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J12 Calibro 12.2: Chanel continua la collaborazione con Kenissi

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Finora, Chanel differenziava gli esemplari della collezione J12 principalmente in due linee, diverse per dimensioni e movimento: 33 mm al quarzo e 38 mm meccanico. Quest’anno invece la Maison ha fatto cadere la storica distinzione e ha creato il J12 calibro 12.2, 33 mm. Ovvero l’orologio nel formato più piccolo equipaggiato da un movimento automatico. Non acquistato da terzi, ma realizzato ad hoc da Kenissi, la manifattura Tudor di cui è la Maison è comproprietaria.

E non è cosa da poco. Perché ci permette di fare qualche importante riflessione non solo sulla maturità del “progetto orologeria” di Chanel. Ma anche – da un lato – sui progressi compiuti dalla tecnologia in epoca contemporanea. E – dall’altro – sui mutamenti di gusti e di abitudini di un certo segmento di mercato, o meglio della fascia di pubblico cui il J12 da 33 mm si è sempre rivolto: ovviamente quello femminile.   

Una prospettiva storica

Per tradizione, gli orologi da donna sono sempre stati più piccoli di quelli da uomo. E, spesso, anche più imprecisi: proprio per la miniaturizzazione del movimento, che comportava non solo dimensioni ridotte dei componenti (e in particolare del bilanciere), ma anche una minore robustezza intrinseca e quindi una maggiore fragilità a urti e vibrazioni. Per questo, dopo l’avvento del quarzo, le aziende preferirono di gran lunga inserire negli esemplari femminili movimenti elettronici: più precisi e più pratici, meno delicati e problematici di quelli meccanici.

Certo, le eccezioni ci sono sempre state. Ma in genere i calibri meccanici di qualità nei modelli da donna si trovavano solo nelle produzioni più costose e pregiate delle grandi maison. E le donne, da parte loro, si sono adeguate: pilotate a concentrarsi più sugli aspetti estetici, a considerare gli orologi come semplici accessori alla stregua dei gioielli, per decenni hanno accettato la situazione di buon grado. E si sono accontentate, senza più preoccuparsi del valore meccanico di ciò che portavano al polso.

Un pubblico evoluto

Negli ultimi anni però la situazione si è a poco a poco modificata. Le donne, o almeno, certe donne hanno cambiato atteggiamento: questione di consapevolezza, di cultura, di interesse e (perché no) di possibilità economiche… Hanno cominciato ad acquistare per sé stesse i propri orologi e di conseguenza a far attenzione (anche) alla micromeccanica. A informarsi sul tipo di calibro montato all’interno del loro esemplare preferito, perfino a interessarsi alle complicazioni.

Da parte loro, in un rapporto speculare reciproco, le maison di orologeria hanno dato sempre maggior peso al pubblico femminile. Complici l’avanzare della tecnologia, l’affermarsi di nuovi materiali, gli investimenti in metodi e procedure industriali convenienti, hanno iniziato a produrre esemplari meccanici anche per le signore (o perlomeno a dar loro la possibilità di scegliere). Ne è una prova proprio il Calibro 12.2 realizzato da Kenissi per Chanel.

Il Calibro 12.2

Il nome lascerebbe pensare che si tratti di un’evoluzione del Calibro 12.1, il primo movimento meccanico a carica automatica progettato dall’azienda di Le Locle per la Casa della doppia C. Vi rimando a quanto già scritto in precedenza, per limitarmi qui a riassumerne le caratteristiche: 191 componenti, 28 rubini, autonomia di 70 ore, bilanciere a inerzia variabile, spirale antimagnetica in nichel-fosforo, dispositivo stop secondi, datario istantaneo, certificato ufficiale di cronometro (Cosc) e garanzia di 5 anni. 

In realtà, come dichiarato da Arnaud Chastaingt, Direttore dello Studio Creativo di Orologeria Chanel, il Calibro 12.2 non è una semplice miniaturizzazione di quel precedente. Tutti i componenti sono stati infatti ridisegnati ex novo, ridotti nel numero e riposizionati sulla platina, sebbene l’architettura sia rimasta la stessa anche per mantenere immutata – e subito identificabile – l’identità del movimento. Per i dettagli tecnici comunque vi rimando alle didascalie. Qui mi limito a sottolineare che la differenza sostanziale rispetto al Calibro 12.1 sta nell’autonomia di 50 ore e nell’assenza del datario. Per il resto, anche il nuovo movimento automatico rispetta gli standard più elevati richiesti dalle esigenze del pubblico di oggi.

Il nuovo J12 Calibro 12.2 33mm

Dal punto di vista dell’habillage, il nuovo J12 Calibro 12.2 resta uguale a se stesso. Anche perché, dopo il totale restyling messo a punto proprio da Chastaingt nel 2019, non aveva bisogno di ulteriori ritocchi. Realizzato interamente in ceramica ad alta resistenza, come di consueto bianca oppure nera, dalla finitura lucida, l’orologio conserva le tipiche pecularità che lo hanno caratterizzato nel tempo. Come l’impermeabilità fino a 20 atmosfere o la ghiera unidirezionale girevole, che lo rendono di fatto uno dei pochi esemplari subacquei da donna disponibili sul mercato. Per entrambe le versioni il prezzo è di 7.500 euro.

In più, il J12 Calibro 12.2 è stato declinato in due inedite versioni di alta gioielleria. Una con la lunetta e gli indici incastonati di diamanti taglio baguette, l’altra interamente tempestata con le stesse gemme (e con “interamente” intendo quadrante, lunetta, anse, carrure e bracciale, per un totale di oltre 35 carati). In questi casi, anche il movimento subisce qualche modifica: tinge di nero i componenti e, nella referenza più preziosa, acquista diamanti baguette perfino sulla massa oscillante. Per parafrasare Chanel, “l’allure dell’esterno si rivela anche all’interno”.