Attualità

Planet Ocean ETNZ: Omega, i Kiwi e l’America’s Cup

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Lo show è iniziato. Lo scorso weekend, a Vilanova i la Geltrú – non lontano da Barcellona –, si sono tenute le regate preliminari della 37a America’s Cup, che si svolgerà fra agosto e settembre 2024. Tre giorni di gare in condizioni non ottimali, con regate di flotta e match race disputati fra tempeste e venti volubili, vinti alla fine da American Magic a solo un punto di distacco da Emirates Team New Zealand (e con Luna Rossa quarta classificata). Comunque per Omega, sponsor dei Kiwi dal lontano 1995, l’occasione perfetta per lanciare il nuovo Seamaster Planet Ocean Deep Black Emirates Team New Zealand Edition. Un nome lunghissimo: per comodità qui di seguito lo chiamerò semplicemente Planet Ocean ETNZ.

Omega e l’America’s Cup

Tranquilli, vi eviterò l’ennesimo pistolotto sull’impegno della Maison di Biel nel mondo della vela. Oltretutto Il Giornale degli Orologi se n’è già occupato altrove, non vale la pena di star qui a ripetere tutta la solfa. Ricorderò solo che è anche cronometrista ufficiale delle competizioni annesse e connesse all’ex Coppa delle Cento Ghinee. Ha assunto questo ruolo a Auckland nel 2000 (quando l’Italia intera faceva le notti in bianco per vedere Luna Rossa alla tele), è rimasta tale nell’edizione successiva del 2003 (che ho avuto la fortuna di seguire dal vivo, insieme a Paolo De Vecchi e ad altri pochi, fortunati giornalisti), per poi tornare a esserlo nel 2021. E di nuovo adesso, per la quarta volta.

Va da sé che nel tempo Omega ha anche affiancato grandi nomi della vela: da Peter Blake a Russell Coutts, da Dean Barker a Ellen Mac Arthur. E oggi François Gabart, Quentin Delapierre, Peter Burling e Blair Tuke. Con loro e nella lunga esperienza accumulata nell’andar per mare, ha assimilato specifiche conoscenze – puntualmente applicate nella produzione di Seamaster sviluppati ad hoc per le regate. Penso per esempio al Chronostop di fine anni Sessanta, allo Yachting o al Regatta dei Settanta, al Racing 300M o al Chrono NZL-32 dei primi Duemila, fino ai più recenti Planet Ocean ETNZ del 2017, Planet Ocean 600M America’s Cup del 2020, o ancora il Diver 300M realizzato sempre per la Coppa America, ma del 2021. E l’elenco non è certo completo…

Il Planet Ocean ETNZ

Tanto basta però per comprendere che il nuovo Planet Ocean ETNZ è solo l’ultimo modello, in ordine di tempo, che il Brand dedica alla vela. Di suo – come recita il titolo sul sito di Omega – è un Planet Ocean 600 Co-Axial Master Chronometer Chronograph 45,5 mm. E a poco a poco, nelle prossime righe, chiariremo questa definizione. Ma è subito identificabile per i colori ufficiali: quell’accostamento di nero e turchese che compone l’attuale livrea dell’equipaggio governato dal Royal New Zealand Yacht Squadron.

La cassa infatti è in ceramica nera ed è ricca di numerossimi dettagli turchese: la minuteria, il numero 12, il lettering della collezione, la lancetta centrale dei secondi crono (sfumata), il profilo del contatore a ore 3, le guarnizioni sui pulsanti, il decoro sul fondello, le impunture del cinturino… Le dimensioni importanti, 45,5 mm di diametro, sottolineano che si tratta di uno strumento tecnico, così come il dato dell’impermeabilità: 60 atmosfere. Capace di resistere all’impatto delle ondate che colpiscono gli “scafi volanti” a più di 50 nodi.

Meccanica e particolarità

Il Planet Ocean ETNZ è un cronografo a carica automatica animato dal calibro 9900, di manifattura. Che in questo caso riporta sul quadrante, nel contatore al 3, appunto, il conto alla rovescia, utile per calcolare il timing (cioè il tempo impiegato per coprire una certa distanza) e arrivare lanciati alla linea di partenza. Durante le concitate fasi che precedono il colpo di cannone d’inizio regata – e in particolare negli ultimi 5 minuti, anche se già mezz’ora/tre quarti d’ora prima la tattica è fondamentale – le barche concorrenti ingaggiano infatti una spettacolare ma spietata “danza”, per decidere su quale lato del campo di regata intendono navigare e varcare per prime l’immaginaria linea dello start.

Per il resto, le caratteristiche meccaniche del movimento sono quelle cui Omega ci ha ormai abituati – anche se ciascuna di esse denota estrema qualità e prestazioni di elevato livello. Ovvero scappamento Co-Axial, spirale in silicio, due bariletti che lavorano in serie e garantiscono un’autonomia di 60 ore, resistenza a campi magnetici fino a 15mila gauss, certificato di cronometria rilasciato dal Metas (l’Istituto elvetico di metrologia che ha sottoposto l’orologio a una serie di test specifici). Per ulteriori dettagli tecnici vi rimando alle didascalie in alto.

Ultime informazioni

Concludo come di consueto con le informazioni sul prezzo e sulla disponibilità. Il Planet Ocean ETNZ costa 14.900 euro. Che non sono affatto pochi, è vero, ma sono in linea con il segmento più alto della collezione Seamaster, e poi riflettono i rialzi cui l’intera orologeria è andata soggetta negli ultimi tempi. Ma non è questa la sede per capirne i perché, affronteremo il lungo discorso in un altro momento. Aggiungo invece che l’orologio arriverà nei negozi il prossimo ottobre. Non è in tiratura limitata, ma chi fosse interessato all’acquisto farebbe bene a prenotarlo in boutique o dai concessionari. I fan dei New Zealand per primi…