Attualità

Heritage Chronograph: il fascino del vintage di Lebois & Co.

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Oggi parliamo di Lebois & Co. Un Marchio praticamente sconosciuto al grande pubblico, ma che meriterebbe fama e onori. Perché sembra avere tutto, tutto quello che può piacere a noi appassionati. Un lungo passato, una produzione Swiss made e orologi ben fatti, dal design curato, dalla meccanica di pregio e dall’ottimo rapporto qualità/prezzo. Dove sta la sòla?, mi potrebbe chiedere qualcuno di voi… Il punto è questo: non c’è. Ve lo posso assicurare personalmente, dopo aver visto – toccato, provato, per un pomeriggio intero – gli orologi Lebois & Co.: vale a dire l’Heritage Chronograph (il modello ora in collezione, anche se in pentola bolle già tanto altro). Che è esattamente quello che promette: niente di più, niente di meno. Se avete tempo e voglia di leggermi, ve lo racconto. A cominciare dalla storia.

Quasi un secolo

Lebois & Co. è stato fondato nel 1934 a Besançon, in Francia, per volere di Raymond Dodane, terza generazione di una famiglia di orologiai (il marchio Dodane 1857 esiste ancora oggi), con l’obiettivo di fabbricare orologi di qualità a un prezzo accessibile. Durante la Seconda Guerra Mondiale – un po’ come succede all’intero settore – converte la produzione per l’industria bellica, e realizza strumenti di precisione (tipo i telemetri usati dall’artiglieria). Devo citare però un episodio degno di nota. Nel 1940, l’Aeronautica militare svedese commissiona alla Caproni – all’epoca fiore all’occhiello dell’industria metalmeccanica del nostro Paese – dei bombardieri da ricognizione Ca.313. Manda allora a Somma Lombardo uno squadrone di piloti, così da recuperare gli aerei e portarli in patria. Per ringraziarli, gli italiani omaggiano gli aviatori svedesi di cronografi Lebois & Co. Grazie a questo dono, Lebois & Co. riemerge di recente in un’asta a Stoccolma.

Nel 1947, il Marchio passa di mano all’importatore italiano (non sono ancora riuscita a identificare chi fosse, ma appena lo scopro correggerò queste righe), che durante la Guerra aveva dato un sostegno notevole a Dodane. Credo sia questo il motivo per cui ogni tanto, in Italia, ancora oggi a qualche fortunato càpita di ritrovare nei cassetti di casa qualche Lebois & Co., acquistato dal nonno o dal prozio tra gli anni Cinquanta e Sessanta (basta fare un giro sui principali forum e se ne ha la prova). In genere si tratta di cronografi equipaggiati da un Valjoux 22 o da un Landeron 39, entrambi con ruota a colonne – giusto per capire con che cosa si ha a che fare. In seguito però il Brand non sopravvive alla crisi del quarzo: e nel 1972 termina definitivamente le attività.

La rinascita

Per 40 anni il vuoto assoluto. Poi, nel 2012, da Christie’s viene battuto per oltre 6mila dollari un cronografo Lebois & Co. del 1945. Ed è proprio mentre sfogliano il catalogo dell’asta che due appassionati di orologi, Tom ed Eveline van Wijlick, s’innamorano di quel cronografo e iniziano a far ricerche sul Marchio. L’imprenditore olandese (con esperienze come IT manager) e la moglie decidono di raccoglierne l’eredità e di riportarlo in vita: riescono a contattare i Dodane e ne acquisiscono i diritti. Stessa sorte, poco dopo, per un altro brand di proprietà della medesima famiglia: Airain, specializzato in orologi da aviatore. Ma ne riparleremo in un’altra occasione.

Per finanziare l’operazione di rilancio e la produzione del primo esemplare, l’Avantgarde Date, i van Wijlick organizzano una campagna di crowdfunding su Kickstarter e raccolgono in breve il 126 per cento del necessario. L’orologio è quindi venduto in 20 Paesi in tutto il mondo. Nel 2018 è poi la volta di un’altra campagna, “Diventa un azionista” (cui hanno aderito 75 persone), che ha permesso agli appassionati di orologi di investire nel Marchio e al Marchio stesso di mantenere la propria indipendenza. Nello stesso anno esce il secondo modello, il Venturist, come il precedente dallo stile contemporaneo, ma che in più ottiene da Timelab la certificazione di cronometro (OC+, Observatoire Chronometrique +).

