Non solo bianco o nero, il J12 ora è anche blu. Lo abbiamo visto a Watches and Wonders Geneva, dove Chanel ha presentato un’intera collezione nella nuova tonalità “notturna”. Anche se, a dirla tutta, io avevo avuto la fortuna di vederla in anteprima lo scorso autunno, insieme a un manipolo di colleghi, durante una visita in manifattura a La Chaux-de-Fonds. Ed è proprio perché, dopo mesi, mi sembra di conoscerla abbastanza bene, che ho scelto di scrivere queste righe per approfondire il discorso sul J12 Bleu Diamond Tourbillon. Uno degli esemplari più emblematici non solo della famiglia di J12 Bleu, ma dell’intera orologeria della Maison. Perché ci fa capire come si lavora, chez Chanel.
Due parole sul colore…
Prima di tutto credo sia opportuno spiegare il motivo della scelta cromatica: il blu è un colore ricorrente nella moda della Casa, con una rilevanza storica. Per trovare esempi concreti, basta pensare agli abiti da sera realizzati da Mademoiselle Coco negli anni Venti, o più ancora ai mitici tailleur in tweed degli anni Sessanta, dai toni pieni e decisi oppure pastello, più delicati. O anche alle tante creazioni firmate da Karl Lagerfeld nel corso della lunga carriera come Direttore creativo, stagione dopo stagione: una su tutte, l’intera collezione della primavera-estate 2012 di Haute Couture, che riempì la passerella di infinite sfumature di blu.
C’è da dire anche che la nuance di blu con cui è realizzato il J12 Bleu Diamond Tourbillon (come tutta la serie di orologi), non è casuale. Tutt’altro: è stata voluta e decisa esattamente così com’è da Arnaud Chastaingt, Direttore del Watch Creation Studio di Chanel. Si tratta di un blu scuro tendente al nero, un blu specifico che finora non esisteva: profondo, intenso, quasi vellutato. Ci sono voluti molteplici tentativi e centinaia di prototipi per metterlo a punto. Un impegno perseguito per cinque anni e raggiunto soltanto grazie alla perfetta padronanza dei processi di lavorazione della ceramica da parte dei tecnici della Manifattura.
… e sul materiale
Devo ricordare infatti che la ceramica utilizzata in tutti i J12 è prodotta “in casa” all’interno degli atelier di G&F Châtelain, la filiale di Chanel dedita all’orologeria. Evito di ri-spiegarvi come si fa: le fasi di produzione, le materie prime da cui è composta, il tipo di macchinari necessari eccetera. Non è questa l’occasione adatta, ne riparleremo presto – quando vi racconterò proprio del mio tour in Manifattura. Intanto potete andarvi a rileggere cosa aveva scritto al proposito Cristina Manfredi.
Qui mi limito invece a riassumerne le molteplici qualità: la ceramica è un materiale ad alta resistenza e a elevata densità, quindi resistente all’usura, ai graffi, agli urti. Più leggera e più dura dell’acciaio, è praticamente inalterabile nel tempo, inattaccabile dalla corrosione o dall’ossidazione, insensibile ai raggi Uv, ma perfettamente biocompatibile con l’epidermide. E al tatto regala sensazioni piacevoli, perché non è fredda come un metallo, assume anzi la temperatura corporea molto velocemente.
Concludo con un cenno alle finiture: tutti gli esemplari della collezione J12 Bleu sono realizzati in ceramica mat. E proprio le superfici opache donano agli orologi – e al J12 Bleu Tourbillon in particolare – un’elegante sobrietà, uno chic discreto, non urlato, ovattato. Reso ancora più distintivo dal contrasto con i dettagli lucidi: le bisellature che scolpiscono i profili della cassa e le maglie del bracciale, e più ancora gli zaffiri blu incastonati sulla lunetta… No, un attimo, ci arrivo fra qualche riga.
L’estetica del J12 Bleu Diamond Tourbillon
Prima devo segnalare, a rigor di cronaca, che il J12 Bleu Diamond Tourbillon è “semplicemente” la versione blu dell’esemplare uscito tre anni fa e di cui illo tempore avevo scritto la recensione. Per non ripetermi, cercherò quindi di sottolineare solo gli aspetti essenziali e di riportare i dettagli più tecnici nelle didascalie.
