Approfondimenti

Ploprof, storia e attualità dell’inconfondibile Omega

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A fine giugno, Omega ha festeggiato a Mykonos il 75° della collezione Seamaster. E per l’anniversario ha lanciato la collezione Seamaster Summer Blue: 7 modelli, declinati in 11 referenze, con il quadrante blu dalle sfumature sempre più intense in diretta proporzione con il dato dell’impermeabilità. Presenti tutte le linee della storica famiglia di orologi: dall’Aqua Terra al Diver 300, dal Planet Ocean all’Ultra Deep. Ma l’esemplare per noi più interessante, quello che più di tutti qui in redazione ci ha fatto battere forte il cuore, è di sicuro il Ploprof. Un autentico simbolo della Maison di Biel, che non ha eguali in alcun segmento di mercato e merita ben più di due parole.

Mezzo secolo fa…

Fast rewind. Già dagli anni Sessanta, Omega collaborava con i sommozzatori della Comex, le cui richieste di strumenti sempre più avanzati si facevano via via pressanti con lo sviluppo delle ricerche sottomarine. Così, dopo il Seamaster 300, uscito nel 1957, nel 1971 nasce il Seamaster 600, con caratteristiche costruttive davvero particolari. Un unicum nel panorama internazionale dei diver’s, subito riconoscibile per l’estetica e rivolto proprio ai plongeurs professionels. Deriva da qui il nome PloProf: il nickname con cui il Seamaster 600 diventa famoso ne sottolinea la vocazione di orologio subacqueo destinato agli usi professionali.

L’imponente cassa monoscocca in acciaio (ma anche in titanio, per alcuni prototipi) presenta dimensioni ragguardevoli. E soprattutto una forma del tutto inedita: ha il vetro minerale monolitico, la corona posta a ore 9 con massicce spallette di protezione e barra di blocco, la ghiera girevole bi-direzionale dotata di un pulsante di sicurezza per evitare pericolosi spostamenti accidentali. Il quadrante blu scuro possiede indici e lancette macro, ben visibili al buio degli abissi grazie a un generoso trattamento luminescente, e la lancetta dei minuti è ulteriormente evidenziata dal profilo arancione.

Performance degne di nota

Non solo. Come si evince dal nome, l’orologio ha una tenuta stagna garantita fino a 60 bar, ma in laboratorio è sottoposto a pressioni ben maggiori. Testato fino al limite delle possibilità, ha un cedimento strutturale soltanto a 137 bar: il vetro si deforma e blocca le lancette, ma il movimento, il calibro automatico 1002, continua a funzionare. Le prestazioni reggono bene il confronto con i pochi equivalenti presenti allora sul mercato (leggi Rolex Sea-Dweller). Ma il Proplof si distingue dagli altri per l’assenza della valvola di decompressione: la cassa totalmente ermetica non permette all’elio di penetrare all’interno neppure dopo lunghi soggiorni in atmosfera iperbarica. Problema risolto.

Utilizzato in numerose esplorazioni subacquee, apprezzato nell’ambiente dei professionisti delle immersioni, l’orologio sale però agli onori delle cronache (mondane) quando appare al polso di Gianni Agnelli. L’Avvocato lo sfoggia nel pozzetto della sua barca e sui pontili di un molo, al solito, sopra il polsino della camicia o la manica del maglione. E lo rende famoso: il Ploprof assurge al ruolo di status symbol. Tuttora è ricercatissimo dai collezionisti, che sferrano duelli serrati, a suon di banconote, per aggiudicarsi i pezzi migliori durante le battute d’asta.

Il PloProf oggi

Fast forward. Torniamo alla nostra epoca. Personalmente ricordo, nel 2009, l’uscita del Ploprof Co-Axial 1200Mt, equipaggiato appunto dal calibro Co-Axial 8500 e con una tenuta stagna che raggiunge i 120 bar. E poi ancora, nel 2016, altre versioni con la cassa in titanio, la lunetta in ceramica e la certificazione Metas. Non sto qui a raccontare i dettagli di questi orologi o le differenze rispetto al modello originario. Mi preme solo sottolineare che gli esemplari del Nuovo Millennio presentano tutti la valvola di decompressione, proprio per l’impermeabilità raddoppiata.