L’Heritage Chronograph e le scelte condivise

Penso che l’attitudine “comunitaria” degli esordi, la proprietà “allargata” abbiano contato molto sul recente destino di Lebois & Co. Nel 2021, infatti, Tom van Wijlick istituisce il primo CoLab per condividere progetti e idee con la community di appassionati. Nasce così l’Heritage Chronograph, ispirato agli eleganti esemplari prodotti negli anni Trenta e Quaranta del secolo scorso. Nel processo creativo di questo orologio, van Wijlick ha coinvolto il pubblico in ogni aspetto, dal design alle caratteristiche tecniche. Nel 2022 sono pronti i primi prototipi, sviluppati con il designer ginevrino Matthieu Allègre, mentre la produzione – per rispettare i canoni dello Swiss made – avviene nel Canton Ticino.

Per una descrizione più dettagliata dell’Heritage Chronograph vi rimando alle didascalie, qui accenno solo alle caratteristiche principali. La cassa, realizzata in acciaio 316L, misura 39 mm di diametro e presenta le lunghe anse e i pulsanti rettangolari tipici della prima metà del Novecento. E, proprio come certi modelli d’epoca, il display bicompax – con i minuti al 3 e i secondi continui al 9 – è circondato dalla minuteria e, poi lungo il perimetro, dalla scala tachimetrica e/o telemetrica (in certi modelli da entrambe, in altri da una sola delle due). Il quadrante è declinato in sei versioni: una color crema, due salmone, un’argenté, una nera (ormai sold-out) e una dedicata a Indian Motorcycle. Per vedere le differenze, date un’occhiata alle fotografie della gallery in alto.

Questioni di tecnologia

Anche la scelta della meccanica è stata determinata dalla community di appassionati. Che ha optato per un movimento prodotto da La Joux-Perret, un calibro a carica manuale con ruota a colonne, e lo ha preferito ai più consueti e diffusi Eta o Sellita. Mi piace pensare che il pubblico lo abbia voluto per rispetto alla fedeltà storica, per coerenza con gli originali del passato, anche a costo di aumentare il prezzo dell’orologio. Lo ha spiegato lo stesso van Wijlick in un’intervista: «Gli appassionati di orologi non sono solo clienti: sono custodi dell’arte e della storia dell’orologeria. Coinvolgendoli nel processo creativo, abbiamo visto trasparire la loro passione e la loro competenza (…). A volte le idee migliori provengono da coloro che amano e comprendono veramente il prodotto».

Ma non si creda “all’operazione nostalgia”, tanto romantica quanto evanescente: non lo è affatto. Lebois & Co. è invece ben ancorato alle tecnologie del presente. Tutti gli Heritage Chronograph sono infatti dotati di passaporto digitale, basato sull’Nft e sulla blockchain. In pratica, all’acquisto dell’orologio, si riceve una carta con un QR code, che (previa registrazione) permette l’accesso a una piattaforma crittografata in cui sono contenute tutte le informazioni sull’esemplare in questione: i dati della produzione, i dettagli della garanzia, le date della manutenzione. Al tempo stesso una prova dell’autenticità e della proprietà del nostro orologio, è utile per esempio in caso di vendita.

L’Heritage Chronograph: prezzo e disponibilità

Chiudo, come sempre, con qualche indicazione pratica. Indispensabile, prima di tutto, è darvi il prezzo: l’Heritage Chronograph costa (in tutte le referenze) 3.075 euro. Lo si può acquistare sul sito ufficiale, mentre la rete di rivenditori nel nostro Paese è ancora in costruzione. Se volete vedere e toccare fisicamente l’orologio – e l’esperienza merita -, dovete necessariamente recarvi a Bergamo, da Portanuova Gioielli, per ora l’unico concessionario ufficiale del Brand in Italia. Se invece siete un negoziante interessato alla distribuzione, scrivete in redazione e vi metteremo in contatto con chi di dovere. Perché Lebois & Co. è uno di quei pochi marchi capaci di riaccendere gli entusiasmi un po’ sopiti – per i contenuti tecnici ed estetici, la qualità, le cose da raccontare… Proprio come è successo a me.

Concludo con quanto ha detto Tom van Wijlick riguardo al posizionamento “nell’orologeria artigianale indipendente accessibile”: «Non si tratta tanto di una dichiarazione politica quanto di una filosofia personale. Credo che il vero artigianato e l’arte debbano essere accessibili a più persone, non solo a pochi eletti. Detto questo, “accessibile” non significa scendere a compromessi. Il minimo che possiamo fare è dare il meglio di noi stessi per creare orologi che siano allo stesso tempo tecnicamente eccezionali e belli. La mediocrità non è un’opzione: il nostro obiettivo è creare orologi che le persone siano orgogliose di possedere e tramandare, di generazione in generazione».