Non ci sono dubbi. Per molti appassionati gli anni ’40 rappresentano l’età d’oro dell’orologeria. In quel decennio, il pionieristico cronografo progettato nel 1884 da Léon Breitling come strumento da navigazione non solo raggiunse la perfezione tecnica ed estetica. Soprattutto diventò un oggetto di lusso e di glamour, grazie all’intuizione di Willy Breitling, figlio di Gaston e quindi nipote del fondatore della Casa. Proprio a lui si deve la nascita della collezione Premier, che quest’anno spegne 80 candeline. Un anniversario festeggiato anche con un libro fresco di stampa, intitolato proprio Premier Story. Breitling Premier, Duograph and Datora (edito da Watchprint).
L’approccio immersivo di Premier Story
Curato da Fred Mandelbaum, grande collezionista e storico ufficiale di Breitling, Premier Story ripercorre le vicende che hanno portato Willy Breitling a trasformare il cronografo in uno degli accessori di lusso più celebrati nel mondo, insieme ad altri famosi esemplari del Brand quali il Navitimer, il Superocean, il Top Time. Un viaggio lungo 80 anni, che coincide con il recente lancio del nuovo Premier B01 Chronograph 42 di cui parleremo presto.
«Per questo libro ho avuto accesso esclusivo agli archivi aziendali di Breitling attraverso Gregory Breitling, figlio di Willy Breitling. E ho avuto il privilegio di accedere alla collezione di famiglia di orologi, documenti, fotografie e a una ricchezza di ricordi personali», ha dichiarato lo stesso Mandelbaum. L’opera include anche una prefazione di Gregory Breitling, oltre a quelle di Georges Kern, dal 2017 Ceo del Marchio, e dell’autore. Ma Premier Story non racconta solo il successo della visione di Willy Breitling con le collezioni Premier, Dougraph e Datora. Le pagine contengono anche codici QR “Look Inside” che permettono di osservare da vicino certi orologi e i loro calibri, così da fornire la descrizione dettagliata di come funzionano gli esemplari selezionati. Il volume si pone quindi dichiaramente come una vera e propria guida, rivolta ai collezionisti per “datare, autenticare e comprendere cosa c’è dentro” i propri Premier.
Le origini del cronografo
Il primo capitolo, “Roots: Breitling definisce la funzione e la forma del cronografo da polso, 1915-1943”, è dedicato alla genesi e alle origini dello strumento per la misurazione dei tempi brevi. E racconta le innovazioni introdotte dalle tre generazioni della famiglia Breitling, nella prima metà del secolo scorso. Léon Breitling infatti inventò il cronografo nella forma di orologio da tasca: brevettò il dispositivo con una precisione a 2/5 di secondo (e un’autonomia di 8 giorni), prodotto poi a livello industriale. Suo figlio Gaston introdusse la prima versione da polso fornita di pulsante indipendente a ore 2. Suo nipote, Willy, brevettò invece il secondo pulsante indipendente a ore 4, per il reset. E diede vita così al cronografo come lo concepiamo oggi. Fu sempre Willy Breitling ad adottare calibri Venus prima e Valjoux poi, sinonimo di modernità, che resero i suoi orologi tecnicamente all’avanguardia.
Fin dalle prime pagine, poi, ci si rende conto dell’eccezionale apparato iconografico di Premier Story. Le centinaia di fotografie, realizzate in esclusiva, ritraggono anche esemplari rari provenienti da altre collezioni private, alcuni mai visti prima. In più il libro raccoglie anche una serie di testimonianze storiche che aiutano a calarci nello spirito del tempo. Ecco allora le inserzioni pubblicitarie dell’epoca, l’annuncio dell’inaugurazione della manifattura, il lancio dei primi modelli dedicati al cronometraggio sportivo, dalle corse dei cavalli alle gare ciclistiche fino alle moto competizioni. Interessante il passaggio che portò Willy Breitling a progettare i primi modelli da polso: nella sua visione, i giovani avevano bisogno dei cronografi per praticare ogni tipo di sport, dal nuoto al running, alle corse su ruote. E avevano diritto ad averli: si prodigò quindi per rendere accessibili a tutti questi utili strumenti.
Un’evoluzione che continua
Il secondo capitolo, “L’età d’oro dell’orologeria: Premier, Duograph e Datora, 1943-1949”, tratta quindi le novità introdotte da Willy Breitling. Che realizzò, non più per i militari ma per il pubblico civile, cronografi eleganti e dal design curato, con la cassa di diverse dimensioni anche in oro. Passò poi alle complicazioni, con la funzione sdoppiante evocata nel nome Duograph, e il calendario completo inserito nel Datora. Mise a punto anche un requisito imprescindibile come l’impermeabilità. Impossibile qui ripercorrere l’evoluzione dei tanti modelli che si sono susseguiti in pochi anni, ma merita almeno un cenno l’edizione del Giro d’Italia del 1950 e la sponsorizzazione dei campioni del ciclismo dell’epoca: Gino Bartali e Fausto Coppi.
La trattazione continua poi con gli esemplari di epoca moderna. Nel terzo capitolo, “Intermezzo: The Navitimer Premier, 1998-1999”, Mendelbaum si concede una breve digressione sulla creatura di Theodor Schneider, figlio del nuovo proprietario della Marca, Ernest Schneider, che l’aveva acquistata nel 1979 dopo la scomparsa di Willy Breitling. E si arriva quindi ai nostri giorni, “all’era Kern”, con le pagine dedicate al “Breitling Revival”, ovvero alle nuove collezioni Premier, Duograph e Datora realizzate dal 2018 a oggi. Infine il volume si conclude con una sezione più tecnica: una rassegna dei calibri che si sono susseguiti nelle diverse collezioni dal ’43 a oggi, e una vera e propria guida per l’identificazione delle numerose referenze.
Opera completa e definitiva sulla collezione di cronografi Breitling, Premier Story non solo illustra con immagini suggestive i pezzi vintage. Soprattutto è in grado di creare un senso di continuità fra il passato e il presente. E allude a un futuro ancora tutto da scrivere.