Approfondimenti

Tradition Tourbillon 7047, a lezione di Storia dell’orologeria da Breguet

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Una lezione di orologeria: ecco come ho sempre considerato il Breguet Tradition. Perché mostra in modo palese come funziona un orologio, grazie al trasferimento sul lato quadrante dei principali componenti del movimento. E credo che la definizione sia ancora più azzeccata per il nuovo Tradition Tourbillon 7047, presentato lo scorso giugno in occasione del 221° anniversario del regolatore di Breguet.

Anche se questa volta la costruzione semplice e robusta, codificata secondo i canoni degli orologi da sottoscrizione, è diversa: del tutto rinnovata dalla presenza del tourbillon, collocato all’1. Una posizione insolita non solo nella produzione della Maison, ma nell’intero settore, perfino per le marche specializzate nello studio di questo dispositivo. La cosa strana, però, è che l’inedito tourbillon all’1 stravolge sì completamente la “classica” architettura della collezione, ma ne rispetta il gusto per la simmetria, ne mantiene l’armonia formale. Permette di identificarlo fin dalla prima occhiata come un Tradition… E ti lascia di stucco: cattura fin da subito lo sguardo e ti assorbe totalmente nella visione ipnotica, quasi magica, del moto meccanico. Pochissimi orologi hanno mai avuto questo effetto su di me. Ed è una fascinazione che in parte deriva, lo ammetto, dalla Storia stessa dell’orologeria.

I precedenti storici

Se non sbaglio il Tradition Tourbillon 7047 è il primo tourbillon all’interno della collezione, nata nel 2005 e finora arricchita di altre (diverse) complicazioni – vedi il recente Quantième Rétrograde da noi già recensito. Come si intuisce dal nome, è una collezione ispirata al passato, alla grande orologeria di tradizione e alle creazioni del fondatore della Maison. In particolare, come dicevo, agli orologi da sottoscrizione e a quelli “a tatto”.

Gli orologi da sottoscrizione rivelano il genio commerciale di Abraham-Louis Breguet. Erano esemplari realizzati su prenotazione, per i quali il cliente era tenuto a pagare un quarto del valore al momento dell’ordine. In questo modo l’atelier produceva solo il venduto ed eliminava i rischi d’impresa. Gli esemplari a tatto, commercializzati dal 1799, rappresentano invece la soluzione a un problema pratico, oltre che un’astuzia per sfidare le convenzioni. Permettevano infatti di conoscere l’orario anche al buio, alla “cieca”, semplicemente toccando l’orologio (grazie alla lancetta a freccia e agli indici in rilievo). Risultavano utili quindi dopo il tramonto (se non si aveva a portata di mano una candela) e nei momenti di mondanità (quando guardare l’ora era inopportuno).

Il calibro degli orologi da sottoscrizione, poi ripreso in quelli a tatto, era semplice, robusto e privo di complicazioni, sia per ridurre i costi di produzione sia per rendere più facile la manutenzione. Ed era un movimento dalla composizione simmetrica: al centro il grande bariletto; da un lato il bilanciere e il treno del tempo, sorretti da ponti uguali e speculari; dalla parte opposta il quadrante decentrato. Questa costruzione – pressoché identica, sebbene ribaltata – si ritrova ai nostri giorni negli orologi della collezione Tradition.

Le pecularità tecniche

Ovvio che i progettisti di Breguet, nel concepire la collezione Tradition, non si sono limitati ad adottare l’architettura dei modelli d’antan e ad adattarla ai moderni esemplari da polso, in modo acritico. L’hanno anche interpretata con tecnologie e materiali attuali: primo fra tutti il silicio, le cui ben note qualità contribuiscono a rendere gli orologi adeguati alle esigenze di oggi. E credo che sia proprio la commistione di presente e passato la chiave del successo della collezione.

Del resto, il mix di elementi contemporanei e d’epoca si riscontra anche nel nuovo Tradition Tourbillon 7047. Che oltretutto presenta un altro dispositivo dell’antica tradizione orologiera: la trasmissione fuso-catena. Un’invenzione che risale addirittura al XV secolo e che fu studiata anche da Leonardo da Vinci, come dimostrano alcuni schizzi del Codice Atlantico. In pratica si tratta di un sistema che garantisce forza costante perché elimina la perdita di coppia.

Il sistema di trasmissione a catena con vite perpetua, per esser più precisi, è formato da un elemento a cono, scavato dalla larga base fino al vertice con una scanalatura a spirale. Il conoide (o fuso, chiamatelo come volete) è collegato al bariletto con una catena del tutto simile a quella di una bicicletta, ma dalle dimensioni infinitamente più piccole. Il funzionamento è ben spiegato nella cartella stampa dell’orologio: “Quando il bariletto è completamente carico trasmette il massimo della forza. La catena agisce dunque sulla parte alta del fuso, ovvero quella dalla circonferenza minore. A mano a mano che la catena si svolge, la coppia diminuisce ma agisce parallelamente sulla parte più ampia del fuso, la base. In questo modo la forza rilasciata è costante”.  

Il Tradition Tourbillon 7047 in sintesi

Consideriamo quindi tutti gli elementi del movimento: il calibro 569, ovviamente a carica manuale. All’1 spicca appunto il grande tourbillon, con spirale Breguet in silicio e scappamento ad àncora (in linea invertita) con le anse sempre in silicio. Il regolatore da solo catalizza tutta l’attenzione, mentre ruota su se stesso in un minuto. Al 9 c’è il bariletto, al 5 il conoide: entrambi fissati con un ponte identico e speculare, sono collegati dalla piccola catena, ben visibile nel suo lento svolgersi e avvolgersi. Al 7, invece, il quadrante decentrato con l’indicazione delle ore e dei minuti. Simmetrico al tourbillon, è anch’esso quindi in posizione insolita. Ma presenta i segni distintivi della Maison: il guilloché a Clous de Paris e le lancette à pomme evidée.

La suggestione estetica del Tradition Tourbillon 7047 però dipende anche dal contrasto cromatico blu/antracite – un po’ come nel Quantième Rétrograde di cui sopra. I componenti rodiati del movimento fanno risaltare con particolare efficacia i dettagli blu: il quadrante in oro e la gabbia in titanio del tourbillon, colorati con un procedimento galvanico; e le minuscole maglie della catena, trattate termicamente. A mio parere – per quanto poco valgano le considerazioni personali del “mi piace/non mi piace” – è questa la versione più riuscita dell’orologio. La più elegante, la più attuale. Ma de gustibus

Il Tradition Tourbillon 7047 esiste infatti in quattro versioni. Due hanno la cassa in platino, il movimento antracite, il quadrante blu oppure argenté; e due la cassa in oro rosa, il quadrante nero, il movimento antracite oppure color oro rosa. La scelta del metallo influisce com’è logico sul prezzo: le referenze in platino costano ambedue 196.900 euro, quelle in oro rosa 182.300 euro. Più del mio appartamento, è vero, tant’è che io – come molti di voi – non potrò mai permettermi l’acquisto (a meno che non vinca una lotteria). Ma non vuol dire che non possa apprezzarlo. E poi, chi mi può impedire di sognare?