Attualità

Tonda PF Skeleton, la meccanica traforata di Parmigiani Fleurier

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Siamo al terzo episodio di quella che può essere definita come “l’era Guido Terreni” in Parmigiani Fleurier. Già raccontata al suo esordio da Augusto Veroni, è stata da noi approfondita con il Microrotor e il seguito del Gmt Rattrapante a firma Davide Passoni. Nuovo Ceo della manifattura, dopo un lungo sodalizio con Bulgari, Terreni ha infatti rielaborato il dato estetico della maison con la collezione Tonda PF, introducendo in un certo senso il “principio di sottrazione”. Un percorso che porta inequivocabilmente – e magnificamente – all’essenziale. Così come per i due capitoli precedenti, il concetto di riduzione ha avuto un proprio sviluppo nel Tonda PF Skeleton. Qui materializzato non con le minime dimensioni del rotore di carica o con il retour en vol applicato alla lancetta del secondo fuso orario, ma nell’antica pratica della cosiddetta scheletratura del movimento.

Una tecnica antica, anzi modernissima

La scheletratura è una tecnica decorativa che toglie “ad arte” quanta più materia sia possibile dagli elementi meccanici dell’orologio, fermandosi giusto un attimo prima di comprometterne la funzionalità. Cosa non facile già di per sé per gli impliciti rischi di rotture, in un’errata realizzazione può provocare perfino il malfunzionamento dell’intero sistema. Certo, oggi l’uso del computer in fase di progettazione ha semplificato notevolmente le cose, così come l’utilizzo delle macchine permette una precisione costruttiva che sfiora l’infinitamente piccolo…

Ma nel Tonda PF Skeleton ci si è spinti oltre la semplice eliminazione materica, che consente all’occhio degli appassionati di guardare al di là della parte meccanica. Piuttosto, si è svolto un intervento artistico sulla materia per arrivare a enfatizzare il moto che anima i componenti ed esaltare l’architettura del movimento, delicata ma preservata in equilibri e volumi. I maestri orologiai della Maison infatti hanno sfruttato al massimo le parti solide e utilizzato i vuoti per consentire alla luce di riflettersi nel cuore del calibro PF777.

Ma se la meccanica ajouré è l’essenza del Tonda PF Skeleton, il risultato ben riuscito è dovuto alla concentrazione di diverse competenze. Ovvero agli sforzi congiunti dei vari centri di artigianato industriale che compongono la Manifattura integrata (praticamente autosufficiente). Dalla Vaucher Fleurier, che si occupa della progettazione e della produzione dei movimenti, alla Quadrance et Habillage, specializzata proprio nella costruzione dei quadranti; fino a Les Artisans Boîtiers, dedita alla fabbricazione di casse e bracciali. Come tutti gli orologi della Maison, insomma, anche il Tonda PF Skeleton è frutto del lavoro sinergico di tecnici esperti che concorrono al raggiungimento di risultati d’eccellenza. Come del resto ci si aspetta da Parmigiani Fleurier.

Il Tonda PF Skeleton in breve

Il calibro PF777 è un movimento meccanico a carica automatica sottile (3,9 millimetri di spessore), di moderna concezione (vanta un’autonomia di 60 ore) e dalle finiture impeccabili. I ponti satinati color grafite sono opportunamente completati dall’anglage che ne sottolinea l’architettura, rendendola al contempo attuale nel gusto ma rispettosa delle tradizioni. Le stesse finiture si ritrovano anche sul lato quadrante, creando un senso di continuità, di integrazione organica fra struttura interna ed esterna, fra cinematica e statica, fra “contenuto” e “contenitore”.

I codici estetici del resto sono ben riconoscibili, soprattutto dopo il “bagno di rigore” voluto da Terreni nel nuovo corso di Parmigiani Fleurier. Ecco quindi l’essenziale a tutti i costi, niente fronzoli decorativi e un ornamento che semmai si limita al trattamento delle superfici lucide e satinate. Un principio che si riscontra nella versione in oro rosa come in quella d’acciaio con lunetta in platino. Lunetta che peraltro rappresenta un segno distintivo del Tonda PF Skeleton come dell’intera collezione, con quella particolare zigrinatura dai lievi giochi di luce che spezzano l’alternarsi delle finiture.

Il diametro di 40 millimetri della cassa è poi la misura giusta per assicurare all’orologio un’eleganza misurata, appropriata per molti polsi, anche quelli più sottili. E insieme consente il piacere visivo dello straordinario lavoro di “traforo” cui è stato assoggettato il calibro. Un abbellimento che arriva perfino alle lancette: le quali, leggere come sono, sembrano letteralmente scivolare sospese sopra la meccanica. Il quadrante assente permette appunto la massima visione dei ponti e dei componenti; e si riduce a un sottile anello periferico, graduato per rendere più agevole l’intuitiva lettura dell’orario.