Continua il viaggio di Swatch fra i musei del mondo. Ma questa volta non si tratta di una tappa focalizzata su una singola istituzione, illustrata in lungo e in largo tra pezzi più famosi e meno noti. Piuttosto, di rapide incursioni in diverse raccolte, pubbliche e private, che raccontano le più grandi, autentiche icone* dell’arte occidentale. E insieme anche un viaggio nel tempo, che copre quasi l’intera storia dell’arte, dal Rinascimento alla Pop Art. La nuova collezione Swatch Art Journey è infatti una sorta di collage di opere celeberrime, un “bigino” che tocca epoche lontane e artisti diversi, ma con lo stesso obiettivo di sempre: «Portare i capolavori nella sfera intima delle persone e per le strade del Pianeta».
*Parola un po’ frusta oggi, ma che qui è usata in senso letterale
Immersione nell’arte
Queste parole non sono mie (non sia mai che me ne prenda il merito), ma di Carlo Giordanetti, Ceo dello Swatch Art Peace Hotel. E spiegano bene l’obiettivo delle collaborazioni strette da Swatch negli ultimi anni con i principali musei internazionali. A cominciare dal Rijksmuseum di Amsterdam (2018), per passare (ancora nel 2018) al Thyssen-Bornemisza di Madrid, poi al Louvre di Parigi (2019), al MoMA di New York (2021), quindi al Centre Pompidou di Parigi (2022). E ora questo nuovo “viaggio artistico immersivo” capace di cogliere il meglio, qua e là. Di catturare i punti salienti dell’avventura umana nella pittura e filtrarli con la sensibilità di Swatch – al solito: giocosa, provocatoria, divertente –, per restituirli al pubblico più vasto.
Ed è stato lo stesso Carlo Giordanetti, insieme al Ceo di Swatch Alain Villard, a spiegare stamattina la nuova collezione Swatch Art Journey alla stampa con una presentazione online. Nella cornice del Convento do Beato di Lisbona, dove ieri si è svolto l’evento fisico, ogni esemplare era ambientato in piccole “stanze delle meraviglie”, ciascuna a tema con l’orologio: una specie di set che ha fatto quasi diventare il lancio stesso una performance artistica. A introdurre i diversi modelli, i portavoce dei musei coinvolti: di nuovo il MoMa di New York, e poi il Louvre di Abu Dhabi, la Fondazione Magritte di Bruxelles, e le “nostre” Gallerie degli Uffizi di Firenze.
La collezione Swatch Art Journey
Dieci gli esemplari che compongono la nuova collezione Swatch Art Journey. In questa mia descrizione comincio – più per seguire un ordine cronologico che per campanilismo o patriottismo – proprio dalle maggiori attrazioni degli Uffizi. Ovvero la Primavera e la Nascita di Venere di Botticelli, entrambe datate alla fine del XV secolo. Nel primo caso i designer di Swatch hanno “ritagliato” solo una sezione della grande tela, nell’altro hanno riprodotto un paio di elementi in una composizione spaziale diversa dall’originale. Eppure, la fama dei soggetti è tale da farli riconoscere immediatamente, fin dalla prima occhiata. Ma soprattutto i creativi del marchio svizzero sono riusciti a trasformare il passato con un gusto attuale, a renderlo moderno. A riprova dell’atemporalità dell’arte, capace di affascinare, di intrigare allo stesso modo oggi come cinque secoli fa.
Lo stesso discorso, del resto, si potrebbe fare anche per La grande onda di Kanagawa, realizzata dal pittore/incisore giapponese Hokusai nel 1830 circa e oggi conservata negli Emirati. Anche qui lo Swatch dedicato, che visualizza un segmento della famosissima xilografia, inquadra un singolo dettaglio. Ma il motivo sul quadrante sembra perdere qualsiasi connotazione figurativa per diventare un’opera d’arte astratta contemporanea. In più, sul fondello e sul cinturino, l’orologio è stampato con l’immagine di un antico astrolabio dell’astronomo e matematico persiano Muhammad ibn Ahmad Al–Battûtî, esposto sempre nel museo di Abu Dhabi. Un manufatto secolare, a rappresentare la progredita cultura araba d’antan.
Quindi René Magritte, di cui quest’anno ricorre il 150° anniversario di nascita. Del maestro del Surrealismo belga la collezione Swatch Art Journey riprende sempre due capolavori: La Trahison des Images e Le Fils de l’Homme. Credo proprio che qui i designer di Swatch siano riusciti a dare il meglio a sé. Perché sono stati capaci di giocare in modo ironico con il concetto stesso dell’opera, basata sulla distinzione fra oggetto e rappresentazione, fra realtà e immagine. Per cui l’affermazione “Questa non è una pipa” acquista il logico e inappuntabile riscontro “Questo è un orologio”, come si legge lungo tutto il cinturino con la stessa grafia corsiva della didascalia originale. Nell’altro esemplare, invece, la citazione diventa “Questo è uno Swatch con una mela”, dalla verità lapalissiana.
Infine un’altra doppietta su Roy Lichtenstein: Girl e Reverie. Notevole in questi esemplari è la resa della “poetica” del padre della Pop Art, nato esattamente 100 anni fa. Le immagini ne riprendono tutta l’espressività derivata dal mondo pubblicitario e dei fumetti, simbolo della società americana anni Sessanta. Anche in questi casi, il cinturino diventa parte integrante dell’opera. Un esemplare è interamente decorato sul lato interno con la tecnica del puntinato Ben-Day (un po’ come se fosse un dipinto double face). L’altro invece riporta il testo “The melody haunts my reverie”, che fa parte dell’originale, sul passante mobile. A conti fatti, si tratta quasi di un’esaltazione dello Swatch, che è un oggetto pop già di per sé.
Informazioni pratiche
Concludo con qualche nota di servizio. La collezione Swatch Art Journey non è in edizione limitata e sarà in vendita in tutti i monomarca Swatch, compreso l’e-commerce ufficiale, e negli shop dei musei coinvolti. Gli esemplari avranno il consueto prezzo Swatch e saranno disponibili sul mercato in tre tranche distribuite nei prossimi tre mesi. Il 16 marzo usciranno Swatch x Moma e Swatch x Magritte. Il 13 aprile Swatch x Louvre Abu Dhabi e Swatch x Le Gallerie degli Uffizi. Infine in maggio altri tre modelli per ora top secret. Vi terremo aggiornati, stay tuned.