo un paio di giorni fa, nella boutique che Hublot ha inaugurato a Milano in partnership con Pisa Orologeria. Ecco perché penso di avere gli argomenti giusti per rispondere.

È tutta una questione di pesi e di dimensioni. Intanto, è un 40 mm: alzi il polso chi è convinto che la cassa di un Hublot non debba misurare meno di 42 mm. Non pochi, sono pronto a scommetterlo. E poi lo spessore: 9,25 mm. Non dico che sia come una seconda pelle, ma indossandolo e osservando il lato cassa a fianco di quello del cronografo si ha l’idea del lavoro importante fatto dal brand su questo aspetto.

Certo, essendo un solo tempo è più facile assottigliare movimento e cassa, senza doverci ficcare la complicazione cronografica. Ricordiamoci però che stiamo parlando di un marchio che da sempre, o quasi, ha fatto del look “maschio” dei propri orologi una chiave di riconoscibilità.

Il lavoro sul bracciale del Big Bang Integral Time Only

E poi c’è il bracciale integrato, che non è un argomento di marketing ma il punto forte del Big Bang Integral Time Only. In tutt’e tre le versioni dell’orologio: titanio, All Black (ceramica), oro giallo. L’ho provato e confermo: oltre a essere una piuma – almeno quello in titanio e quello in ceramica -, è morbido come un guanto ed è la continuazione organica della cassa.

Nelle sue tre file ne riprende gli spigoli vivi, richiamando l’architettura energica della carrure. Hublot ha lavorato su ciascuna maglia, che è lucidata e satinata, angolata e smussata singolarmente. Il risultato è una continuità di forme con la cassa – i cui 40 mm sono la misura perfetta per questo tipo di bracciale -, accentuata dall’alternanza di superfici opache o lucide che giocano con la luce. Con lo stesso effetto, qualunque sia il materiale dell’orologio.

Proprio questa “inconsistenza” al polso del Big Bang Integral Time Only, questo suo essere poco Hublot nel farsi sentire quando è indossato potrebbe essere oggetto di scetticismo da parte degli aficionados del brand. Mi sento di rassicurarli: al di là delle sensazioni che ciascuno vuole provare quando porta un orologio, do ragione al Ceo del brand, Ricardo Guadalupe, quando dice che è un «Big Bang Integral più compatto che mai, energico, potente, ma allo stesso tempo più raffinato e lineare di qualsiasi altro modello».

Quadrante, lunetta e la firma di Hublot

Lo si vede dal quadrante. Nel suo minimalismo ha in realtà tutto quello che serve – ore, minuti, secondi, data -, presentato in maniera pulita ed essenziale. Nel rimandarvi alle didascalie per ulteriori dettagli, qui segnalo solo il bel contrasto tra il pieno dei ponti a vista avvitati e il vuoto del disco del datario scheletrato, che corre al di sotto del giro della minuteria.

Sormontato da un vetro zaffiro, il quadrante è incorniciato da una lunetta circolare fissata con le celebri sei viti ad H – ciascuna in corrispondenza degli indici pari delle ore -, firma estetica del marchio. Basterebbero queste viti a convincere i so-tutto-io con il loro «ma questo non sembra un Hublot» su quale maison è la madre biologica dell’orologio.

Sinergie… in movimento

Due parole anche sul movimento, visibile attraverso il fondello in vetro zaffiro. Il calibro automatico HUB1710 che muove l’orologio lavora a 28.800 alternanze/ora e ha un’autonomia di circa 50 ore. A dirla tutta, si tratta di un movimento su base Zenith Elite 670, elaborato e personalizzato dai “cugini” di Zenith per Hublot, impiegato già su altri solo tempo delle collezioni di Nyon.

Nulla di cui vergognarsi, anzi. Questo calibro è un lavoro ben fatto, pulito, esempio di come Hublot abbia impiegato in modo intelligente le sinergie che un colosso come LVMH mette a disposizione dei propri marchi. Una prova ulteriore di come il gruppo di Monsieur Arnault, a differenza di altri, sembri intenzionato a lavorare sui propri brand di orologeria in maniera davvero strutturata.

Il Big Bang Integral Time Only alla prova del mercato

Infine, come sempre, due parole sui prezzi. Il Big Bang Integral Time Only in titanio costa 17.500 euro, quello in oro giallo 48.700, quello in ceramica All Black 19.600. Quest’ultimo è creato in edizione limitata di 250 esemplari.

Dopo aver letto queste righe e dato un’occhiata anche alle immagini e alle didascalie, siete convinti, come ho scritto all’inizio, che un orologio sportivo con bracciale integrato funziona sempre? Anche senza il Dogui o Pitagora, per dimostrare il teorema basterebbe il fatto che alla ultima LVMH Watch Week due marchi su quattro – Zenith e appunto Hublot – hanno presentato novità con questo bracciale. E che, a detta dei rispettivi marketing, l’accoglienza da parte dei retailer è stata frizzante.

Come sempre, per avere successo in un segmento di mercato piuttosto affollato è necessario proporre il mix giusto tra innovazione, qualità, estetica e prezzo. L’impressione che ho avuto “live” è che l’Hublot Big Bang Integral Time Only ce l’abbia. Ora tocca al mercato, ultimo e supremo giudice, emettere la sentenza definitiva.