Con la somma delle tante innovazioni acquisite negli ultimi decenni, comunque, il Ploprof diventa più leggero, robusto e affidabile di quanto sia mai stato. Lo si riscontra anche nel nuovo esemplare, il Ploprof Summer Blue. Che richiama l’originale dal punto di vista estetico, ma ne rappresenta l’evoluzione contemporanea: decidamente migliorata, grazie ai numerosi progressi che la tecnologia ha conosciuto nei tempi più recenti. Non me ne vogliano i collezionisti e i cultori del vintage, ma il discorso è valido per qualsiasi orologio, non solo per il Ploprof. I modelli attuali sono indiscutibilmente superiori a quelli del passato. Sempre.

Un acciaio speciale

Il Ploprof Summer Blue è realizzato in O-megasteel, l’esclusivo acciaio realizzato dalla Casa di Biel. Come tutti sanno, Omega negli ultimi anni ha dedicato energie e risorse alla ricerca di nuovi materiali: per esempio l’oro Sedna, il Canopus e il Moonshine riguardano le diverse tonalità del metallo prezioso… Allo stesso modo l’O-megasteel è una specifica lega d’acciaio di colore più bianco rispetto alle tradizionali 316L o 904L, e quindi di maggiore lucentezza. A proposito del 904L, pochi sanno che Omega fu la prima marca a utilizzarlo proprio nel programma di sviluppo del Ploprof, con il nome di acciaio Uranus.

Dicevo, l’O-megasteel è una lega speciale, priva di nichel: il che la rende praticamente anallergica, o almeno ipoallergenica, e più resistente alla corrosione marina rispetto ad altri acciai austenitici. Ed è migliore anche per proprietà meccaniche, in particolare per il carico di rottura (ovvero: “Il limite in termini di forza o sollecitazione esterna applicata, oltre il quale un materiale risulta definitivamente inservibile dal punto di vista della resistenza”, per citare Wikipedia). Per intenderci, l’acciaio 316L ha un indice di 200/250 MegaPascal (dipende dalle leghe), il 904L di 220 MPa, il titanio grado 5 di 800/900 MPa, mentre l’O-Megastell è dichiarato a 560 MPa. Praticamente il doppio delle leghe “classiche”.

Le caratteristiche principali del Ploprof Summer Blue

Nella versione del Ploprof 2023, la cassa misura 55 x 45 mm (leggermente più piccola dell’originale, che arrivava a 48 mm) ed è impermeabile fino a 120 bar. Il quadrante spazzolato soleil riporta la lancetta delle ore e gli indici luminescenti a emissione turchese, mentre la lancetta dei minuti e l’indice sulla ghiera al 12 sono a emissione verde. Coerente con il nome della collezione, la cromia dominante è proprio il blu: sfumato sul display, pieno e intenso sulla lunetta in vetro zaffiro e sul pulsante di blocco in ceramica, inscalfibile e resistente all’usura del tempo. Coordinato il cinturino in caucciù.

Riguardo al movimento, il Ploprof Summer Blu monta il calibro Co-Axial Master Chronometer 8912, a carica automatica. Oltre alle 60 ore di autonomia e allo scappamento co-assiale, segnalo proprio la certificazione rilasciata dal Metas (l’Istituto federale di metrologia, ente indipendente di diritto pubblico della Confederazione elvetica) che riguarda due caratteristiche fondamentali in un orologio subacqueo: la costanza di marcia e la resistenza ai campi magnetici. Quest’ultima è garantita fino a 15mila gauss, il massimo che le strumentazioni attuali riescono a misurare. Altri dati tecnici sono reperibili nelle didascalie.

Prezzo e disponibilità

Concludo questo lungo approfondimento sul nuovo Ploprof con qualche informazione pratica. Prima di tutto, il prezzo: 15.600 euro. Immagino già il mugugnare diffuso di quanti “vorrei ma non posso”. A parte il fatto che l’orologeria svizzera ha in senso lato aumentato notevolmente i prezzi, negli ultimi anni (e non è questa la sede in cui spiegarne i motivi), a mio parere in questo caso ogni centesimo è ben speso. Il PloProf va considerato quasi una forma di investimento, che dovrebbe “reggere” anche in futuro.

Il problema semmai si pone per la disponibilità. Online, sull’e-commerce ufficiale, non è ancora in vendita. Per ora lo si trova di sicuro nel pop-up store a Forte dei Marmi. Per chi non è in zona sarebbe buona cosa rivolgersi nelle boutique monomarca o al proprio concessionario di fiducia, in modo da avere una certezza sui tempi di consegna: presumibilmente l’autunno. Dobbiamo tutti aver pazienza: il Ploprof merita l’attesa…