A cominciare dalla cassa, che misura 38 mm di diametro e presenta appunto la lunetta tempestata di zaffiri blu. Per l’esattezza 34 pietre taglio baguette. Ma più che il numero (non mi stancherò mai di ripeterlo), nel caso delle gemme conta soprattutto la misura della massa. Diciamo “il peso”, se vogliamo essere meno corretti ma più comprensibili: peso che si misura in carati (un carato corrisponde a 0,2 g). Nel J12 Bleu Diamond Tourbillon si contano ben 4 carati di zaffiri blu: quanto basta per definire l’orologio “prezioso”, anche senza considerare i diamanti – due, uno dei quali merita particolare attenzione, come vedremo poi.
Anche riguardo agli zaffiri, la loro presenza è stata voluta da M. Chastaingt per creare un bel contrasto fra lo scintillio, la luminosità e la trasparenza delle pietre preziose, e la ceramica opaca tutt’attorno. Ed è stata di nuovo una sua scelta la precisa tonalità delle gemme, in accordo con il leggero sottotono verde della ceramica “blu Chanel”. Di alto livello la qualità e la purezza delle pietre, la cui origine è certificata dal RJC (Responsible Jewelry Council), come sempre nei gioielli della Maison¹.
La meccanica: il Calibre 5
Ma basta uno sguardo sul quadrante traforato del J12 Bleu Diamond Tourbillon per lasciarsi catturare dal moto ipnotico del tourbillon. Devo sottolineare che è un tourbillon volante, quindi privo del ponte superiore e fissato solo alla base, sulla platina. Costruzione che lo rende estremamente delicato, se sottoposto a urti o vibrazioni, e molto più difficile da realizzare di un tourbillon “normale”, a dispetto del fatto che non ne modifica la funzionalità. Un virtuosismo tecnico, quindi, amato dagli intenditori perché permette di vedere la gabbia in tutta la sua leggerezza, durante l’intera rotazione. Una complicazione tecnica per il puro piacere visivo, insomma. Coerente con il mantra “la tecnica al servizio dell’estetica” che ha sempre contraddistinto l’orologeria Chanel.
Lo stesso discorso vale anche per l’altra caratteristica del J12 Bleu Diamond Tourbillon, evidente fin dal primo sguardo. Ovvero il diamante montato sopra la gabbia del tourbillon e che quindi compie una rotazione completa in un minuto. Un’altra sfida tecnica, che obbliga a fare calcoli precisi sul diametro e il peso della pietra in rapporto a quelli della gabbia, e pone problemi di bilanciamento in fase di montaggio. Il motivo? Solo la suggestione di veder ruotare a ritmo del tourbillon la pietra preziosa, che oltretutto ha un taglio rotondo particolare – non il consueto taglio brillante… Dettagli? Certo. Ma l’orologeria è fatta di dettagli. E questi la dicono lunga sull’orologeria Chanel.
Riguardo al Calibre 5, è chiaramente il quinto movimento sviluppato in-house: uscito appunto nel 2022, era il quinto in sei anni, e metteva a frutto tutte le esperienze capitalizzate fino ad allora dalla Maison in orologeria. Per esempio, nell’architettura ricorda il Calibro 1, montato negli esemplari della collezione Monsieur. Come quello è infatti a carica manuale, come quello è costruito attorno a un ponte circolare centrale e dominato dal ripetersi della forma rotonda come elemento dominante. Trovate le altre caratteristiche tecniche nelle didascalie. Qui mi limito a dire che anche nella meccanica le finiture sono impeccabili, secondo i criteri della grande tradizione orologiera. Non a caso si fregia dell’effigie del Leone, il “sigillo” dell’alta orologeria Chanel.
Disponibilità e prezzi
Concludo come sempre con qualche informazione pratica. Il J12 Bleu Diamond Tourbillon è già in vendita e costa 230mila euro. Non certo un prezzo alla portata di tutti, sebbene in linea con l’esclusività della creazione. Oltretutto devo aggiungere che è realizzato in una tiratura limitata di 55 esemplari in tutto il mondo, un numero esiguo che ne riduce la disponibilità a pochi pezzi per nazione. Gli appassionati e i collezionisti – quelli veri, in grado di spendere somme ingenti per la loro passione – sono avvisati. Se qualcuno di loro fosse interessato, farebbe bene a rivolgersi al più presto in una boutique monomarca…