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Hautlence Linear Series 2, la meccanica che stupisce

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Non è un luogo comune dire che tra i marchi indipendenti, sia a Watches and Wonders sia in generale, si trovano le novità più stuzzicanti e interessanti. L’ho sperimentato ancora una volta al Salone di quest’anno con Hautlence, un marchio che viene da Neuhausen am Rheinfall, Canton Sciaffusa, Svizzera. Un borgo sulle cascate del Reno (come ricorda il suo toponimo) ad alto tasso di eccellenza orologiera. Lì, per citare un marchio, ha base H. Moser & Cie. e ci sono diverse aziende specializzate nella produzione di componenti come scappamenti, bilancieri e altro. 

Hautlence: storia breve, ma ci vede lungo

Fondato nel 2004, il Marchio ha un nome che è l’anagramma di Neuchâtel, in omaggio a una delle culle dell’orologeria elvetica. Sostenuto dal 2012 da MELB Holding, un gruppo orologiero indipendente e familiare, Hautlence produce circa 200 orologi all’anno, di fatto è poco più che un atelier. Ed è proprio in queste realtà, la cui dimensione è inversamente proporzionale alla loro creatività, che si crea innovazione.

Hautlence lo fa fin dalla sua nascita e lo ricordano orologi come Vortex, Invictus, Moebius (il cui nome ricorda il nastro di Moebius, simbolo del Brand), Vagabonde e Linear Series 1, presentata lo scorso settembre. Proprio di quest’ultimo orologio Hautlance ha portato a Ginevra la più recente evoluzione, il Linear Series 2, che segue la precedente di pochi mesi. Un pezzo che, come quelli delle altre collezioni, fa dell’unione tra design fuori dagli schemi e complicazioni di altissimo livello il proprio punto di forza.

Con il Linear Series 2, quando parliamo di complicazioni intendiamo l’ora saltante retrograda lineare e il tourbillon. Mica robetta, quindi. Del resto in esemplari come il Vagabonde, il Vortex e lo Sphere, Hautlence ci aveva già abituati alle ore vagabonde, alle ore saltanti classiche e a quelle visualizzate su una sfera. Insomma, un luna park per amanti della micromeccanica che solo marchi così lontani dalle classiche logiche commerciali del settore hanno la voglia e il coraggio di allestire. Ora, però, è meglio vedere più da vicino il Linear Series 2.

Tre aggettivi per una complicazione

Parto dal movimento e dalla sua particolare architettura, perché sono senza dubbio le due caratteristiche dell’orologio che colpiscono alla prima occhiata. È realizzato in collaborazione con Agenhor, uno dei migliori laboratori di alta orologeria sperimentale della Svizzera, fondato da un maestro come Jean-Marc Wiederrecht.

Come ho scritto prima, riporta un’indicazione dell’ora saltante, retrograda e lineare. Un aggettivo alla volta, proviamo a capirne di più. Lineare perché le 12 ore non sono indicate sul classico contatore circolare, ma su una scala verticale graduata simile a quelle utilizzate negli strumenti di misura di precisione e posta sulla sinistra del quadrante.

Retrograda perché l’indicatore dell’ora, una volta che scatta l’una, torna indietro dal 12 in fondo alla scala all’1 in cima. Infine saltante, e qui c’è la prodezza tecnica di Hautlence che già era stata introdotta sul Linear Series 1. Una soluzione che ricorda il sistema utilizzato nel primo movimento sviluppato dal Brand nel 2004, il calibro HL, anch’esso con le ore saltanti.

La piccola lancetta bianca che indica l’ora sulla scala lineare è posta all’estremità di una grande leva curva, scheletrata e azzurrata, che attraversa l’intero quadrante. Man mano che la leva si sposta dall’1 al 12, la ruota cui è collegata accumula progressivamente energia tramite un sistema di molle. Una volta superato il 12, un elemento a chiocciola sgancia la leva e libera così l’energia accumulata, grazie alla quale la leva stessa riporta con un salto la lancetta bianca al numero 1. E riparte il circo.

Oltre all’ora saltante, retrograda e lineare, ho detto che c’è anche il tourbillon. Che non passa certo in secondo piano, anzi, è un bellissimo tourbillon volante a 1 minuto posto a ore 6 ed evidenziato da un elegante ponte scheletrato e azzurrato, come la leva delle ore.

Il calibro D50 di Hautlence

Tutto questo ben di Dio meccanico è mosso dal calibro automatico D50, interamente sviluppato, progettato e prodotto da Hautlence (è l’ottavo movimento di manifattura del Brand), che ricorda da vicino il calibro MC 804 del flying tourbillon di H. Moser & Cie. Comprende 239 componenti, oscilla a una frequenza di 21.600 alternanze/ora e offre un’autonomia di 3 giorni.

Il movimento può essere visto parzialmente attraverso le zone aperte del quadrante, ma soprattutto attraverso il fondello. Il vetro zaffiro che lo espone all’occhio dell’osservatore è decentrato a sinistra, poiché sulla destra c’è lo spazio corrispondente alla scala delle ore sul quadrante; notevole la massa oscillante decorata con il nastro di Moebius.

L’estetica del Linear Series 2

Rispetto al Linear Series 1, questo orologio è caratterizzato da una cassa ridisegnata non tanto nella forma quanto nell’estetica. Le linee sono infatti quelle classiche a televisore, nel formato 16:9 che distingue le collezioni del Brand. Come tale, le sue dimensioni sono a dir poco generose: 50,8 x 43 mm, con uno spessore tutto sommato contenuto di 11,9 mm. 

Contenuto perché non dimentichiamo che la cassa ospita pur sempre un tourbillon e che, soprattutto, il Linear Series 2 è strutturato con un quadrante su differenti livelli, che danno all’orologio una sensazione di profondità molto interessante. Il primo livello è dato dalla scala delle ore, a sinistra. Poi, un disco in vetro zaffiro reca gli indici dei minuti, tridimensionali e creati in Globolight, materiale luminescente ad alte prestazioni che al buio emana una tonalità azzurra. 

Infine il quadrante principale, parzialmente aperto, caratterizzato da una bella satinatura verticale che si ritrova anche sulla carrure, tra la lunetta e l’attacco del cinturino. Il blu e il grigio della precedente referenza lasciano il posto a un rivestimento Pvd nero che contrasta con gli accenti azzurrati della lancetta dei minuti, della leva delle ore e del ponte del tourbillon. Dettaglio sfizioso, la corona scanalata (sempre con trattamento Pvd nero) ha una banda in gomma che richiama il cinturino, anch’esso in gomma e con fibbia ad ardiglione.

Edizione limitata e ambizione illimitata

In chiusura, segnalo che il Linear Series 2 di Hautlence è realizzato in edizione limitata di 28 pezzi. Considerando che, come ho scritto all’inizio, la manifattura sforna circa 200 orologi all’anno, l’impegno per la produzione di questa referenza è notevole. Così come è notevole l’impegno economico per chi se ne vorrà assicurare una: 63mila franchi svizzeri.

L’ho scritto all’inizio e lo ripeto alla fine: l’orologeria indipendente svizzera è una miniera nella quale si trovano spesso gemme preziosissime. Hautlence dice di sé che è impegnata a “spingere sempre più in là i confini dei codici dell’orologeria tradizionale, unendoli a innovative soluzioni meccaniche e a un universo illimitato mutuato dalle varie arti, coniugando design, architettura e movimento”. Forse un po’ retorico ma, guardando orologi come il Linear Series 2, indubbiamente vero.