“Squadra che vince non si cambia” è un adagio che vale in ogni sport, dal calcio alla pallavolo, la cui nazionale italiana è fresca campione del mondo. Vale anche in orologeria, come dimostra la collezione Tissot PRX. Un modello vincente già quando apparve per la prima volta, nel 1978, e che il brand di Le Locle ha rilanciato a inizio 2021 con analogo successo. Un boom che ha spinto Tissot non solo a non cambiare la squadra, ma ad arricchirla di nuovi campioni.
Come i più attenti di voi ricorderanno (i meno attenti possono rinfrescarsi la memoria leggendo qui), la prima referenza del Tissot PRX rilanciata a febbraio dello scorso anno è stata quella con cassa da 40 mm, quadranti blu, nero o argento e movimento al quarzo. Un successone che ha costretto l’azienda a riassortire continuamente i negozi. E l’ha indotta a considerare l’idea di allargare la collezione.
Più colori, meno millimetri
Tissot lo ha fatto in maniera razionale, evitando di moltiplicare le referenze in modo incontrollato, ma muovendosi lungo quattro direttrici: ampliamento dei colori, arricchimento delle complicazioni, diversificazione delle misure, introduzione di nuovi calibri.
Andando in ordine, la palette del Tissot PRX si è allargata a cromie più moderne e alla moda come l’azzurro, il verde e lo champagne. Poi, oltre al solo tempo, è entrato in collezione anche il cronografo, che tanto piace agli appassionati italiani e di cui abbiamo già scritto qui.
In terzo luogo, nemmeno questo orologio è sfuggito alla tendenza della riduzione delle dimensioni di cassa, con il 35 mm al quarzo che ha affiancato il classico 40: per vestire i polsi femminili ma anche quelli dei maschietti alla ricerca di orologi più portabili. Infine, il nuovo movimento, aspetto sul quale voglio soffermarmi un po’ di più.
Il Tissot PRX si è fatto automatico
La presentazione del PRX lo scorso anno è stata fatta in digitale, si era ancora alle prese con i disastri della pandemia. Ricordo di aver chiesto all’amministratore delegato di Tissot, Sylvain Dolla, come mai l’orologio fosse mosso da un calibro al quarzo. Nella sua risposta articolata, una delle motivazioni era storica: gli anni ’70 erano gli anni del quarzo e da quell’epoca arrivava il PRX.
Dolla non aveva certo chiuso all’idea di un Tissot PRX con movimento automatico. Anzi, lo aveva anticipato con l’obiettivo di fare dell’orologio un bestseller sui mercati orientali, amanti di bilancieri e scappamenti più che dei cristalli di quarzo. Così come automatico sarebbe stato anche il cronografo, che infatti monta un Valjoux A05 H31, derivato da quel Valjoux 7753, prodotto da Eta (di proprietà di Swatch Group). Un calibro “storico”, più affidabile e resistente di un mulo degli alpini su un ghiaione delle Dolomiti.
Anche per il solo tempo Tissot aveva la soluzione in casa: il calibro Powermatic 80 da 80 ore di autonomia, che equipaggia i tre lancette di fascia alta del marchio e che sempre da un Eta arriva. L’ideale per motorizzare il PRX da 40 mm.
La versione automatica del Tissot PRX da 40 mm si differenzia esteticamente da quella al quarzo per la lavorazione del quadrante. Se in quest’ultima c’è una satinatura verticale, nell’automatico compare il decoro cosiddetto a petite tapisserie, che dà all’orologio un percepito di qualità più alto. La gamma dei colori rimane la medesima, con l’introduzione del verde e della lunetta con trattamento Pvd oro rosa nella versione argento. Sul nero e sul blu, Tissot dà l’alternativa del cinturino in pelle.
C’è Powermatic e Powermatic…
La vera differenza, però, sta all’interno della cassa. Ed è il Powermatic 80, calibro che appartiene a una famiglia basata sull’Eta C07.611, a sua volta derivato dal 2824-2. Tutti i Powermatic 80 hanno una frequenza del bilanciere di 3 hertz o 21.600 alternanze/ora, che corrisponde alla riduzione di un hertz rispetto al 2824-2. Visivamente, questa riduzione si traduce in piccoli scatti nella lancetta dei secondi, che non tutti gli appassionati apprezzano.
In Tissot non hanno scelto di abbassare la frequenza perché sono dei Tafazzi, ma per un motivo pratico e utile. Un bilanciere con frequenza più alta richiede di norma un consumo di energia più elevato, che si traduce in minore autonomia. Abbassando la frequenza, modificando il bariletto e introducendo uno scappamento senza scatto all’indietro, regolato da viti di massa sul bordo del bilanciere, sono riusciti a ottenere le 80 ore di autonomia.
Sotto la dicitura Powermatic 80 sono compresi differenti tipi di movimenti che si distinguono tra loro per il materiale con cui è realizzato lo scappamento: plastica, metallo, silicio, o ancora Nivachron, la lega a base di titanio sviluppata da Nivarox (altra azienda di Swatch Group) e Audemars Piguet, di cui potete leggere qui. A seconda del materiale impiegato, cresce il livello qualitativo del movimento.
Per qualitativo intendo la capacità di assicurare la costanza di marcia, fornita dallo scappamento e fondamentale per la precisione dell’orologio. Così fondamentale che chi sviluppa movimenti deve tenere in considerazione tutti gli elementi che possono influire negativamente sullo scappamento – magnetizzazione in primis – e, di conseguenza, sulla costanza di marcia.
La spirale in Nivachron è quella che al momento offre le maggiori garanzie in tal senso. E si trova nel Powermatic 80 montato nelle due referenze più preziose del Tissot PRX 40 mm: le versioni Gold, che affiancano quelle citate sopra. Come il nome lascia intuire, il loro tratto distintivo è la lunetta scanalata in oro rosa massiccio da 18 carati. Inoltre, hanno il quadrante blu o marrone sfumato, lavorato con finitura soleil e non a petite tapisserie.
Estetica riconoscibile, prezzo accessibile
Per il resto, le caratteristiche di base sono le stesse degli altri 40 mm: impermeabilità della cassa fino a 10 atmosfere; spessore di 10,9 mm; bracciale integrato in acciaio a maglia singola, con finitura satinata verticale, e chiusura déployante con due pulsanti di sicurezza.
Attualmente la collezione PRX include 21 modelli, tra meccanici e non, distribuiti su cinque prezzi: 375 euro per i 35 e i 40 mm al quarzo, 475 le versioni champagne; 695 euro per l’automatico con bracciale e 645 per quello con il cinturino; 2.095 euro per le versioni con la lunetta in oro massiccio.
La strategia di Tissot
In questo modo, Tissot ha creato una collezione razionale sia dal punto di vista delle referenze, sia del prezzo, mantenendola all’interno di quel segmento che l’appassionato si aspetta dal marchio. Segmento commerciale, certo, ma anche qualitativo.
Perché il Tissot PRX rimane uno dei più clamorosi successi di prodotto degli ultimi anni all’interno dell’orologeria di fascia media. La prova che per creare un orologio che, come dicono i ragazzi, spacca, non servono materiali da fantascienza e cartellini a cinque o sei cifre. Bastano una chiara visione dei bisogni del mercato e la capacità industriale per soddisfarli. Se ti chiami Tissot e appartieni a Swatch Group, le hai entrambe. E gli appassionati ringraziano.