Nato nel 2020 come primo passo nel rilancio dell’orologeria all’interno delle manifestazioni di VicenzaOro, il salone VO Vintage intende diventare appuntamento prioritario e trainante del settore, a partire dalla prossima edizione di gennaio 2026. Qui, intanto, un breve approfondimento sull’attuale edizione 2025, che si è svolta dal 5 all’8 settembre.
Passato e presente di Vicenzaoro
C’era una volta la Fiera di Vicenza che, tra la fine anni ’80 e tutti gli anni ’90, aveva contribuito a quel “rinascimento” dell’industria del tempo meccanica che tanto coinvolgeva – da quel felice momento in poi – appassionati, collezionisti e addetti ai lavori della “bella orologeria” da polso.
Per chi non era sul campo all’epoca, sembrerà quanto meno paradossale il mio ricordo non solo di numerosi stand dei più blasonati marchi del lusso – Cartier, Jaeger-LeCoultre e Vacheron Constantin, tanto per citarne solo qualcuno -, ma anche la loro rappresentanza da parte di distributori italiani. All’epoca erano infatti marchi indipendenti. Cioè non ancor entrati nel giro dei grandi gruppi industriali e finanziari che oggi sono una realtà acquisita e consolidata (tra gli altri, Richemont e Swatch Group).
In seguito, i molti accadimenti della nostra contemporaneità, compresa la globalizzazione dei mercati e l’accentramento sui grandi eventi espositivi mondiali con Watches & Wonders a farla da padrone (a Ginevra, in Asia e negli Usa), portarono le case di orologeria ad allontanarsi dall’attività fieristica di Vicenza. Nel frattempo gestita dal colosso Italian Exibition Group e arroccata sul settore della gioielleria, cui deve origine e fama.
Il ritorno degli orologi
Si torna poi a ragionare un po’ anche in termini orologieri subito dopo il difficile periodo del Covid 19. Sarà una coincidenza, ma la nascita di VO Vintage condivide con le altre moltissime iniziative una ritrovata vitalità, proprio in seguito alla drammatica stasi del periodo pandemico. Un evento legato al mercato collezionistico, notoriamente sempre molto attrattivo e con un programma aperto al pubblico, che si biforca fin da subito. Da una parte prevede la presenza di commercianti specializzati nell’orologio d’epoca e di secondo polso, e dall’altra organizza incontri su vari temi di cultura orologiera con professionisti del settore.
In questo modo VO Vintage ha immediatamente fatto da traino a un’altra iniziativa: quel VoClock Privé impostato sulla stessa formula insieme commerciale e formativa, ma solo per addetti ai lavori e tutto dedicato al contemporaneo. Il quale, in prima battuta, aveva portato a Vicenza molti storici protagonisti del settore: tra gli altri, Eberhard & Co., Locman, Timex, Wyler Vetta e Zenith.
L’opinione del manager
Personalmente ho raccolto voci secondo cui, in futuro, quanto seminato in questi 5 anni sarebbe stato raccolto e messo a frutto unicamente sotto la dizione – nella forma e nella sostanza ritenuta più invitante – di VO Vintage. Quindi ho verificato la veridicità della notizia con chi di dovere: Matteo Pollini, Exhibition Manager di VO Vintage.
«Fin dall’inizio, l’obiettivo di tutte le nostre iniziative era quello di andare oltre la semplice presenza espositiva degli orologi, per avvicinare invece e soprattutto le comunità dei loro appassionati. Così abbiamo visto che il format collezionistico e di secondo polso permetteva di soddisfare esattamente questo obiettivo», commenta il manager fugando ogni dubbio. «Una piattaforma già rodata e in grado di accogliere anche gli elementi presenti nel VoClock Privé, in particolare la necessità di coinvolgere il pubblico attraverso elementi culturali e interattivi».
Quindi continua: «Mi preme però sottolineare che non sarà il vintage a prendere il sopravvento e nemmeno sarà eliminato il contemporaneo: semplicemente terremo vive tutte le opzioni. E se molti marchi rispondono bene alle comunità di soli operatori intercettando tutte le opportunità di visitatori professionali, parallelamente l’apertura al pubblico per gli appassionati del vintage può essere uno sbocco anche per quei brand contemporanei che vogliano proporre contenuti esperienziali o di cultura».
VO Vintage 2025 in sintesi
Tra le molte situazioni, tre hanno in particolare suggerito che il nuovo corso di VO Vintage in pratica è già avviato. In primis Locman, che all’esposizione in “zona vintage” della propria collezione storica (dai primi modelli tradizionali in radica ai recenti sportivi tonneau e scheletrati in titanio) ha fatto corrispondere in “zona contemporanea” produzioni con materiali innovativi.
E poi una conversazione sull’attualissimo tema “vintage e pre-owned alla resa dei conti”, con figure di riferimento come i comunicatori Michele Mengoli, Jacopo Giudici, Bruno Bergamaschi e i commercianti ed esperti Andrea Foffi, Marco Cesari, Antonio Nocco. Non ultima, Giorgia Mondani, figlia d’arte presente per la prima volta a VO Vintage con i libri specializzarti dell’omonima casa editrice. Ma anche con l’attrattiva forza del proprio network, fatto di relazioni, competenza e interazioni tra gli attori del variegato mondo delle lancette.