Approfondimenti

Ref. 5373P-001: il “tiro mancino” di Patek Philippe

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Destino amaro quello dei mancini. Nonostante lo fossero geni assoluti come Leonardo da Vinci, Vincent Van Gogh o Jimi Hendrix, i preconcetti nei confronti della mano sinistra iniziano già dall’etimo di mancino, dal latino “mancus”, “mutilato”. Del tutto indifferente al pregiudizio è Patek Philippe, che con la Ref. 5373P-001 ricorda quanto sia un privilegio usare la sinistra nella vita, specie se maneggia un cronografo à rattrapante monopulsante con calendario perpetuo.

Patek Philippe e gli orologi mancini

Non è la prima volta che la maison ginevrina si cimenta con un orologio per mancini. Il predecessore illustre della Ref. 5373P-001 è altrettanto superbo per meccanica e finiture. Ancora di più se si considera che quell’orologio, che incassava il movimento N. 198 012, era anch’esso un cronografo à rattrapante monopulsante, ma creato tra il 1925 e il 1926.

Realizzato su richiesta di un cliente mancino che lo acquistò nel 1927, aveva la cassa coussin da 34 mm in oro giallo e si distingueva per l’insolita disposizione dei comandi e delle visualizzazioni. La cassa e il movimento furono ruotati di 180 gradi, con il pulsante del cronografo a ore 9, anziché a ore 3, e il pulsante della rattrapante a ore 8 anziché a ore 2.

Il quadrante era in argento con cifre Breguet nere, ridisegnato per ospitare il contatore dei 30 minuti cronografici a ore 9, anziché a ore 3, e dei piccoli secondi a ore 3, anziché a ore 9. Particolari distintivi erano anche le lancette del cronografo e della sdoppiante con contrappeso, dalla forma piuttosto inusuale per l’epoca.

L’evoluzione di un calibro

Senza però perdersi nelle nebbie del tempo, Patek Philippe ammette che la Grande Complicazione odierna si ispira alla più recente Ref. 5372P, ma con corona, pulsanti e visualizzazione delle informazioni pensati per gli appassionati mancini. Un orologio la cui meccanica arriva da lontano. Patek Philippe ha infatti introdotto nel 2005 il calibro CHR 27-525 PS a carica manuale. Acclamato come il movimento cronografo à rattrapante con ruota a colonne più sottile al mondo, è stato integrato con un calendario perpetuo nel 2010 per diventare il CHR 27-525 PS Q.

Quel calibro ultrasottile da 7,3 mm è diventato il cronografo monopulsante à rattrappante con calendario perpetuo più sottile mai prodotto ed è apparso all’interno della Ref. 5372 del 2017. La Ref. 5373P-001 è ora l’unica della collezione con lo spettacolare calibro CHR 27-525 PS Q e sostituisce le precedenti Ref. 5372P-010, con quadrante in oro rosa satinato verticale, e Ref. 5372P-001, con quadrante blu soleil.

L’equilibrio del platino

La cassa in platino è a dir poco abbagliante e compattissima: 38,3 mm di diametro e uno spessore di 12,93 mm. Io che sono un amante delle dimensioni medio-piccole, avendo il polso smilzo, non posso che trovarla prodigiosa. Come tutti i pezzi in platino della maison, la Ref. 5373P-001 ha il caratteristico diamante incastonato nella carrure. Poiché però l’orologio è pensato per i mancini, anche la pietra ha cambiato posizione e si trova a ore 12 anziché a ore 6.

Le finiture lucide sulle superfici superiori di questa Grande Complicazione (lunetta concava e anse delicatamente curve) contrastano con quelle satinate più sportive sui fianchi leggermente scavati della carrure. La satinatura è presente anche sui lati del pulsante rettangolare a ore 8, con testa lucida, che attiva la lancetta sdoppiante. Il monopulsante all’interno della corona a ore 9 attiva le funzioni di avvio, arresto e azzeramento del cronografo. Corona, devo dire, ben dimensionata.

Ci sono anche correttori nella carrure per regolare il giorno della settimana (tra ore 2 e ore 3), il mese (tra ore 6 e ore 7), le fasi lunari (tra ore 4 e ore 5) e la data (a ore 6), che possono essere maneggiati con uno stilo di correzione in ebano con intarsi in oro bianco 18 carati. Giusto per rinfrescare la memoria su che cosa significa à rattrapante, a questo link trovate qualche informazione di base.

Il quadrante della Ref. 5373P-001

Il quadrante si stacca nettamente da quello della Ref. 5372P-010, che era più classico e rassicurante, con la sua tonalità salmone, mentre quello della nuova Ref. 5373P-001 è più sportivo e contemporaneo. In oro 18 carati, ha uno sfondo grigio antracite con una finitura satinata verticale che diventa più scura man mano che dal centro passa alla periferia; le lancette del cronografo sono rosso vivo, i contatori secondari, rifiniti a chiocciola, sono di colore più scuro e i numeri applicati in oro bianco.

Se si confronta la Ref. 5372P-010 con la nuova Ref. 5373P-001 si nota che non sono stati spostati solo la corona e i pulsanti, ma l’intera visualizzazione delle informazioni sul quadrante è stata ruotata di 180 gradi. Nonostante l’enorme quantità di informazioni, esso rimane sorprendentemente leggibile ed equilibrato, con i nitidi indicatori bianchi e lancette del cronografo rosso brillante. Trattandosi di una Grande Complicazione di Patek Philippe, non c’è lume sugli indici né sulle lancette Dauphine in oro bianco.

Il contatore dei 60 minuti è a ore 9, con una lancetta rossa e una finestra rettangolare per l’indicazione del mese; il datario è a mezzogiorno, i piccoli secondi a ore 3 con una finestrella per l’indicazione del giorno della settimana; l’indicatore dell’anno bisestile è alle 10:30 e della funzione giorno/notte all’1:30; infine la finestra bilobata per le fasi lunari a ore 6.

Eccellenza meccanica firmata Patek Philippe

Sul calibro CHR 27-525 PS Q si potrebbero spendere carriolate di parole tecniche (qualcosa trovate nelle didascalie) oppure lo si potrebbe guardare dal fondello in vetro zaffiro: basterebbe questo per apprezzarne l’architettura armonica e la complessità, per la quale è necessario che ciascun movimento sia assemblato da un unico maestro orologiaio.

Dotato di due ruote a colonne con cappelli lucidi firmati Patek, il movimento ultrasottile (7,3 mm, 5,25 dei quali per il movimento di base e 2,05 per il calendario perpetuo) è a carica manuale, ha una frequenza di 21.600 alternanze/ora e un’autonomia compresa tra le 38 e le 48 ore con il cronografo disattivato. I ponti sono accuratamente smussati, con spigoli lucidati e decorati a Côtes de Genève. Gli angoli rientranti dei ponti sono realizzati a mano, da maestri in possesso di una grande abilità e di una lunga esperienza.

Bilanciere Gyromax, spirale Breguet, sigillo Patek Philippe, infine, sono il minimo che ci si può aspettare da un movimento del genere. Ah, per chi non fosse così impallinato con la meccanica della Ref. 5373P-001, l’orologio è fornito anche con un fondello in platino pieno, intercambiabile con quello in vetro zaffiro.

Per amore di coerenza, la forte anima contemporanea dell’orologio è completata dal cinturino in pelle di vitello nera con un motivo in tessuto goffrato e impunture rosse, che è ben saldo al polso grazie a una fibbia déployante in platino.

La Ref. 5373P-001, un orologio per pochi

Chiudo con una riflessione statistica. Uno studio del 2020, basato sulla meta-analisi di più di 2 milioni di individui, ha stimato la prevalenza del mancinismo nella popolazione mondiale al 10,6%. Non mi è dato sapere quanti di questi siano appassionati di orologeria; per pochi che possano essere, sono piuttosto certo che solo lo “zerovirgola” di costoro può aspirare a mettersi al polso la Ref. 5373P-001 di Patek Philippe.

Perché è prodotta in piccole serie, come tutte le Grandi Complicazioni del marchio, e perché costa 500.000 franchi svizzeri. Essere mancini può essere un privilegio, e – si sa – i privilegi hanno il loro prezzo…